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6 OTTOBRE 2006 TUTTI I PRECARI in PIAZZA

Publie le lunedì 2 ottobre 2006 par Open-Publishing
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Dazibao Lavoro - Disoccupazione Manifestazioni-azioni

ASSUNTI TUTTI, ASSUNTI SUBITO, ASSUNTIDAVVERO

Venerdì 6 OTTOBRE 2006

MANIFESTAZIONE NAZIONALE

ore 09.30 P. della Repubblica a ROMA

Con la scusa dei blocchi delle assunzioni e della riduzione degli organici per le esigenze di Bilancio, si è proceduto a sopperire alle esigenze reali di servizio con contratti precari dei più svariati tipi: quasi 500 mila tra LSULPU, Cantieristi, Tempo determinato, C.f.l. (contratti formazione lavoro), Co.Co.Co., Contratto a progetto, Partita Iva, Interinali, Lavoratori precari della scuola e supplenti scuole e asili nido comunali, Titolari di assegni di ricerca o similari alle dipendenze delle Università o degli Enti pubblici di ricerca e altrettanti Dipendenti di ditte e coop. poichè molti sono stati i servizi esternalizzati (con profitti enormi per le aziende appaltatrici e un forte spreco di risorse pubbliche).

Il nuovo governo di centro sinistra ha fatto grandi dichiarazioni contro la precarietà; ma è un fatto che oggi in Italia, grazie anche al Pacchetto Treu, è lo Stato il maggiore datore di lavoro precario e a nero. I Ministri parlano solo di copertura del turn-over e non dicono come e quando.

È, invece, ora di passare dalle parole ai fatti e di dare una soluzione complessiva e in tempi brevi a tutti i Lavoratori precari: è necessaria una legge che permetta l’assunzione a tempo indeterminato di tutti quelli che hanno oggi contratti precari e lavorano "a nero".

scarica gli allegati. Aderisci allo sciopero e partecipa alla manifestazione

di tutti i precari della P.A.

http://assuntidavvero.rdbcub.it/


http://www.edoneo.org/

Messaggi

  • Trentamila precari in piazza a Roma “Rispettate le promesse!”.

    6 ottobre 2006

    (RCA/News). Roma. - Un corteo molto determinato e molto partecipato, con un numero di partecipanti nettamente superiore anche alle previsioni degli organizzatori (le RdB/CUB). Nonostante le difficoltà di mobilità dovute allo sciopero del trasporto pubblico locale sono ormai più di trentamila i precari che hanno manifestato nel centro di Roma. Nel frattempo gli occupanti del centro sociale Angelo Mai, sgomberati violentemente dalle forze dell’ordine mercoledì scorso, hanno occupato un nuovo edificio nei pressi di Piazza Venezia. Molti dei partecipanti al corteo hanno potuto leggere gli striscioni appesi dagli occupanti tra i quali “Museo dello sfrattato”.

    Molto visibili i Vigili del Fuoco con le loro divise. Anche loro chiedono la stabilizzazione del loro rapporto di lavoro in un contesto caratterizzato da una carenza di organico ma al tempo stesso dalla presenza di migliaia di operatori precari.
    “Il nuovo governo non ha mantenuto le promesse. Il Governo stesso parla di ben 25 mila posti vacanti nel settore, in un paese caratterizzato dalla piaga estiva degli incendi e dal dissesto idrogeologico diffuso. Le RdB chiedono che le carenze di organico vengano coperte assumendo tutti i precari che già operano con enormi sacrifici tra i Vigili del Fuoco. Le risorse finanziarie per concedere a tutti un contratto degno, a tempo indeterminato, possono facilmente essere reperite attraverso la diminuzione delle spese militari. La militarizzazione del corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, alla quale ci siamo sempre opposti, ha creato non solo un uso improprio dei lavoratori in operazioni di ordine pubblico, ma anche una casta di funzionari e burocrati superpagati mentre invece gli operatori lavorano per pochi spiccioli. Altri sindacati hanno rinunciato al loro ruolo e si limitano a gestire le politiche lavorative insieme ai governi di ogni colore, noi andiamo avanti nella lotta per la stabilizzazione di tutti i posti di lavoro che garantirebbe un miglior servizio anche per le popolazioni assistite” spiega Giovanni Maccarino delle RdB Vigili del Fuoco.

    “Nel nostro settore vengono addirittura impiegati contratti che scadono ogni 20 giorni e che possono essere rinnovati solo per un totale di sei mesi l’anno a scapito della qualità del servizio e in maniera incompatibile con l’alta qualificazione professionale richiesta ai Vigili” afferma Manuel, precario di Milano.
    Presenti alcuni deputati del PdCI, Francesco Caruso del PRC, Marco Ferrando del Partito Comunista dei Lavoratori, il sindaco di Locri con il gonfalone del Comune, esponenti della Rete dei Comunisti e di altre forze della sinistra.

    Luigi Romagnoli delle RdB, intervistato da Radio Città Aperta, denuncia la condizione dei lavoratori precari all’interno di enti come Inps e Inail che dovrebbero garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle condizioni di sicurezza mentre nei fatti utilizzano forme precarie di contrattazione. “Vogliamo una sanatoria complessiva in tutto il pubblico impiego” afferma Romagnoli. “300 cocopro, nel call center di Bari, operano come dipendenti Inps e Inail ma sono gestiti con contratti precari dalla società Omnia service al quale il servizio è stato appaltato. Lavorano con mansioni da tempo indeterminato ma prendono pochi euro e non si vedono riconosciuto nessun diritto. Non è l’unico caso in cui i call center di amministrazioni pubbliche sono composti da lavoratori precari. Lo Stato è il maggior datore di lavoro precario nel nostro paese. Senza contare la vergogna di migliaia di ex lavoratori socialmente utili e lavoratori di pubblica utilità (LSU ed LPU) che sono assunti a tempo determinato ormai da 6 anni ma che per vedersi riconosciuto un contratto a tempo indeterminato come gli spetterebbe dovranno sottoporsi ad un ennesimo concorso pubblico capestro. Lo Stato si fa garante della precarizzazione attraverso la esternalizzazione dei servizi, alcuni dei quali di carattere strategico, operando il blocco delle assunzioni e sempre maggiori tagli degli organici. Un vero e proprio massacro della pubblica amministrazione. Noi oggi manifestiamo anche contro lo scippo del Tfr regalato dal governo ai fondi pensione privati senza nessuna garanzia per i lavoratori. Anche se i lavoratori non optano per regalare i propri soldi ai fondi pensioni privati comunque il 50% viene destinato ad un fondo pensione gestito dall’Inps che serve al governo per fare cassa senza nessuna garanzia per i lavoratori. Anche contro lo scippo del TFR l’RdB e tutto il sindacalismo di base sciopereranno il 20 ottobre e poi il 17 novembre prossimi.”

    (RCA)