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LA "SINDROME DA PANCHINA" OVVERO PSICOPATOLOGIA DELL’OPERAIO IN PENSIONE

25 luglio 2007, 14:22

Ho avuto un collega assunto perchè disabile dall’età di 13 anni a causa di una grave forma di poliomelite infantile.
E’ stato veramente "diversamente abile" per tutto il periodo in cui ha lavorato fino alla pensione.
Era estremamente gioioso,; si è laureato in servizio; ha sposato una collega abbastanza carina e avuto dei figli che ama gioiosamente.
Non è la favola del mulino bianco. Una volta "salvò" con una "veduta ampia" a causa della sua "infermità" un cognato a cui dovettero amputare una gamba ma salvò la vita. E la sua vita non è tutt’oggi ancora "leggera".
Su tutto vorrei dirti che a tutti noi colleghi e amici che gli vogliamo bene è successa una cosa "incredibile": spesso non ci accorgiamo neanche di stare a contatto con un "disabile".
E lui non guarda nessuno con gelosia o acredine apprezzando tutti noi a sua volta cosiddetti "normali" cercando in ognuno di noi cosa abbiamo di "diversamente abile".
Adesso in pensione non soffre di "sindrome da panchina". Ha imparato in tutta la sua vita a distribuire bene il suo tempo.