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LETTERA DEL COMPAGNO BUSA

22 marzo 2008, 14:33, di L’avamposto degli Incompatibili

Come non sentirsi lacerare a leggere queste parole?
E come non riconoscerci, noi che giorno dopo giorno subiamo nello spirito e
nella carne le ferite che il potere ci infligge, in queste parole?

Si, l’infelicità e una condizione collettiva.

Non fermiamoci alla propria infelicità individuale, occorre andare oltre
per cercare il riscatto e la liberazione, occorre sentire che qualsiasi
essere umano che soffre e patisce è, non un semplice fratello o compagno di
sventura, ma parte di questo corpo collettivo lacerato ed offeso.

Questo dobbiamo farlo perché, nel caso specifico, il compagno sta facendo
una lotta estrema, una lotta che gli costerà la vita, e quindi sta dando una
grande lezione di coraggio: vuole in questo atto estremo rivendicare la sua
dignità di essere umano.
Quanto di più e più e con più determinazione dobbiamo lottare noi che non
stiamo chiusi in una galera a regime EIV, con un male che non conosce
scampo.

Io mi riconosco nel dolore del compagno Busa, nel suo dolore vedo il dolore
di tutta l’umanità.
Lo so, compagni, a volte lo strazio è tanto crudele
che ci sentiamo impotenti e deboli di fronte a questa ondata di patimento
immane; la conta giornaliera dei morti di lavoro, gli esseri umani ridotti
solo a merce, donne bambini straziati dalla guerra, dalla fame, dalla
miseria in tutto il mondo;
e noi, in particolare, che lottiamo contro queste ignominie, con le nostre
vite destinate al ruolo di capri espiatori perché i potenti facciano la
dolce vita.

Si può vacillare, è comprensibile è umano per noi che siamo umani, perché
ciascuna individualità ha il suo carico di sofferenze nel corpo e nello
spirito
Ma la strada per trovare la forza di cambiare lo stato di cose presente è
solo una capire che

L’INFELICITA’ E’ UNA CONDIZIONE COLLETTIVA DA CUI SOLO COLLETTIVAMENTE SI PUO’
USCIRE.

Essere partecipi ad ogni forma di lotta e la sola condizione per uscire
dall’infelicità e per giungere alla liberazione.
La lotta del compagno Busa è la nostra lotta, come sempre e dovunque un
compagno lotta, e perché la sua lotta non sia vana ha bisogno del nostro
sostegno e della nostra complice partecipazione.

Mobilitiamoci perché gli sia permesso di curasi e stare il più a lungo
insieme a noi, noi abbiamo bisogno di lui come lui ha bisogno di noi: è un
rapporto paritario.

Il compagno Busa deve uscire dalla galera, il compagno Busa deve avere
tutte le cure l’amore e l’assistenza cui ha diritto.
Se lui perde perdiamo tutti noi.
E questo non è tollerabile.

Ti abbraccio Mauro e ti saluto a pugno chiuso.
vittoria
L’avamposto degli incompatibili

Vedi on line : L’INFELICITA’ E’ UNA CONDIZIONE COLLETTIVA