Si tratta di una sentenza evidentemente ambigua, ancora una volta basata su di un teorema che non regge. Luigi Ciavardini é l’ennesima vittima dell’ingiustizia italiana e di una repubblica autoreferenziale che per giustificare sé stessa pesca torbidamente nel suo passato. E’ l’ennesimo martire di una classe politica troppo impegnata a cercare impossibili e precari equilibri mentre un innocente viene messo all’indice quale colpevole di un fatto ignobile e scellerato.
Tutto l’impianto accusatorio contro Luigi Ciavardini si "regge" su deduzioni infondate e soggettive di uno stupratore, Angelo Izzo e sulle dichiarazioni di uno "strano" pentito facente parte della banda della Magliana, Angelo Sparti, prima moribondo, poi "miracolato" ed improvvisamente sparito.
Si tratta di una sentenza evidentemente ambigua, ancora una volta basata su di un teorema che non regge. Luigi Ciavardini é l’ennesima vittima dell’ingiustizia italiana e di una repubblica autoreferenziale che per giustificare sé stessa pesca torbidamente nel suo passato. E’ l’ennesimo martire di una classe politica troppo impegnata a cercare impossibili e precari equilibri mentre un innocente viene messo all’indice quale colpevole di un fatto ignobile e scellerato.
Tutto l’impianto accusatorio contro Luigi Ciavardini si "regge" su deduzioni infondate e soggettive di uno stupratore, Angelo Izzo e sulle dichiarazioni di uno "strano" pentito facente parte della banda della Magliana, Angelo Sparti, prima moribondo, poi "miracolato" ed improvvisamente sparito.