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lettera aperta a LUXURIA

10 dicembre 2008, 14:20, di IGUS

Si ma una critica non esclude l’altra (anzi le comprende entrambe) dato che:

Il capitalismo e l’economia della crescita in genere fanno parte delle ONTOGENESI IMMAGINARIE che caratterizzano le religioni..

Lo dimostra il "feticismo delle merci".. ed i miti economici che ci sovrastano basati tutti sulla deleteria credenza (anche a sinistra) nella crescita e nello sviluppo infinito in un pianeta che è finito (ed infatti vanno via via rivelando la loro natura illusoria e fideistica nel loro infrangersi contro i limiti termodinamici del nostro universo materiale)

Non c’è poi bisgno di ricordare la realtà illusoria della bolla finaziaria recentemente crollata per dimostrare la natura religiosa dell’economia dominante in cui tutti credevano (in primis il clero di questa religione che sono i tanto decantati economisti)

Qualcuno poi aveva anche scritto se non ricordo male "L’etica protestante e lo spirito del capitalismo".. qualcun altro che l’economia moderna con la sua concezione lineare e cumulativa non era altro che una secolarizzazione del cristianesimo ecc..

Insomma c’è ne abbastanza per far rientrare il capitalismo e l’economia sviluppista in genere (anche quella dei defunti paesi dell’est e del riformismo socialdemocratico) nell’alveo deleterio delle religioni..

Altra questione è se col tempo potrà mai essere la specie homo sapiens metafisicamente liberata raggiungendo un ricambio organico con l’universo meteriale o se si estinguerà sotto il peso delle sue ontogenesi immaginarie..