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Appunti di Biologia Sociale : LA STORIA, LA MEMORIA, LA CHIESA

Publie le venerdì 14 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Storia Carmelo R. Viola

di Carmelo R. Viola

La storia è il divenire della specie umana: secondo la biologia sociale è tutto il possibile in senso positivo e in senso negativo. Ciò vuol dire che non è finalizzata ad alcunché (teleologismo) ma soltanto offre alla specie la possibilità di crescere fino a "compiersi". Per comprenderci bsogna fare un passo indietro. Ogni specie animale si può dire paradossalmente compiuta nella sua incompiutezza (rispetto all’uomo). La sua eventuale evoluzione riguarda il comportamento nel suo insieme ma non mai l’uso della ragione. Solo la specie umana può evolversi razionalmente fno a toccare il cielo. Toccare il cielo significa avere una ragione consapevole, etica, biosocioaffettiva. Ebbene, la storia offre alla specie umana solo la possibilità di "compiersi". Possibilità significa solo ciò che dice la parola e nient’altro.

L’uomo, che ha raggiunto un certo livello intellettuale, scandaglia la storia del suo simile e la descrive. Crea le condizioni della memoria. In tal modo apprende come la sua specie si è comportata nel passato e come può evolversi nel futuro. La biologia sociale ci fa notare che, come abbiamo già visto, la specie umana non si compie acquistando ragione e tecnologia sic et sempliciter. Ragione e tecnologia non fanno uomini ma animali ragionanti cioè "antropozoi", animali dall’aspetto umano, degli "adolescenti della specie" e la storia ci dice quanto cattivo e feroce possa essere un animale ragionevole. specie se dotato di tecnologia, un antropozoo.

Il soggetto della nostra specie si compie solo con la sintonia bioaffettiva con i propri simili (alias "amore del prossimo"). La storia è carica di atrocità commesse da antropozoi - adolescenti della specie - il che ha una spiegazione biologica: il primo istinto naturale, che è quello della fame, ripete quello dell’animale, per cui nutrirsi è l’effetto finale della distruzione: l’erbivoro distrugge cose; il carnivoro distrugge anche esseri viventi. L’antropozoo è un animale antropomorfo onnivoro: si nutre anche del piacere di distruggere una cosa qualsiasi.

Se la storia è il divenire della specie umana, l’uomo reale è ciò che diventa mentre l’uomo compiuto è chi ha raggiunto la sintonia bioaffettva, non assimila il nutrirsi alla distruzione, si ritrova nei suoi simili e quindi tocca il cielo con un dito.

La storiografia - con che io intendo anche la semplice descrizione ragionata di fatti - serve alla memoria La letteratura storica è sconfinata e comprende anche i testi cosiddetti sacri come la Bibbia. La cosa paradossale è che ancora gli studiosi non hanno un concetto scientifico dell’uomo, distinguendolo in buono e cattivo e non piuttosto in poco o molto evoluto, legato comunque alle attitudini innate e all’inflenza ambientale , salve fatte le eventuali patologie mentali. Le influenze ambientali possono riportare a galla l’animale che c’è nell’uomo. Non si nasce criminali ma lo si è fino ad un certo livello di evoluzione ovvero lo si è nella misura della propria animalità attiva (Cesare Beccaria è un’altra cosa).

E’ da qualche tempo che si parla di memoria, del dovere di ricordare quanto di negativo l’uomo ha fatto a carico del suo simile nel secolo scorso: perché non si ripetano i casi di fratricidio che antropozoi hanno consumato per l’appunto durante il secolo scorso e non con una sola divisa.

Anche la Chiesa partecipa al coro - come se fosse innocente - e il suo intervento è tanto più sconcertante quanto più essa è una delle maggiori fautrice di violenza antiumana della storia. La Chiesa è un caso unico. Nata come pretesa istituzione fondata da Cristo, figlio di Dio, e quindi divina, è diventata una teocrazia assoluta con una gerarchia capillare ed una liturgia che, con la transustanzazione (trasformazione di Cristo in innumeri ostie) non ha niente da invidiare alla più avanzata magia. Ma la cosa più importante è che, superati i primi tre secoli di persecuzione romana, la Chiesa ha preteso formulare delle verità inconcusse (dogmi) perfino quella dell’infallibilità del papa nel momento in cui, lo stesso, ex cathedra, enuncia dogmi di fede, e di perseguitare e punire i diversi con ogni forma di tortura.

Quella che doveva essere una "ecclesia" (comunità), simile a quella di Gesù, diventò un potere dispotico che dividerà il mondo in due parti ( i cattolici e i non cattolici) e realizzerà le più raffnate coercizioni fisiche contro gli eretici, gli ebrei ed altri perfino bruciando vivi i resistenti come Giordano Bruno. Il Tribunale dell’Inquisizione, istituzione prima vescovile e poi papale, con pubbliche manifestazioni di supplizi di ogni inimmaginabile crudeltà, durò secoli finché Napoleone vi pose termine ai primi del secolo Ottocento. All’interno della Chiesa vigeva nel contempo altra volenza anche per il potere e la lussuria. Basta ricordare i Borgia e la vendita delle indulgenze.Le Crociate contro i musulmani sono il caso unico di una Chiesa-Stato che aggredisce altri credenti per motivi di potenza, nel caso specifico con il pretesto di liberare il sepolcro di Cristo.

Durante i diciassette secoli seguiti alla farsa di Costantino, la Chiesa ha intrecciato ogni tipo di rapporto politico con capi politici anche indegni. Al potere temporale non rinunciò mai ma ne venne privata con le armi il 20 settembre 1870. Una delle più vicine e più grandi prodezze della Chiesa è l’avere contribuito al crollo dell’Urss essendole stata impedita quella sistematica interferenza che esercita nello Stato italiano pur sapendo trattarsi di Stato aconfessionale.

Ebbene, questa Chiesa, che partecipa al coro del "non bisogna dimendicare", come se non avesse nulla da nascondere, sostiene che bisogna dimenticare i propri diciassette secoli che il papa polacco ritiene di avere cancellatto con un singolare e grottesco autoperdono. Quanto io intendo dire è perché la Chiesa pretende di coprire la memoria di così tanti secoli. Perché:

1 - ammettere che la Chiesa abbia potuto compiere tutte quelle cose significa disconoscerle ogni divinità;

2 - significa privarla di ogni legittimità storica;

3 - significa indicare ai fedeli di credere ad un istituto che non ha niente di divino e che non può esigere alcun rapporto di fede e di sudditanza;

4 - signifca infine destituire la Chiesa di ogni titolo morale e giuridico nei riguardi dell’Italia e del mondo intero.

Questa è l’unica ragione per cui la Chiesa, mentre partecipa al coro della memoria, fa del tutto per far dmenticare la propria storia ai fedeli e al mondo e di essere solo un’istituzione umana e non certo delle migliori.

Carmelo R. Viola
Centro Studi Biologia Sociale
crviola@mail.gte.it