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da caserta news: Vescovo Nogaro

16 luglio 2006, 10:12

Dal portale "casertanews"
Sabato 15 Luglio 2006 Nogaro: "No a finanziamento missione in Afghanistan" Caserta –
No al rifinanziamento all’Afghanistan perché "in ogni caso le bombe sono le stesse
dell’Iraq e il numero di morti in percentuale agli abitanti maggiore". E’ duro il
commento del vescovo di Caserta, monsignor Raffaele Nogaro, sulla discussione in corso
per il rifinanziamento della missione in Afghanistan. "Il fatto che questa guerra sia
sotto l’ombrello dell’Onu - osserva il vescovo all’agenzia Adista - che poi l’ha
appaltata alla Nato è solo una finzione giuridica. In ogni caso le bombe sono le stesse
dell’Iraq, il numero dei morti in percentuale agli abitanti maggiore". "In nome della
coscienza e della vita di ogni uomo - afferma ancora il prelato - non credo si possa
tacere sulla missione militare in Afghanistan, dove la pace viene sistematicamente
distrutta. L’Afghanistan è più lontano dell’Occidente da tutti i punti di vista, è
molto meno popolato e fa meno notizia dell’Iraq. Non passerà molto che i crimini
sistematici commessi in Afghanistan saranno riconosciuti e universalmente condannati". Il
vescovo ha parole di particolare apprezzamento per l’impegno e la testimonianza di Gino
Strada e per il rigore con cui, anche recentemente, il fondatore di Emergency è tornato
a condannare l’intervento militare in Afghanistan ed il rifinanziamento della missione
italiana. "Ciò che desta orrore - aggiunge monsigno Nogaro - è che le stesse forze
politiche che contestavano il sostegno di Berlusconi alla guerra in Afghanistan oggi
presentano come necessità inevitabile la partecipazione italiana. Tutto questo in nome
di impegni morali derivanti da alleanze. Un appellarsi alla morale - prosegue il vescovo
 per fare la cosa più immorale di tutte: la guerra! Ai parlamentari andrebbe ricordato
che è nelle loro mani la vita e la morte di migliaia di esseri umani (il che è già una
condizione inaudita perché si sostituisce a Dio), e che ogni calcolo del minor danno
parte da un presupposto assolutamente sbagliato: le inevitabilità dell’intervento
militare. La minaccia della caduta del governo è un ricatto ignobile, perché non di un
cataclisma inevitabile si tratta o di una crisi economica sopranazionale ma di una
decisione umana e italiana, e come tale modificabile. In ogni caso la Costituzione (art.
11)- conclude il vescovo - viene prima di qualsiasi alleanza".