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> LA NUOVA TEOCRAZIA

23 giugno 2005, 21:57

Signor Burbank,
personalmente sono convinto che talvolta (se non spesso) per riuscire ad essere "a favore di" qualcosa o qualcuno, bisogna saper essere "anti", e in molti casi è addirittura inevitabile esserlo.
Se, ad esempio, si vuol essere a favore della libertà, della democrazia, della tolleranza, della pace, della giustizia, è necessario schierarsi con vigore e coraggio CONTRO ogni forma di oppressione sociale e politica, CONTRO ogni forma d’intolleranza e di razzismo, CONTRO ogni guerra ed ogni violenza, CONTRO ogni forma d’ingiustizia sociale e via discorrendo.
Fatta questa breve premessa, mi pare davvero una litania noiosa ed ossessiva quella di rammentare, esaltare e sottolineare ogni volta il "grande" merito di papa Wojtyla il quale si è "fermamente" e "strenuamente" opposto alla guerra in Iraq!
Avrei voluto vedere che non lo avesse fatto, dato che gli conveniva farlo!
Tale posizione è stata funzionale alla rinnovata strategia politico-egemonica del Vaticano negli ultimi 20-25 anni, una strategia tesa a riaffermare il primato e la centralità, non solo spirituale, della Chiesa cattolica romana nella scena politica nazionale ed internazionale.
In tale direzione ed in tale ottica va inquadrata la storica battaglia di Giovanni Paolo II contro i regimi dell’Est europeo, ma anche contro il neoliberismo guerrafondaio made in U.S.A.
Allora tutti hanno celebrato ed osannato la figura del papa polacco che, dopo la sua morte, ha addirittura ricevuto in omaggio una vera e propria beatificazione mediatica.
Ma, indagando bene in profondità, penetrando oltre gli orpelli superficiali delle belle parole, delle facili prediche e delle dichiarazioni di principio, ci si aggorge che quella è stata solo una linea strumentale ed ipocrita, un atteggiamento di facciata, un’opposizione meramente verbale.
Il pontificato di Karol Wojtyla è stato invece profondamente segnato da altre vicende, molto meno nobili ed edificanti, di cui quasi nessuno ha osato parlare.
Si pensi al sostegno esplicitamente offerto ad alcuni tra i più feroci, criminali e sanguinari regimi della storia contemporanea, mi riferisco alla dittatura di Pinochet in Cile; si pensi alla condanna ed alla censura nei confronti della teologia della liberazione e del dissenso interno alla Chiesa; si pensi alla copertura morale offerta al cardinale Marcinkus, principale responsabile e protagonista dello scandalo Ior, la banca vaticana; si pensi all’oscurantismo culturale, al conservatorismo e al primitivismo di stampo medioevale in materia di diritti al divorzio e all’aborto (tanto per citare i temi più bollenti), e in generale rispetto all’emancipazione dei costumi sessuali delle donne e non solo; si pensi al processo di restaurazione autoritaria, assolutistica e verticistica compiuto all’interno della Chiesa e del suo apparato di potere; si pensi all’ecumenismo fittizio di Wojtyla, espresso soltanto a parole, ma nei fatti contraddetto da innumerevoli e spiacevoli vicende di intolleranza, di ingerenza, di sopraffazione, e peggio ancora!!!
Insomma, come al solito, SI PREDICA BENE E SI RAZZOLA MALE, MALISSIMO! E questo è un malcostume tipico e ricorrente nella storia secolare del papato e della Chiesa cattolica romana, campionessa universale dell’ipocrisia e della menzogna!
Ebbene, se Wojtyla è stato un papa "conservatore", Ratzinger è addirittura un reazionario!
Un esempio alquanto emblematico e significativo di questa svolta in senso reazionario compiuta dal Vaticano e dalla CEI del cardinale Ruini, lo si è immediatamente avuto durante l’ultima campagna referendaria, nella quale la scelta astensionista non è stata casuale, ma studiata con diabolico cinismo.
Si pensi ai metodi intimidatori ed alle ingerenze esercitate dai vescovi, dai preti, dal clero (alto e basso) più reazionario e retrogrado, nei confronti di milioni di fedeli, di parrocchiani, di credenti, a cui è stato impedito di esprimersi democraticamente, secondo la libertà di coscienza.
Non a caso la tattica astensionista, oltre che intercettare (come molti opinionisti hanno già osservato) l’astensionismo "fisiologico", ha precluso la libertà di voto proprio attraverso la soppressione della segretezza, nella misura in cui nel segreto dell’urna l’elettore (specie se ricattabile e vulnerabile) si sente più tutelato.
Non è un caso, infine, che persino autorevoli personalità dell’odierno dissenso cattolico (mi riferisco, ad esempio, a Don Vitaliano Della Sala) non hanno potuto far sentire la propria voce, avendo subito ricatti ed imposizioni di stampo terroristico...

Credo che possa bastare, signor Burbank?

Saluti libertari,
Don Chisciotte