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Intervista a Lafontaine: "Questo successo cambierà l’agenda politica"

Publie le martedì 20 settembre 2005 par Open-Publishing

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Intervista a Lafontaine: "Questo successo cambierà l’agenda politica, ora chiediamo la cancellazione dell’Agenda 2010"

"Abbiamo fermato la destra Ora fermiamo le riforme"

di Simonetta Cossu

L’enfant terrible della politica tedesca è tornato. Oskar Lafontaine rientra in Parlamento quasi da trionfatore dopo sei anni di assenza. Lo fa con classe, senza mai citare il cancelliere che lo costrinse a dare le dimissioni da ministro e che oggi, se avesse il coraggio, potrebbe offrirgli di nuovo un posto di governo.

Lo incontriamo subito dopo le prime proiezioni che vedono lui e la nuova sinistra radicale lanciata verso un successo atteso, ma non per questo meno entusiasmante.

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Possiamo a questo punto dire che Oskar Lafontaine è tornato, da protagonista e vincente...

Sì, certamente sì. O almeno così sembra. Farò del mio meglio per rappresentare gli elettori e le elettrici che mi hanno sostenuto e votato.

Come giudica questo successo elettorale?

E’ un grandissimo successo non solo perché entriamo in Parlamento con un gruppo forte, ma anche perché siamo riusciti a fermare lo schieramento di destra che vuole lo smantellamento dello Stato sociale. Il panorama politico tedesco si trasforma in maniera decisiva. Gli schieramenti più forti avevano in programma misure neoliberiste, ma grazie al nostro successo per loro sarà molto difficile metterle in atto. Molte delle loro riforme non saranno più possibili. Si vede che siamo stati in grado di fare "più politica" noi in queste ultime settimane, che loro tutti insieme. Abbiamo cambiato la politica in Germania, dimostrando che una dinamica tra diverse esperienze può dare un grande risultato. Siamo riusciti a coinvolgere, nuovamente, sindacati e consigli di fabbrica nella politica. Non è poca cosa per un partito che è nato solo quattro mesi fa.

Quali ripercussioni, secondo lei, potrà avere il risultato di Die Linke in Europa

E’ in moto una sorta di modernizzazione della sinistra che riesce a far partecipare quanti negli ultimi anni hanno disertato la politica. Credo che il successo della sinistra in Germania sarà importante per tutte le forze alternative e radicali in Europa. Come abbiamo visto in occasione del referendum contro il trattato costituzionale europeo, in Francia e nei Paesi Bassi, dove le popolazioni hanno respinto le politiche neoliberiste e chiedono riforme, ma di sinistra. Per questo sono fiducioso: la sinistra in Europa si affermerà e si rafforzerà.

Quali sono le vostre prospettive. Quali sono le istanze che porterete in Parlamento?

Lavoreremo insieme ai sindacati e ai movimenti, insieme a loro porteremo avanti le politiche che saranno in controtendenza con quelle che sono state avanzate fino ad ora e che hanno soprattutto difeso gli interessi delle imprese. Quello che vogliamo è un grande cambiamento dell’agenda politica.

Sarebbe disposto a tornare al governo con la Spd?

Quello che noi chiediamo sono politiche diverse di quelle che hanno promosso fino ad oggi. Ad esempio vogliamo il ritiro del pacchetto di riforme del mercato del lavoro: la cosiddetta Hartz IV, che prevede maggiore flessibilità per orari e salari. Chiederemo la cancellazione dell’agenda 2010, che taglia pensioni e sanità. Proporremmo l’introduzione della patrimoniale, In materia di politica estera sosteniamo che la Germania non debba partecipare più a guerre in violazione del diritto internazionale. Sono queste le istanze e i cambiamenti che chiediamo, e lo faremo insieme ai nostri partners, i movimenti. A chi mi chiede se preferisco Merkel o Schroeder rispondo: io guardo ai programmi e non alle personalità, tutto il resto è un teatrino assurdo.

Quale è stato secondo lei il più grande errore della Merkel?

Non ha fatto che fare errori. Prima ha sfidato l’elettorato proponendo riforme che sono risultate inaccettabili anche al suo schieramento come l’innalzamento dell’Iva, che è proprio l’ultima cosa che deve essere fatta visto che poi a risentirne sono le tasche di tutti i tedeschi. Poi si è fatta aiutare in campagna elettorale da un professore che ha avanzato una proposta fiscale che avrebbe infranto i principi su cui si basa da sempre il nostro Stato sociale, che prevedeva tasse più basse per i redditi alti e tartassava i redditi inferiori. Un errore che ha spaventato i tedeschi, che alla fine l’hanno punita negandole il voto.

http://www.liberazione.it/giornale/050920/LB12D6AF.asp