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Donna dubbiosa sull’idea di donna delle donne del Foglio

Publie le venerdì 2 dicembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Stampa Donne

Lettera di Caterina Soffici

Al direttore

Chiedo ospitalità al suo giornale laico per porre a lei e a tutte le prestigiose firme femminili che si sono esercitate sull’argomento (dall’amica Eugenia Roccella a Nicoletta Tiliacos a Lucetta Scaraffia) la seguente domanda: credete davvero che le donne sarebbero migliori se si comportassero come voi auspicate?

Se non ho male interpretato la posizione di codesto foglio laico, la donna perfetta dovrebbe avere le seguenti caratteristiche. Essere dotata da madre natura di ovaie molto sane e produttive (in modo da non dover mai far ricorso a diavolerie tecniche per rimanere incinta).

Fare molti figli e farli da giovane. Essere quindi fortunata e trovare un uomo adatto con cui riprodursi entro i 33 anni (dopo, si sa, la curva della fertilità cala vertiginosamente e le diavolerie sono in agguato, eccetera). Evitare di eseguire qualsiasi esame diagnostico durante la gravidanza, che potrebbe rivelare malformazioni fetali o altro, perché la donna perfetta non si fa ammaliare dalle facili sirene dell’eugenetica moderna, e cercare di mettere al mondo un figlio sano è solo una forma di retrivo egoismo.

Non parliamo poi dell’aborto, che la donna perfetta aborrisce e condanna come l’Olocausto del nuovo millennio.

Sarebbero anche da evitare rapporti prematrimoniali per non avere spiacevoli
sorprese di cui sopra e perché la "scelta procreativa" (quando e come fare dei figli) è un valore negativo per la società.

Date queste premesse, la famigliola felice che si è prontamente riprodotta potrebbe trasferirsi (ma non è obbligatorio) in un mulino bianco dove si sfornano focaccine calde per colazione e si va a scuola cantando per mano alla mamma accompagnati da volteggi di rondini.

Inoltre la donna perfetta ha finalmente capito che è tempo perso affannarsi a cercare un proprio posto nel mondo e che il nuovo femminismo made in Usa le riconosce sì una dignità di donna in quanto tale, ma anche e soprattutto come moglie e madre. La famiglia, questa panacea di tutti i mali come ben dimostrano le cronache quotidiane, è il rifugio dove la donna perfetta trova la sua realizzazione, come fattrice di vita e - perché no - anche di ottime crostate.

Sarebbe infatti auspicabile che la donna finalmente liberata dalla falsa retorica femminista che la vuole uguale al maschio, si riappropri dei suoi spazi. In una parola: la cucina e il tinello. Giustamente un paese dove le donne hanno un ruolo di primo piano come la Svizzera, le giovani pulzelle frequentano nella scuola pubblica cantonale corsi di economia domestica in modo da non trovarsi impreparate di fronte alle dure scelte della vita (per le torte di mele è meglio la farina doppio zero o quella di grano duro?). Ci appelliamo al ministro Moratti perché segua l’esempio del civile Canton Ticino e introduca anche in Italia corsi di cucina pratica: alle elementari si diano le basi della pomarola ma ci si assicuri che alle superiori le allieve siano in grado di preparare un soufflé.

In fondo non è difficile, bastano pochi e semplici accorgimenti perché la novella donna perfetta ritorni quell’angelo del focolare baluardo dei valori veri e la cui fine ha
segnato la disgregazione delle famiglie patriarcali.

Purtroppo sono appena tornata da un viaggio in Egitto, dove ho visto una società fondata sui valori forti e patriarcali. Una società povera e dura, dove le donne fanno molti figli (7, 8 anche 10) e li fanno da giovani. Dove le donne si sposano a 16 anni con un uomo che non hanno scelto. Dove, è vero, non esistono aborto e fecondazione assistita, ma se non porti il velo sei considerata una poco di buono e le adultere sono messe al bando (nelle campagne succede ancora che le lapidino). Bello l’Egitto, dove la società è permeata di valori importanti e condivisi. Sono i valori musulmani, percorsi da potenti venti di fanatismo e di intolleranza, talvolta così esasperati da diventare liberticidi. Bello l’Egitto (e mettiamoci anche i paesi suoi
confratelli) culla del senso religioso, tanto che per esso si è disposti a uccidere.

Il nostro opulento occidente ha perso il senso del sacro dietro l’ abbaglio di mille nullità, minato da troppo modernismo, scientismo e falso liberalismo. E codesto foglio laico ne ha fatto giustamente la sua battaglia. Ma io sinceramente preferisco vivere in un occidente avviato alla dissoluzione relativista piuttosto che in Egitto.