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> Lazio-Livorno, dagli spalti cori fascisti e striscioni ignobili

17 aprile 2005, 18:38

Giornata tranquilla, dopo il monito di Pisanu e le nuove regole della Figc
ma da Livorno a Bologna i tifosi si uniscono agli ultras contro tv e leggi fiscali ad hoc
Nessun incidente nelle curve
ma gli stadi voltano le spalle al calcio

La curva vuota del Livorno
LIVORNO - Il presidente del Livorno Spinelli e il sindaco Cosimi non hanno visto il primo gol di Cristiano Lucarelli contro la Fiorentina. Erano ancora fuori dallo stadio insieme ai tifosi che protestavano contro quanto accaduto domenica scorsa, i presunti abusi dei poliziotti dopo la partita contro la Lazio. Così parlano le curve: non solo con scontri, lanci di fumogeni in campo e violenza. Ma anche disertando gli spalti per qualche minuto o per tutta la partita e voltando le spalle al campo in segno di protesta.

Questo è accaduto oggi in molti stadi d’Italia nella prima giornata di campionato in cui sono entrate in vigore le nuove regole decise dalla Federcalcio per fermare i violenti: la possibilità di fermare una partita al primo lancio di oggetti in campo e la sconfitta a tavolino della società retenuta responsabile.

La settimana scorsa Roma, Terni e Milano (la notte del derby di Champions) hanno fatto salire l’emergenza curve, il ministro dell’Interno Pisanu ha chiesto il giro di vite, gli organi del calcio gli hanno mandato un segnale. E oggi su tutti i campi, controlli di polizia più serrrati e occhi puntati sulle curve per individuare il primo indizio sufficiente a far scattare la sanzione.

Non è successo nulla dal punto di vista dell’ordine pubblico e saranno in molti a cercare di intestarsi questo risultato. Un paio di petardi fatti esplodere dai tifosi laziali dopo il gol di Rocchi a Bologna, qualche mazza sequestrata prima di Brescia-Atalanta - la partita considerata più a rischio - e qualche altro sequestro in serie C1 per Sora-Napoli.

Ma è successo qualcosa dal punto di vista del tifo. Gli ultras hanno protestato e, in certi casi, come a Bologna, hanno avuto l’appoggio del resto dello stadio, segno forse che il disagio verso i meccanismi del calcio è molto più diffuso. Protestato contro cosa? Contro il calcio moderno, lo strapotere delle tv, le leggi fiscali fatte ad hoc per evitare i fallimenti delle società di calcio, la repressione e gli abusi di cui gli ultras si ritengono vittime.

A Livorno i tifosi dalla curva nord protestano in silenzio per otto minuti fuori dall’Armando Picchi. Poi
compostamente, all’ordine prestabilito, hanno preso posto sugli spalti del loro settore. Tanti striscioni lungo la recinzione con una sola scritta: "Vergogna", in riferimento ai fatti di domenica a Roma, i presunti abusi delle forze dell’ordine, subiti da parte dei circa 300 tifosi amaranto che hanno seguito la squadra domenica scorsa nella trasferta all’Olimpico contro la Lazio.

Tra gli striscioni, uno dice: "10-04-05 spogliati, picchiati, umiliati: quale reato? Essere livornesi - vergogna". Anche in altri settori dello stadio si vedono ampi spazi vuoti e nello spicchio della curva sud occupata dai livornesi in molti stanno danno le spalle al campo. Anche i tifosi della Fiorentina solidarizzano prima della gara con i livornesi scandendo ripetutamente cori contro le forze dell’ordine. Al termine della protesta, quando la curva si è riempita, l’intero stadio accoglie i tifosi ritardatari con un lungo applauso.

A Milano la Curva nord degli ultras nerazzurri, protagonista martedì scorso del fitto lancio di fumogeni in campo che poi ha portato l’arbitro Merk a sospendere l’euroderby, non inscena nessuna protesta né contestazione prima dell’incontro casalingo contro il Cagliari. Ma gli spettatori sono pochi, 30 mila su 44 mila abbonati. Da segnalare un enorme striscione: "Tutti gli Inter club dicono no alla violenza! Forza ragazzi, noi siamo con voi". Lo stadio applaude lo striscione, la Curva nord rimane in silenzio. Silenzio in curva anche alla lettura delle formazioni, ma dopo pochi minuti dall’inizio della gara gli ultras nerazzurri ritrovano la voce.

A Bologna i tifosi voltano le spalle al campo. Mentre lo speaker annuncia la formazione della Lazio tutta la curva Andrea Costa, quella del tifo bolognese, imitata da buona parte dello stadio, decide di girare (fisicamente, non solo metaforicamente) le spalle. Un volantino spiega il gesto: "A tutti quelli che non vorrebbero pagare le tasse" si legge, con chiaro riferimento alla polemica sulla legge utilizzata dalla Lazio per rateizzare il debito col fisco ed evitare il fallimento, ma anche a tutti quelli "che rimpiangono un calcio vero e giocato sul campo".

A Brescia i tifosi del gruppo Curva Nord Brescia 1911, diffondono, nei minuti precedenti la gara con l’Atalanta, un volantino su cui è scritto: "Se state leggendo questo volantino vuole dire che ci sono buone probabilità che questa partita (la Partita) si giochi, o quanto meno abbia inizio. Molto dipende ovviamente da come ognuno di noi si sarà comportato e soprattutto si comporterà prima e durante l’incontro. "Infatti - è scritto -, grazie all’ennesimo colpo di genio (nonché il ricatto) dell’illustrissimo, onnipotentissimo, nonché presidente della Figc Franco Carraro, da oggi in poi ogni gesto considerato contrario alla morale comune" potrebbe "far sospendere la partita con conseguente sconfitta a tavolino".

Da oggi, prosegue, "le partite e i campionati saranno inevitabilmente falsati (grazie a questo spauracchio) da arbitri che fino ad oggi l’avevano fatto ’solamente’ sul campo, favorendo ovviamente i soliti noti".

(17 aprile 2005)

da Repubblica on line 17.4.05