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Agnoletto replica a Castelli: "LE SENTENZE DOVREBBERO FARE GIUSTIZIA, NON DIS-EDUCARE"

Publie le sabato 22 luglio 2006 par Open-Publishing

Movimenti Giustizia Vittorio Agnoletto

Comunicato stampa di Vittorio Agnoletto

Dopo le sentenze per i fatti di corso Buenos Aires, Agnoletto replica a Castelli:

«LE SENTENZE DOVREBBERO FARE GIUSTIZIA, NON «DIS-EDUCARE».

Milano, 19 luglio 2006 - «Castelli dimentica che sono stati assolti nove
imputati, nove persone che si sono fatte quattro mesi di carcere senza aver
commesso alcun reato. Mentre personaggi in vista, rei di crimini ben
peggiori, tornano a casa dopo pochi giorni. Questo garantismo basato sulle
classi sociali non può essere di certo educativo!».

Così Vittorio Agnoletto, eurodeputato della Sinistra unitaria europea,
portavoce del Genoa Social Forum ai tempi del G8 di Genova, replica alle
dichiarazioni rilasciate dall’ex ministro della Giustizia, a poche ore dalla
sentenza sui fatti di corso Buenos Aires, a Milano.

«É gravissimo - aggiunge - che sia stata resuscitata l’imputazione di concorso morale: in base a questo chi si trova in un luogo in cui viene commesso un reato e non riesce ad impedirlo rischia di essere condannato solo per essersi trovato in
quel dato posto. È allucinante, ognuno deve rispondere solo delle proprie
azioni, sulla base di prove certe».

Castelli ha poi auspicato che i magistrati dei processi di Genova tengano
conto di quanto stabilito oggi a Milano. «La questione - commenta Agnoletto
 è ben diversa per quei processi.

A Genova si tratta di individuare le responsabilità dei vertici delle forze
dell’ordine e dello Stato che ordinarono la mattanza.
E in questo caso di parla di responsabilità diretta, non di concorso morale.

Se dovesse valere la logica aberrante di Castelli che brinda ai quattro anni
per i ragazzi di Milano, allora per i torturatori in divisa di Bolzaneto e
della Diaz dovremmo aspettarci decine e decine di anni di condanna.
Noi ancora non abbiamo capito il perché di quelle giornate cilene: forse
proprio Castelli, che era all’epoca ministro della Giustizia, potrebbe
aiutarci...».