Caro Marco
le mia parole come vedi non sono belle per tutti. Sono stata prigioniera per aver avuto in sorte un padre padrone, non puoi capire cosa vuol dire, a volte capita e non solo nelle storie horror, per questo ho conosciuto della vita solo la scuola e ho imparato a sopravvivere scrivendo e amando la liberta’ che non avevo e odiando ogni forma di dittatura dentro casa o fuori, per il resto sono cresciuta sempre rinchiusa, in una solitudine spaventosa, piena di violenze, sapendo che la bellezza del mondo era da qualche parte ma non potevo raggiungerla e che non mi era permesso di vivere nessuna vita per mera crudelta’ mentale. Poi sono scappata dalla prigione sposandomi, ma a quel punto ho cominciato a morire. Strana cosa la vita quando ti scappa sempre e chi e’ vivo lo e’ da un’altra parte. Ci sono molti inferni e a volte e’ dato di conoscerne qualcuno. Ancora una volta mi sono salvata scrivendo. Qualcosa dovevo fare. E morendo, morendo, sono arrivata a 63 anni e non sono stata ancora vinta ne’ ancora morta. Come vedi, e’ stata una gara di resistenza. E ancor oggi scrivo per sopravvivere e so la bellezza che non vedo e spero nella gente che non conosco, come te. La gente e’ bella anche quando non sa di esserlo e se ti attacca e’ solo perche’ non ti conosce e sente il male delle proprie ferite e magari anche tu le fai del male senza volerlo, ma nessuno e’ cattivo.
Dopo tutto ne e’ valsa la pena. Ho imparato a non lasciare mai l’ultima parola a nessuno, ne’ a mio padre ne’ alla morte, e ora e’ diventato un vizio che mi porto dietro, come scrivere sempre. Quando scrivo riprendo il mio rispetto. Puoi capire perche’
mi sei molto caro
viviana
Caro Marco
le mia parole come vedi non sono belle per tutti. Sono stata prigioniera per aver avuto in sorte un padre padrone, non puoi capire cosa vuol dire, a volte capita e non solo nelle storie horror, per questo ho conosciuto della vita solo la scuola e ho imparato a sopravvivere scrivendo e amando la liberta’ che non avevo e odiando ogni forma di dittatura dentro casa o fuori, per il resto sono cresciuta sempre rinchiusa, in una solitudine spaventosa, piena di violenze, sapendo che la bellezza del mondo era da qualche parte ma non potevo raggiungerla e che non mi era permesso di vivere nessuna vita per mera crudelta’ mentale. Poi sono scappata dalla prigione sposandomi, ma a quel punto ho cominciato a morire. Strana cosa la vita quando ti scappa sempre e chi e’ vivo lo e’ da un’altra parte. Ci sono molti inferni e a volte e’ dato di conoscerne qualcuno. Ancora una volta mi sono salvata scrivendo. Qualcosa dovevo fare. E morendo, morendo, sono arrivata a 63 anni e non sono stata ancora vinta ne’ ancora morta. Come vedi, e’ stata una gara di resistenza. E ancor oggi scrivo per sopravvivere e so la bellezza che non vedo e spero nella gente che non conosco, come te. La gente e’ bella anche quando non sa di esserlo e se ti attacca e’ solo perche’ non ti conosce e sente il male delle proprie ferite e magari anche tu le fai del male senza volerlo, ma nessuno e’ cattivo.
Dopo tutto ne e’ valsa la pena. Ho imparato a non lasciare mai l’ultima parola a nessuno, ne’ a mio padre ne’ alla morte, e ora e’ diventato un vizio che mi porto dietro, come scrivere sempre. Quando scrivo riprendo il mio rispetto. Puoi capire perche’
mi sei molto caro
viviana