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Presidio antifascista e contemporaneo minicorteo di merde a Primavalle

17 aprile 2005, 17:15

“Il Menzognero” colpisce ancora.

Il noto quotidiano romano, procedendo ad un miracolo del tipo di quello dei pani e dei pesci, fa diventare la settantina di carogne fascite (superprotette dalle forze dell’ordine) addirittura “200 ragazzi sotto i ventenni e qualche quarantenne”. Mentre i compagni, presenti in almeno trecento-trecentocinquanta davanti la sede del Collettivo Antagonista Primavalle, diventano “alcuni rappresentanti di sinistra” e "30 simpatizzanti". Fra l’altro le “forze dell’ordine” hanno garantito la vergnosa sfilata delle settanta merde inquadrate in fila per quattro con le solite croci celtiche e i ridicoli saluti romani, mentre due plontoni della Guardia di Finanza in assetto antisommossa con quattro blindati hanno chiuso le due estremità di via Casanete impendendo a chiunque di entrare o uscire dalla via fino alla conclusione della pagliacciata fascista in un quartiere completamente militarizzato. Senza contare che molti compagni non sono riusciti neanche a raggiungere per tempo il presidio in quanto la polizia, già dalle 15:00, aveva provveduto a deviare il traffico autobilistico e le corse degli autobus e fermando ogni gruppetto sospetto (di essere compagni) che cercava di avvicinarsi.
Da notare, che mentre da parte del “Il Menzognero” non potevamo che aspettarci una tale cronaca, “Il Manifesto” non ha fatto molto di meglio pubblicando un trafiletto in cui i fascisti erano cento e i compagni duecento. Alla faccia dell’informazione libera e di sinistra.
Segue da “Il Messaggero”

Domenica 17 Aprile 2005

L’ANNIVERSARIO
Rogo di Primavalle: corteo e dossier
Ieri, trentaduesimo anniversario della morte dei fratelli Mattei a Primvalle. In
un’atmosfera irreale, silenziosa il corteo dell’estrema destra: 200 ragazzi sotto i
ventanni e qualche quarantenne. Slogan e saluti fascisti, mentre alcuni
rappresentanti di sinistra presidiava l’area dove l’altro ieri sono stati bruciate le
porte di un due appartamenti e di un centro sociale. Mentre L’associazione
Mattei, creata dal fratello che si salvo dal rogo del ’73, ha presentato un dossier
di controinformazione «per dimostrare che l’accusa di strage ipotizzata dalla
Procura, era già evidente allora».
Marincola all’interno

Domenica 17 Aprile 2005
Giampaolo Mattei: «Lollo è tornato a funestarci la
vita, poteva essere fatta giustizia 32 anni fa»
di CLAUDIO MARINCOLA
Primavalle sembrava ieri quella del ’73. Tutti chiusi in casa, tutti dietro le finestre.
Stesso silenzio, strade vuote, poliziotti in assetto anti-guerriglia per scortare 200
giovanissime teste rasate guidate da un manipolo di quarantenni duri e cupi da
Piazza Clemente XI a via Bernardo da Bibbiena, dove tra saluti romani e slogan
fascisti hanno deposto tre corone per «i camerati caduti».
Da 32 anni la processione dell’estrema destra nelle vie che furono dell’estrema
sinistra, produce lo stesso effetto. Una sfida a quello che un tempo era un
concentrato di comunismi diversi. Tutti ad alto potenziale incendiario, Potop,
Lotta continua, Nuclei combattenti, Autonomia operaia. Allora non occorreva un
motivo preciso perché - divise sulle modalità dell’assalto - le varie sigle della
sinistra extraparlamentare si ritrovassero unite in nome dell’antifascismo
militante. Anche allora, negli anni Settanta, Primavalle era blindata. I cortei
marciavano davanti ai lotti delle case popolari e si concludevano con un calibrato
lancio di molotov sulla vicina sezione dell’ MSI di via Svampa. Fu in questo clima
che i fratelli Mattei rimasero intossicati dalle fumo nell’incendio della loro casa
alle 3 di notte del 16 aprile del 1973. L’anniversario di ieri era diverso.
Con un reo confesso, Achille Lollo. L’ex militante di Potere Operaio condannato
a 18 anni di carcere nel 1987. Dal Brasile, dopo aver negato per anni, Lollo tre
mesi fa ha dato una nuova versione dei fatti. Ha chiamato in causa oltre ai suoi
due complici - come lui condannati ma latitanti, Manlio Grillo e Marino Clavo - tre
persone nuove, Paolo Gaeta, Diana Perrone ed Elisabetta Lecco.
I magistrati Franco Ionta e Salvatore Vitello hanno riaperto un fascicolo già
chiuso dalla Cassazione che ritenne l’incendio doloso e il duplice omicidio
preterintenzionale. La nuova inchiesta ipotizza il reato di strage - non
prescrivibile - ed è vincolata a due rogatorie. Ed eccoci a ieri, al 32esimo
anniversario. Simile purtroppo al primo. Le rivelazioni di Lollo hanno riaperto la
ferita, riacceso gli animi. Al punto che mercoledì notte qualcuno ha versato
liquido infiammabile sotto la porta di due abitazioni in una strada distante solo
poche metri dal caseggiato dove si consumò la tragedia dei Mattei. Stessa
dinamica. Stesso odio. L’obiettivo era probabilmente un esponente del collettivo
antagonista. Ma hanno rischiato di andarci di mezzo una bimba di 17 mesi e i
suoi genitori. Polizia e carabinieri ieri hanno scortato il corteo della destra e
isolato i 30 simpatizzanti chiamati a presidiare il luogo dell’attentato di quattro
giorni fa e il vicino centro sociale Break Out.
È stata una lunga giornata. Iniziata la mattina con la celebrazione di una Messa
alla quale hanno partecipato anche i Mattei. Che non si sono mai stancati di
chiedere giustizia per una strage rimasta impunita. «Lollo è tornato a funestarci
la vita - ha ripetuto ieri Giampaolo Mattei - ma noi continuiamo a combattere».
L’“associazione Mattei” ieri ha presentato un dossier «di controinformazione».
«Per dimostrare - ha detto Giampaolo - che l’accusa di strage ipotizzata ora dalla
Procura era già evidente allora, che il rogo va collocato dentro una precisa
strategia». Il pamphlet è stato presentato in un hotel della capitale. Enzo Fragalà
e l’ex presidente della Regione Lazio Francesco Storace, da sempre in prima fila
sul rogo di Primavalle, non erano presenti perché impegnati nella crisi di
governo. Presente invece il sottosegretario alla Giustizia, Giuseppe Valentino e
l’esponente di An Domenico Gramazio. In platea la mamma dei Mattei con i
nipotini. Anche da nonna non ha smesso di cercare la verità.