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Il rosso e il nero

Publie le lunedì 17 ottobre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Elezioni-Eletti Primarie

di CaniSciolti

Il giorno dopo le primarie il centrosinistra si ritrova a fare i conti. I conti con i quattro milioni e mezzo di elettori che si sono recati alle urne per "scegliere" il candidato dell’Unione alle prossime elezioni. I conti delle preferenze espresse che vedono una larga affermazione di Romano Prodi, con Bertinotti di rincorsa e con una buona percentuale, Mastella e Pecoraro Scanio galleggiano, mentre affondano il "nulla internettiano" Scalfarotto e i disobbedienti "mediatici" della Panzino e del "senza volto".

Dal centrodestra arrivano, come nei giorni scorsi, battute da caserma, punzecchiature e si irride a uno strumento democratico, con tutti i difetti e i miglioramenti possibili, che permette di esprimere il proprio pensiero, com’è il voto. D’altronde nella Caserma delle Libertà, che cerca di apparire unita, in pratica quello che non è mai stata, si assiste ai giochini di posizione di Follini e Casini che cercano visibilità schiacciati dalla figura e dal peso economico, finanziari, mediatico di Berlusconi che ha imposto, con la guardia del corpo rappresentata dalla Lega, veti e ricatti, , la sua candidatura sempre e comunque.

Tenta di smarcarsi dal can-can delle soubrette di Forza Italia, modello Cicchitto e Schifani, il pallido ( in tutti i sensi) Gianfranco Fini che cuoce a fuoco lento sulla graticola dei colonnelli di Alleanza Nazionale, i vari Alemanno, Storace, e compagnia.

Il giorno dopo le primarie dell’Unione è un giorno su cui pesa un omicidio. Quello di Francesco Fortugno, vicepresidente del Consiglio regionale calabrese ed esponente di spicco della Margherita. Un omicidio di mafia, perchè la ’ndrangheta calabrese è mafia. Un omicidio nel più classico stile mafioso che suona, per il personaggio ucciso, per il luogo, per i tempi, come un avvertimento forte, univoco a fare i conti con chi, sul territorio comanda, e vale a dire la criminalità organizzata. L’omicidio avviene a Locri, terra dove lo Stato non esiste da anni, e nei giorni successivi all’approvazione del progetto del Ponte sullo Stretto di Messina.

I risultati delle primarie vedono quindi un’anima rossa e un’anima nera.

Un’anima, quella rossa, rappresentata da Bertinotti che diventa l’ala più a sinistra dello schieramento ma che ha il dovere di passare dalle enunciazioni ai fatti, iniziando a prendersi responsabilità di governo e compattando un partito, come Rifondazione con molte anime, forse troppe.

Un’anima, quella nera,rappresentata dalle molte contraddizioni che nel centrosinistra ci sono e ci auguriamo non ci saranno più. Pensiamo, ad esempio, alle politiche, che Romano Prodi ha avvallato quando era presidente della Commissione europea e citiamo la direttiva Bolkestein fra le tante. Nera come le politiche sul lavoro, la scuola, l’immigrazione fatte in questi anni anche dai governi di centrosinistra da Amato a Dini, da Prodi a D’Alema.

Non intendiamo nera come il colore amato dai vari Tremaglia, La Russa e i post fascisti di Fiuggi, intendiamo nera come la notte. Una notte buia, come quella di uno Stato distrutto, cancellato dalle leggi ad personam di questa maggioranza, da politiche sociali che hanno cancellato diritti e che hanno allargato la soglia di povertà, l’insicurezza del domani di milioni di cittadini.

Una notte nera come questo Governo che ha portato l’Italia a condividere con gli Stati Uniti di quel guerrafondaio di George W. Bush, l’avventura disastrosa dell’occupazione dell’Iraq.

Ora è il momento dei blanci all’interno del centrosinistra, ci saranno analisi, incontri, distinguo. Vogliamo pensare che quei quattro milioni e mezzo d’italiani che hanno votato abbiano voluto dare un segnale forte. Ma non solo, o unicamente, a Berlusconi e ai suoi alleati dimostrando la voglia di partecipare, ma sopratutto ai vari leader del centrosinistra, compreso Romano Prodi.

Perchè sono loro che in questo momento devono ascoltare la legittima richiesta di chi è stanco di politica gridata, polemica e dove gli interessi di parte o di partito sono prioritari rispetto ai reali bisogni dei cittadini.

Ci auguriamo che da oggi, passata la sbornia elettorale e propagandistica, s’inizi una vera e reale stagione politica. Una politica che si occupi davvero di dare risposte, di costruire un domani migliore, una società veramente equa e solidale e che la Costituzione Repuubblicana sia difesa e applicata compreso l’art.11 in cui si afferma che " l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali ".

Una politica che torni ad essere partecipazione attiva e non delega in bianco, che i partiti non siano più centri di potere e di poltrone ma strumento di rappresentanza vera, concreta. Che si torni nelle strade, nelle piazze, tra le persone, nel quotidiano e che non si faccia politica mediatica nei salotti di Vespa o Costanzo.

La scommessa che il centrosinistra ha davanti e che deve vincere, è quella di tornare alle radici di una democrazia, all’utilità del confronto, del dibattito, delle scelte condivise.

L’augurio è che questo avvenga perchè l’alternativa è più nera di quello che appare.

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