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> Farmacisti fascisti ? Sit-in e tensioni a Roma

2 agosto 2006, 11:09

Il fatto che è necessario colpire - su questo nessun dubbio - anche banche ed assicurazioni non assolve tassisti, avvocati e farmacisti.
E poi qui non si sta tanto discutendo della bontà o meno del decreto di Bersani, del quale non mi sfugge una logica liberal liberista ed un certo modello americano ( anche se certi monopoli e privilegi mi appaiono comunque inaccettabili ) quanto del fatto che 12 anni di berlusconismo hanno eccitato un egoismo sociale ed una "fascistizzazione" senza vergogna di ceti piccolo e medio/borghesi.
Nello specifico dei tassisti, che certo non sono in testa dal punto di vista del reddito alla classifica delle peggiori corporazioni, questo atteggiamento fascistoide è però anche più evidente che in altre categorie.
E comunque, la pretesa di tenere bassa l’offerta del servizio - cioè praticamente non far trovare il taxi a chi gli serve - per tenerne alto il prezzo e per spartirsi in pochi quel poco servizio che si rende è una pretesa veramente allucinante.
Indubbiamente a Roma l’intelligente ruolo di mediazione di Veltroni nei confronti del governo ha fatti si’ che i tassisti, salvato anche grazie a Veltroni il principio di poter vendere la licenza, abbiano poi dovuto accettare nuove autorizzazioni ed un ampliamento del servizio.
Ma a Napoli, come in altre città dove non c’è un sindaco come Veltroni, una soluzione di questo tipo appare ben lontana.

Rafaniello by Naples