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VENT’ANNI DOPO, Rifugiati italiani, vite in sospeso

Publie le vendredi 5 décembre 2003 par Open-Publishing

VENT’ANNI DOPO, Rifugiati italiani, vite in sospeso

VINGT ANS APRÈS - Réfugiés italiens, vies en suspens


In una sala di cinema del Quartire Latino, è stato
presentato il libro che raccoglie le immagini e la parola
di alcuni protagonisti di una storia cominciata alla fine
degli anni ˜70, che la mancata amnistia rende infinita.
La serata organizzata " per ringraziare tutti coloro
che hanno aiutato, che sono e saranno solidali con i rifugiati
italiani ", in realtà non è tanto simbolica
come vorrebbe esserlo un bel gesto di gratitudine. Guardandosi
intorno, tra abbracci e saluti, ci si ritrova ancora, nonostante
i percorsi individuali abbiano segnato le differenze personali
ed esasperato le spaccature politiche, a raccontare e anche
rivendicare una storia collettiva che non appartiene e non
vuole appartenere solo ad una " piccola folla di ammutinati
", citando
Erri de Luca nel suo intervento di solidarità con
gli esuli : " Non ho l˜autorità per interpellare
un presidente della Repubblica o il governo. Ma al popolo
ho voglia di dire : Abbiate a cuore la parola data ! In
Francese esiste una parola precisa che si chiama Onore,
ed è di origine latina, e voi date ancora più
peso a questa parola quando ad essa le opponete Odio : L˜Onore,
in Francia, conta, o no ? " .
Il libro, edito da Nautilus, con testi di G.Agamben, Paolo
Persichetti, J.Derrida, Erri De Luca e molti altri documenti
traccia una storia minimalista grazie al lavoro fotografico
di V. Solari ; poche pagine di testimonianze concise sull˜esilio,
rappresentano le vite di qualche centinaia di donne e uomini
sconfitti, fuggiti dall˜italia a causa della militanza
nella lotta armata. Ci rivelano un microcosmo politico e
umano, fatto di storie che contrastano con la Storia, quella
scritta dai pentiti e nelle aule dei tribunali speciali
che smistavano i processi politici di massa, quella di una
Giustizia di Stato che infliggeva condanne ed elargiva "
premi " grazie alle leggi dell˜emergenza tutt˜ora
in vigore.
" Oggi i rifugiati degli "anni di piombo"
non sono più ospiti ma ostaggi delle politiche europee
sull’estradizione", dicono gli avvocati presenti.
Vent’anni dopo, la memoria non è un dovere ma un
diritto, questo avevano voglia di dire italiani e francesi
che ieri sera, in qualche centinaio, si sono trovati ancora
una volta, insieme, per continuare a difendere il diritto
dei rifugiati a restare in Francia.

M N

En
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