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> Guerra-pace on line e sulla terra

18 luglio 2006, 06:08

Ho sentito per radio, radiopopolare, che il governo israeliano ha dichiarato
di aver distrutto il 25% delle milizie Hezbollah e quando avrà raggiunto l’obiettivo
del 50% la missione sarà completata. Ho provato una sensazione di sollievo:
anche l’esercito israeliano ha il senso del limite e accetta di eliminare
solo la metà dei nemici responsabili della morte e della cattura dei
soldati israeliani.

Più difficile è capire i contorni di una possibile tregua nella striscia di
Gaza se Hamas non restituisce il caporale catturato. Da diciotto giorni il
territorio è assediato, interi villaggi sono occupati. La gran parte della
popolazione ha votato per hamas, è identificata come supporter dei
terroristi eletti nel parlamento palestinese molti dei quali sono stati
arrestati, compresi alcuni ministri.

Ho letto su il manifesto che intere famiglie della Striscia sono state
sequestrate nelle loro case e chiuse in un’unica stanza per permettere ai
soldati israeliani di prendere posizione per il controllo delle postazioni.
Cose del resto già successe nei territori occupati in Cisgiordania, a Jenin
ecc. Mi ha stupito il fatto che a fine incursione i palestinesi abbiano
trovato pannoloni israeliani pieni di merda nei campi e nelle case e ho
scoperto che i carristi d’Israele devono cagarsi e pisciarsi addosso perché
non possono lasciare i carri armati durante le azioni di guerra. I militari
si sono disfatti dei propri escrementi gettandoli sul terreno e dentro le
case dei nemici.

Sono episodi spiacevoli. Anche mia madre butta spesso, dalla finestra del
secondo piano in giardino, i suoi pannoloni sporchi; ha però l’accortezza
di legarli. Ma lei è psicotica dichiarata: ha un piano cognitivo che le
permette di capire che certe cose non si devono fare, inficiato però da un’emotività
che la costringe ad agire in modo compulsivo.

Le brigate di Hamas devono restituire al più presto il caporale israeliano
alla sua famiglia. Cosa se ne fanno di un solo prigioniero nascosto contro
gli 11.000 palestinesi nelle prigioni amministrative israeliane? La stessa
cosa dovrebbero fare Hezbollah, non bastano i bombardamenti sulla Galilea,
i morti di Haifa, l’aereo abbattuto a fermare l’esercito israeliano nella
sua corsa nel cuore del Libano verso Damasco.

È un gioco inutile senza storia che toglie il divertimento della gara: è
Israele quello che piscia sempre più lontano e vince tanto più che dalla
fine degli anni 60’ possiede un arsenale atomico.

È ora che i pacifisti assumano la narrazione dominante, la forza dominante
come piano di realtà; conformarsi conformisti per ridurre il danno.

È giusto alzare la voce, come hanno fatto D’Alema e Prodi ed eccepire un
secco "esagerati!" agli israeliani quando bombardano il Libano, poi
delegare al quartetto (USA, ONU, UE e Russia) la gestione delle
contraddizioni per arrivare alla pace in attuazione alla road map.
Bertinotti si chiede cosa farà l’Europa. La risposta è semplice: l’Europa è
la NATO.

E questo scioglie gli indugi e dà ragione alle parole di Napolitano contro
l’anacronismo degli atteggiamenti di antagonismo, di non sottomissione, alla
volontà statunitense.

La maggioranza uscita dalle scorse elezioni deve costruire una politica
estera realistica: ciò che è possibile fare. Il Parlamento italiano è una
splendida casamatta da cui guardare, con pazienza, l’incendio del
medioriente che insieme a un orribile presente, vomita un passato che
sembrava in qualche modo superato, aggiustato, recuperato almeno in Libano.
Troppe speranze inutili, si va oltre e si continua.

Razionalità vuole che l’unico vero problema sia se il Governo manterrà
coesione interna o sarà supportato dagli avversari politici. Non è in
discussione la linea politica, la presenza in Afghanistan e il finanziamento
delle missioni di guerra, ma chi la voterà. Se il governo esiste oppure no.

La riduzione del danno riguarda solo la sanità mentale delle persone elette
che devono votare questo stato di cose.

Penso a Giovanna Capelli ed Erminia Emprin con cui ho condiviso il
coordinamento Donne contro la guerra a Milano, Lidia Menapace e la Consulta
delle donne per la pace, inaugurata a Lodi (ho ancora la cartellina di
plastica rosa offerta dal Comune); i libri di Maria Luisa Boccia e il
pensiero lucido; il coordinamento PERLA di Firenze e la presenza di Marisa
Nicchi: senatrici e deputate

Ragazze, amiche mie affrontiamo lietamente la follia e salviamoci.

Annamaria Medri