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Ancora la solita amnistia alla verità

16 febbraio 2010, 22:44

...si è arrivati al punto di partenza, tante chiacchiere e un’impasse concettuale ai limiti dell’immobilismo: chi lo dice che desiderare la giustizia sia un marchio della destra (travaglio ora lo sappiamo tutti, è uomo di destra che si fa sane chiacchierate in diretta col Corsi succitato e non solo; uomo de "Il Borghese"). Stabilito che non ci sono le condizioni per l’amnistia e mi sembra prematuro se non embrionale quando non c’è nemmeno uno straccio di colpevole dichiarato e sentenziato tale. Il punto morto rimane nel nocciolo della questione, se non è secondo i parametri del codice penale (oooh inorridirete!) come dovrebbe espiare o fare i conti con la legge il potenziale soggetto accusato di omicidio? Non si premette la teoria alla pratica. E non si invoca giustizia a fasi alterne (in molti altri casi la sinistra ha adottato le vittime di violenza per farsene vessillo e nessuno ha avuto niente da dire). Frattanto per l’ennesima volta si è distolto lo sguardo da quella vicenda straziante anche per un non compagno che è quella volutamente avvolta nel mistero, che pure a distanza di 30 anni non è prossima a soluzione se si invischia in tanti, troppi interessi contingenti. Se la giustizia è qualcosa che per norma serve a regolamentare una società civile per limitare il libero esecizio del reato su chi altrimenti non può e non sa difendersi, di prassi, con un’azione uguale e contraria senza ricorrere alla violenza e a forme parallele di legge. Ma ripeto, dovreste attenervi al tema che è Valerio, ragazzo morto per mano di quell’eversione di destra collusa con poteri alti e malavitosi allo stesso tempo. Ripeto, altrimenti ci dovrebbe andare bene che a distanza di tanto tempo il colpevole stia vivendo la sua vita e i suoi giorni più o meno serenamente, come nulla fosse. Ed è tutto un menare il cane per l’aia. Su questo siamo bravissimi.