Home > CHE VERGOGNA ONOREVOLE CHITI

CHE VERGOGNA ONOREVOLE CHITI

Publie le giovedì 15 settembre 2005 par Open-Publishing
1 commento

Dazibao Elezioni-Eletti Governi Enrico Campofreda

di Enrico Campofreda

Quotidiano “La Repubblica” di ieri. Come ovunque c’è l’apertura con la notizia della volontà del Centro-destra di cambiare in vista delle prossime politiche la legge elettorale. Cambiarla in corsa e a proprio vantaggio, privilegiando un proporzionale che rovescerebbe un eventuale insuccesso di quella coalizione che l’attuale maggioritario renderebbe una disfatta.

Ipotesi, certo, ma neanche tanto peregrina in quei corsi e ricorsi vichiani vissuti dalla politica. E la memoria va alla “Legge truffa” del ’53 che viene ricordata da un testimone eccellente, quel Pietro Ingrao allora onorevole del Pci e molti anni dopo addirittura Presidente della Camera.

Nell’articolo Ingrao rievoca il clima infuocato di quella fase vissuto dai deputati comunisti con animo e partecipazione militanti. Lui stesso racconta “d’aver preso un sacco di botte (dalla polizia di Scelba, nda) e di essere entrato nell’aula di Montecitorio con un fazzoletto insanguinato sulla fronte: ‹Questi erano i riti, i modi anche elementari con cui tentavamo di mandare messaggi al Paese›.

Stagione culminata nella celebre battaglia della domenica delle Palme quando nell’aula di Palazzo Madama, dopo essersi presi a pugni, a calci e a morsi, i senatori sradicarono microfoni e tavolette dai loro scranni per usarli come clave. Intanto fuori notte e giorno duecento grandi invalidi assediavano il Senato per il mancato aumento delle pensioni battendo ritmicamente sul selciato le ciotole metalliche con cui a intervalli consumavano le loro piccole refezioni”.

Voltiamo pagina e confrontiamo questi ricordi con la dichiarazione del coordinatore dell’Ufficio di Presidenza delle Primarie dell’Unione, il diessino Vannino Chiti, alla notizia che il candidato dei Disobbedienti sfidante di Romano Prodi sia un “candidato senza volto che indossa un passamontagna arcobaleno in segno di rifiuto della guerra”. Chiti afferma: “Se un candidato si presenta in passamontagna viene fatto arrestare sulle scale”.

Complimenti onorevole Chiti! Lei ritrova il livore questurino contro i movimenti d’opposizione che caratterizzò l’azione del suo ex partito negli anni Settanta, con Pecchioli più zelante di Cossiga nel far arrestare operai e studenti che lottavano coi metodi del Pci di qualche lustro avanti.

Li vedete i Chiti, i Fassino, i D’Alema entrare a Montecitorio con le teste insanguinate ? Ma nemmeno in un film di fantascienza!

Che abisso con la generazione dei comunisti anni Cinquanta e Sessanta che, pur parlamentari e riformisti, non rinunciavano alle battaglie anche dure per la difesa della democrazia contro i golpe legislativi. Erano fianco a fianco dei semplici militanti di partito a sfidare la repressione poliziesca. Se lo faccia raccontare dal compagno Ingrao, onorevole Chiti. E si vergogni.

Messaggi

  • Come già espresso in un altro post forse il problema vero dell’Italia e la perdita dei valori, degli ideali della nostra classe dirigente...
    Questi anni di Berlusconi hanno evidenziato tuuto il marcio che c’è...ma al tempo stesso ha coperto il vuoto che abbiamo nel centro sinistra...
    ...cito da altra fonte..Scegliere tra Berlusconi e Prodi e come scegliere tra la vasellina e il burro...ma il culo è sempre il nostro!

    Andrea