Home > Al palasport Rifondazione comunista apre la campagna per le primarie in un (...)

Al palasport Rifondazione comunista apre la campagna per le primarie in un clima di entusiasmo

Publie le domenica 25 settembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Incontri-Dibattiti Partiti Elezioni-Eletti Partito della Rifondazione Comunista Parigi

Gli auguri di Haidi Giuliani e Lothar Bisky. Ingrao e Bertinotti: "Ciampi, mandali tutti a casa L’Italia ha l’occasione per aprire un ciclo di sinistra’

di Castalda Musacchio

Una questione politica, prioritaria. Un fatto che non si può più tacere quando la crisi tocca le radici della democrazia. Un dovere: chiedere a Ciampi di sciogliere anticipatamente le camere affinché si ricorra al più presto ad elezioni anticipate.

In un palalottomatica gremito, al termine di una festa che per un mese intero è divenuta luogo di dibattito, incontro, discussione, fermento, il messaggio lanciato dal palco del meeting nazionale di "Liberazione" non poteva essere più netto e chiaro per non lasciare adito ad alcuna ambiguità. E a lanciarlo non poteva che essere un uomo d’"eccezione" Pietro Ingrao: "Quando si arriva a un punto limite come quello che attraversa questo momento politico non si può che chiedere che questo governo vada a casa".

Lo dice con passione Ingrao, quella stessa che ha agitato tutto il "meeting", un calore spontaneo dei tanti - soprattutto ragazzi e ragazze - che assiepavano il palazzetto. E quello stesso appello è stato di nuovo raccolto e fatto proprio dal segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti che non ha mancato di portarlo all’attenzione delle forze del centrosinistra con un’altra richiesta per far cadere il governo delle destre. Una mobilitazione immediata per far sì che inizi «un nuovo ciclo storico».

«Dobbiamo vincere, dobbiamo cacciare il governo Berlusconi, ma quando abbiamo vinto a nessuno venga in mente di dire: lacrime e sangue. Il risanamento può essere fatto superando l’ingiustizia, a pagare deve essere chi si è arricchito, a pagare deve essere la rendita». E’ questo il senso del "cambiamento" che Rifondazione comunista propone al Paese a partire dalle primarie dell’Unione. Con una premessa che vuole essere il "momento fondativo" della nuova politica. Ritrovare - come scriveva Gramsci - quella «connessione sentimentale con il popolo». «Restituire la politica al popolo - ha spiegato ancora Bertinotti - è una condizione necessaria per combattere le solitudini». Per questo i primi cento giorni del nuovo governo dovranno «parlare al popolo». Affinché innanzitutto si riesca a far uscire il paese dalle tante ingiustizie causate principalmente dalle politiche neoliberiste. Da qui al primo punto del programma - sottolinea ancora il segretario di Rifondazione - non vi può che essere il grande problema della politica: invertire una tendenza determinata da quella dicotomia povertà-ricchezza.

E qui le altre proposte che avanza Rifondazione. Punto d’onore innanzitutto l’immediato ritiro delle truppe italiane dall’Iraq e dagli altri scenari di guerra. Inoltre quella questione decisiva della giustizia sociale a partire dall’impegno per una «ridistribuzione del reddito a favore di salari, stipendi e pensioni». Per colpire le grandi ricchezze non il piccolo risparmio che - scandisce Bertinotti - non verrà toccato. Togliere l’Ici dalla prima casa, per colpire i grandi patrimoni immobiliari. «I lavoratori - spiega ancora il segretario di Rifondazione - pagano tasse del 37,5% mentre le rendite finanziarie sono tassate al 12,5%. «Una disparità intollerabile».
La politica in sostanza deve tornare a «impicciarsi della vita quotidiana». Anzi delle tante vite quotidiane che vengono taciute, di quei milioni di lavoratori che sono ormai «invisibili», dei tanti giovani che vivono in una condizione indegna di precarietà, di chi lavora in condizioni disumane. Di chi non ce la fa a sopravvivere. Di chi in sostanza non ha più diritti.

Da qui le altre richieste: che venga definito un tetto per la remunerazione di tutti gli incarichi pubblici, la creazione di un salario sociale per i giovani, misure per la tutela del potere d’acquisto dei lavoratori, lotta alla precarietà del lavoro e un nuovo tipo di intervento pubblico in economia.

In definitiva ancora all’attenzione della platea e alle forze del centrosinistra sono stati portati quelli che sono i punti programmatici di Rifondazione a partire dalla cancellazione della legge 30, della Bossi-Fini, della riforma Moratti.
Poiché la politica non può che riportare al centro dei dibattiti quella "questione morale" per eccellenza che non può che essere la lotta alle diseguaglianze. Perché c’è ancora bisogno di un altro salto più grande: che cambi il destino individuale e politico di ciascuno. E - citando ancora Ingrao - affinché «la qualità della vita cambi non solo per trovare "pane e libertà" ma anche pace e natura».

Quello che chiede il segretario di Rifondazione è una vera svolta rispetto al neoliberismo imperante degli ultimi cinque anni: «Dobbiamo prendere le distanze dall’esperienza di governo di destra, ma anche da quella dei precedenti 25 anni. Per aprire un nuovo capitolo della storia del Paese». La platea applaude. In prima fila siede Heidi Giuliani che dal palco ha lanciato i suoi auguri al segretario di Rifondazione sottolineando quanto il movimento dei movimenti lo "segua" da vicino.

Accanto lo stesso direttore di "Liberazione" che non ha mancato di spiegare nel suo intervento quanto sia difficile contrastare quel pensiero unico dominante anche nel mondo dell’informazione. Quello stesso che non parla delle tante storie di vita vissuta sulla pelle degli "invisibili" e che non fa altro che allontanare le persone dalla politica. In prima fila c’è anche Lothar Bisky, leader dell’ex partito comunista della Germania dell’Est e protagonista con l’ex socialdemocratico Lafontaine del successo della lista di sinistra radicale alle recenti elezioni tedesche che, a sua volta, dal palco, si è detto certo del fatto che proprio quell’esperienza d’oltrefrontiera - con la vittoria della sinistra radicale - porterà i suoi frutti anche in Italia per le prossime elezioni. Una speranza che lo stesso "grande vecchio" Ingrao accoglie con un sorriso. E’ la speranza di tutti. E di tutte.

http://www.liberazione.it/giornale/050925/LB12D6FD.asp