Iraq: la guerra privata di mister GeorgeW.Bush
Dal nostro corrispondente in Italia
Roberto di Nunzio
Un terzo dei soldati americani impiegati in Iraq sono
a tutti gli effetti dei mercenari. Il Collettivo Bellaciao è in
grado di svelare il nuovo businnes militare della Casa Bianca:
ingaggiare mercenari pagandoli a peso d’oro. Ed arricchire
così le società di “consulenza” degli amici di famiglia,
come nel caso della “Halliburton” di Dick Cheney, il vice
presidente degli Stati Uniti. Quale era in realtà l’obiettivo
dell’attentato del 12 maggio scorso a Ryad, in Arabia Saudita
ed attribuito ad “Al Qaeda”? Il Parlamento italiano era stato
informato che i militari italiani sarebbero stati schierati
fianco a fianco con dei mercenari negli scenari di guerra
dell’Iraq e dell’Afghanistan?
Secondo i dati forniti dal Pentagono risultano impegnati
ancora oggi in Iraq circa 180.000 soldati americani, divisi
in compagnie e plotoni dislocati su tutto il territorio iracheno
al comando degli ufficiali dei vari corpi, che rispondono
a loro volta al comando militare centrale di Tampa, in Florida.
Conosciamo le difficoltà che l'esercito di occupazione incontra
dalla "fine" della guerra per normalizzare il paese arabo,
dell'ostilità sempre più visibile della popolazione civile,
ultimi gli studenti dell'Università di Baghdad. Sappiamo
delle polemiche che continuano ad avvolgere la spedizione
militare anglo-americana basata su dossier falsi o, nella
migliore delle ipotesi, gonfiati e drammatizzati ad arte
per forzare la mano anche alle più deboli resistenze di quanti,
nei palazzi del potere di Washington, Londra, Madrid e Roma
avrebbero preferito un percorso che passasse attraverso le
procedure e le regole delle Nazioni Unite prima di intraprendere
una campagna di guerra il cui esito è, a tutt'oggi, ancora
del tutto indefinibile.
Abbiamo sotto agli occhi una mobilitazione internazionale,
ormai perenne e senza precedenti, in opposizione ad un conflitto
ed un'occupazione che definire arbitrari è dir poco. Ma quello
che trapela in queste ore sembra far impallidire ogni polemica
e scontro fin qui aperti. Dei 180.000 soldati impiegati in
Iraq, ben un terzo, ovvero 60.000 di loro sono mercenari.
Soldati privati, dipendenti da agenzie e società private
americane che hanno firmato dei contratti che potremo definire
di "leasing" con il Pentagono per la fornitura di uomini,
istruttori e mezzi. Un businness calcolato (per difetto)
in 100 miliardi di dollari. E che getta una luce inquietante
e davvero sinistra sulla gestione del conflitto in Iraq e
che pone domande ed interrogativi che arrivano fino a noi.
Alla Presidenza del Consiglio italiana, al Minstero degli
Affari Esteri ed al Ministero della Difesa.
Le "Mpc" (Military
private companies) che hanno firmato i contratti segreti
con il Pentagono per il "noleggio" dei "corporates warriors" (i
soldati privati al soldo delle autorità militari americane)
appaiono saldamente presenti nella classifica delle 500 compagnie
più potenti degli Usa, e nel "gotha" delle "Mpc" appare la "Halliburton",
la compagnia che visto in qualità di vicepresidente, l'attuale
braccio destro alla Casa Bianca del presidente GeorgeW.Bush,
Dick Cheney. L'elenco prosegue con la "Vinnell Corp", la "Dyn
Corp", quindi la "Mpri", la "Cubic" e la "Ici". L'impiego
delle "Military private companies" non è soggetto per il
loro impiego ad alcuna approvazione da parte del Congresso
degli Stati Uniti, e vengono gestite direttamente dal Pentagono,
in concorso con i servizi di sicurezza militari e la Casa
Bianca.
Ai vertici delle "Mpc" siedono ex alti ufficiali dell'esercito
Usa e non è infrequente il caso di compagnie create "ad hoc" dai
servizi di sicurezza americani, ponendovi al comando uomini
di fiducia, per poter così aggirare ogni comunicazione ufficiale
al Congresso per il loro invio in aree del mondo di particolare
interesse politico-strategico-militare-economico per la Casa
Bianca. La presenza dei moderni "soldati di ventura", oltre
che in Iraq, è segnalata in Afghanistan, e sono proprio i
corpi militari privati di fiducia dell'amministrazione Bush
ad essere attesi di giorno in giorno nella Liberia devastata
dalla guerra civile.
I corpi speciali "privati" vengono impiegati anche in operazioni
ancor meno convenzionali come ci ricorda Giovanni Porzio: "Il
Pentagono ricorre da tempo all'"outsourcing", l'impiego di
freelance esterni in lavori semiclandestini. In Colombia
Mpri e Dyn Corp sono utilizzate per aggirare i limiti imposti
dal Congresso al dispiegamento dei militari Usa. Gran parte
del miliardo e mezzo di dollari per la lotta alla droga stanziati
da Washington per il “Plan Colombia” è stato assegnato alle
due società, i cui piloti, veterani del Vietnam e della guerra
del Golfo, sono impegnati nella fumigazione delle coltivazioni
di coca nel Putumayo e in operazioni segrete contro la guerriglia
marxista". O, come ribadisce, indignato François Misser in
un articolo apparso sul mensile "Nigrizia" che svela i retroscena
dell’impiego in Africa delle “Mpc”: Senz'ombra di ambiguità William
Thom responsabile della "Dia" per l'Africa, giustifica in
questi termini, in nome dell'efficacia, il nuovo mercenariato " l'Africa,
prima e dopo l'era coloniale, e dopo le indipendenze, ha
una lunga tradizione di ricorso a truppe straniere incaricate
di garantire, a pagamento, la sicurezza nazionale". E in
ogni caso, pronostica Thom, la domanda è destinata a crescere
per vari motivi: l'indifferenza del mondo sviluppato, la
riluttanza dell'Occidente a impegnare i propri eserciti e
l'inadeguatezza delle regole di ingaggio dei caschi blu delle
Nazioni Unite nei conflitti etnici".
Il
meccanismo di reclutamento degli attuali mercenari non ha
nulla di "romantico" o di avventuroso: i caffè di Marsiglia
o qualche hotel fuori mano di Instanbul o di Vienna. Se non
addirittura le pagine degli annunci economici dei quotidiani
popolari francesi come per decenni usava fare il mercenario
più famoso del mondo, quel Bob Denard che tra un arresto
ed una rocambolesca cattura ha passato la vita a levare le
castagne dal fuoco, per conto del governo di Parigi, in tutti
i paesi dell'Africa francofona. Bob Denard, dopo una vita
spesa a combattere in Estremo Oriente e in Africa, era sbarcato
alle Comore nel '76, prima per rovesciare e poi per reinsediare,
sempre per incarico del governo francese, il presidente Ahmed
Abdallah, considerato l'uomo più ricco dell'intero Oceano
Indiano. Diventato poi suo uomo di fiducia, aveva creato
e diretto la temutissima Guardia presidenziale. A conclusione
di lunghe e violente vicissitudini, Denard era stato accusato
a Parigi dell'omicidio di Abdallah avvenuto nel 1989 e solo
dieci anni più tardi era stato assolto. Ma ormai il clima
non era più buono per lui nelle Comore, dove possiede una
gigantesca tenuta e molteplici interessi. Che intende tutelare
costi quel che costi nel solo modo che la vita gi ha insegnato:
un esercito di mercenari e armi fornitegli dai "soci" residenti
in Sud Africa e Mozambico e che sono in pratica la sua polizza
di assicurazione sulla vita. "Il fenomeno dei mercenari è vecchio
come la guerra", afferma Stefano Gulmanelli in un articolo
apparso su KontroKultura (
www.kontrokultura.org/archivio/mercenari.html),
" la stessa etimologia della parola "soldato" lo lascia intuire - e nel recente
passato, soprattutto negli anni '60 e '70 ha avuto anche qualche esponente di
punta avvolto da un certo alone di leggenda. Come il francese Bob Denard, aficionado
dei colpi di Stato nelle isole tropicali dell'Oceano Indiano - con una particolare
predilezione per le Comore - o come "Mad Max" Hoare, celebre per aver soffocato
la rivolta dei Simba nell'ex-Congo belga negli anni Sessanta. Ma accanto a quelli
che comunque sono pur sempre poco più che gruppi di sbandati pronti a tutto,
sta emergendo un'altra figura di combattente a pagamento: il professionista della
guerra, messo sotto contratto o alle dipendenze di "private security companies" che,
alla stregua di qualsiasi multinazionale, hanno proprie strategie di mercato,
pubblicizzano il loro prodotto con "show reel" televisivi e stipulano regolari
contratti secondo la legislazione internazionale”.
Le moderne "Pmc" si presentano come delle aziende super tecnoligiche,
con grandi sedi reali sparse sul territorio degli Stati Uniti
ed altre sedi di rappresentanza nel mondo, soffici moquettes
e grandi carte geografiche alle pareti. Sale riunioni insonorizzate
ed aprova di "ascolto" dove vengono firmati i contratti più importanti
e delicati: come il contratto stimato in 800 milioni di dollari
l'anno che la "Vinnel Corp" ha sipulato con il Pentagono
e le autorità dell'Arania Saudita per l'addestramento globale
e la fornitura di uomini e mezzi per i corpi sepciali sauditi.
E proprio questo contratto di "consulenza" ha contribuito
a far luce sul recente attentato compiuto lo scorso 12 maggio
a Ryad, la capitale saudita: quella notte duecento chili
di plastico "C4" furono fatte saltare nei pressi di un condominio
residenziale abitato da cittadini stranieri. L'attentato
venne subito attribuito alle cellule islamiche di "Al Qaeda".
Ma quello che non venne mai rivelato è che una parte di quel
residence era stato affittato ed adibito a sede locale operativa
proprio dalla "Vinnell Corp".
Su
Internet sono numerosi i siti di società internazionali che
mettono a disposizione dei clienti uomini e mezzi per risolvere,
a colpi di fucile e di intelligence, qualsiasi crisi politica
nazionale ed internazionale. All'indirizzo web
www.sofmag.com troviamo
la home page della rivista più autorevole, a livello mondiale,
per quanto riguarda i mercenari: il "Soldier of Fortune Magazine",
stampato in America e distribuito nei cinque continenti.
La rivista contiene articoli sulle varie crisi politiche
internazionali e schede tecniche sugli ultimi prodotti dell'industria
bellica internazionale. Tra le società che offrono a clienti
istituzionali o privati personale e supporto logistico per
la sicurezza e l'attività di intelligence c'è la "Dyn Corp".
Secondo il "Soldier of Venture", questa società ha affiancato
in attività di intelligence e con fornitute di uomini e mezzi
il governo americano nel corso dei momenoti più acutoi di
crisi nel Kosovo. La "Dyn Corp" fornisce anche servizi complessi
di sicurezza ed è in grado di impiegare unità navali, aeree
e terrestri armate fino ai denti. Un altro "qualificato" gruppo
di mercenari è disponibile al sito
www.combatgroup.co.za.
L'unità ha sede in Sud Africa ed è già operativa in diverse
nazioni: dal Sud Africa alla Gran Bretagna. All'indirizzo
web
www.sandline.com è possibile
consultare le pagine di una delle più importanti ed affermate
compagnie di mercenari britanniche.
Per fugare ogni dubbio circa la partecipazione delle autorità americane
alle attività delle "Mpc", i bandi di reclutamento presenti
sul sito internet della "Dyn Corp" per selezionare soldati
da inviare in Iraq sono preceduti dalla frase in bella vista " Ricerca
di personale specializzato per conto del Dipartimento di
Stato americano". Impressionante leggere la scheda dati fornita
dalla "Dyn Corp" stessa che denuncia espilcitamente un giro
di affari di oltre 15 miliardi di dollari l'anno, ben 40.000 "dipendenti" e
750 sedi sparse per il mondo. Infine, i neo ministri del
governo fantoccio iracheno insediato dalle autorità Usa a
Baghdad figurano tutti sul libro paga della "Saic": 6 miliardi
di dollari di fatturato, 35.000 "dipendenti" e sedi in 150
città del mondo.
I "corporates warriors" che lavorano per la difesa americana
in Afghanistan come in Iraq, sono gruppi militari completamente
autosufficenti (persino le uniformi e le razioni di cibo
sono fornite dalle società "madre") e con un proprio comando
autonomo. In pratica viene loro indicato un obiettivo preciso:
la copertura di un'area, l'incursione in una enclave ostile,
la sorveglianza ed il controllo di obiettivi strategici,
e gli ufficiali che guidano i "corporates warriors" devono
svolgere il compito loro assegnato e rispondono direttamente,
e solo, al comanda americano. Normalmente vengono impegnati
nelle aree più rischiose o in quelle zone dove sarà più facile
smentire la propria presenza ufficiale in caso di "incidenti".
Sotto il loro comando ricadono anche quelle compagnie militari
di altri paesi presenti sul teatro del conflitto e che ufficilamente
affiancano le forze Usa nella campagne militari. Come nel
caso degli inglesi, dei polacchi e degli italiani, per citare
l'esempio dell'Iraq.
A
questo proposito, il Parlamento italiano è stato preventivamente
informato dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi,
dal Ministro degli Esteri Franco Frattini e dal ministro
della Difesa Antonio Martino della presenza nello scenario
di guerra afghano e iracheno di compagnie mercenarie al soldo
del Pentagono e del Dipartimento di Stato degli Sati Uniti?
E della possibilità che ufficiali "privati" possano assumere
il comando di operazioni nelle quali sono o saranno coinvolti
militari italiani? O, anche in questo caso, come nella vicenda
tuttora aperta del falso dossier dell'uranio del Niger, le
autorità italiane nulla sapevano e di nulla erano state informate?
I nuovi mercenari, non facendo parte strutturalmente di un
esercito regolare, non godono di alcun trattamento non solo
pensionistico, ma neppure sanitario. In caso di ferite sul
campo di battaglia vengono rimpatriati e dovranno curarsi
a spese loro. In caso di morte, il corpo viene restituiro
alla famiglia senza tante formalità. E neppure il funerale
con la bandiera a stelle e strisce ed il pocchetto d'onore.
Il trattamento salariale è circa il doppio di quello di un
soldato "regolare": dai 7.000 dollari al mese per non graduato
fino, ed oltre, i 15.000 dollari al mese per gli ufficiali
di grado maggiore.
Circola una battuta a Washington, tra gli analisti militari
ed i componenti del congresso, come ha rivelato recentemente
Alix Van Buren su "la Repubblica": " le Mpc? Hanno più generali
per metro quadrato del Pentagono".
La stessa battuta è però il motto di una delle più floride
compagnie private, la "Mpri".
Lo sapevano a Washington?
Siti web delle “Mpc”:
www.cubic.com
www.vinnell.com
www.mpri.com
www.dyncorp.com
www.ici.com
30.07.2003
Collettivo Bellaciao