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Da Parigi: Franco Turigliatto, il governo Prodi e Rifondazione

Publie le mercoledì 28 febbraio 2007 par Open-Publishing
12 commenti

Dazibao Partito della Rifondazione Comunista Parigi

Il compagno Franco Turigliatto é stato eletto al Senato della Repubblica nelle liste del PRC-SE con i voti dell’intero partito e non soltanto con quelli della mozione che egli ha sostenuto al congresso del 2005.

Egli rappresenta dunque in Senato l’intero partito, la cui maggioranza uscita dal Congresso di Venezia ha deciso di entrare nell’Unione e di partecipare al governo Prodi.

Ne consegue che il suo operato, come senatore, sara’ esaminato dal Collegio di Garanzia, che garantisce, appunto, i diritti individuali e quelli delle minoranze nella misura in cui l’esercizio di tali diritti non confligge con quelli del partito, luogo nel quale minoranze e maggioranza si confrontano democraticamente.

Cio’ detto, non possiamo ignorare l’esistenza di una contraddizione fra il voto dei movimenti contro la guerra e la linea del nostro partito su questo punto - da una parte - ed il raddoppio della base militare USA di Vicenza, la conferma della presenza delle truppe italiane in Afghanistan, il silenzio dello stesso nostro partito sulla decisione USA di installare il sistema missile/antimissile in Polonia e nella Repubblica Ceca - dall’altra.

Quando in Val di Susa come a Venezia o a Vicenza si verificano episodi di contestazione degli orientamenti del partito, occorre essere coscienti che le soluzioni amministrative delle contraddizioni che sorgono nel corso dell’azione del governo Prodi non possono e non devono sostituire quelle politiche, pena il distacco del partito dai movimenti che lo sostengono e l’inaridimento degli ideali che rappresenta.

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

Circolo "Carlo Giuliani" di Parigi

Messaggi

  • dunque, in pratica? Quando sotto bandiera tricolore si spara in Medio Oriente cosa diciamo/facciamo? Buoni buoni per non far Toranre Berlusconi? E se si avrà una escalation in Iran? Obbedir tacendo? Obbedir con brontolii? O non obbediamo proprio? Siamo davvero con le spalle al muro... e qua vengono al pettine tutti i nodi della selta istituzionale (vero e proprio collare). Con poszioni di sinistra NON si riesce a governare. Per stare al governo occorre soffocare il nostro essere di sinistra. Lo dico senza pretesa di avere soluzione e senza voler fare della polemica "tanto per"... ma, perdinci, ci rendiamo conto o no che si mostrano tutti i limiti della pretesa di far qualcosa anche semplicemente di sinistra stando al governo? ciao a tutte e tutti. Rolando

    • Attenzione , è questo che solleva Rolando un problema grosso, enorme , con cui in Italia, stante l’esistenza di un governo non di sinistra dal 1947 al 1996 facciamo fatica a confrontarci , cioè come la sinistra può governare tenendo conto di una miriade infinita di variabili ; e ne elenco un po’ solo per capire :
       il fatto di essere inseriti organicamente in un sistema europeo che ci pone paletti , regole e limiti che non si può fare a meno di rispettare pena l’espulsione dal sistema stesso con ogni conseguenza del caso
       il fatto di essere inseriti in un sistema di moneta unca
       il fatto di essere inseriti in un sistema globalizzato, per cui un temporale ad Osaka lo si sente fino a Biella
       il fatto di avere a che fare con una burocrazia che da sempre ha vissuto con governi non di sinistra
       il fatto che l’elettorato italiano è conservatore , razzista e cattolico , per cui mentre vota a sinistra per il sindaco, ha paura di un governo che gli porti via i quindici giorni nel villaggio turistico o il cellulare dell’ultimo tipo o che dia il voto al musulmano
       il fatto che non si riesce comunque a governare senza una coalizione , con diverse sfumature della sinistra , e quindi non si può fare a meno di compromessi
       il fatto che l’informazione è globalizzata ed ha costi tali che è in mano a soggetti imprenditoriali
      E’ sufficiente ?
      Quindi come governare è il problema sostanziale, perchè quand’anche si raggiunga il consenso , ma un consenso forte, non quello su cui si basa l’attuale Unione , se non si riesce a fare il fattibile, che spessissimo purtroppo non è il meglio ma il meno peggio , il consenso lo si perde .E questo è forse la vera sfida , al di là di ogni dubbio o mal di pancia . Ed è difficile sapersi muovere , anche perchè l’opposizione è invece una calda nicchia rassicurante : la facilità della critica verso il potere è assolutamente inebriante , in sostanza si ha sempre ragione , si fanno i bei gesti e ci si sente meglio : un po’ come lo shampoo di Gaber .
      E mi piacerebbe si discutesse su questo , possibilmente senza luoghi comuni o frasi fatte .
      Buster Brown

  • Io invece sono molto deluso, questo governo non ha fatto proprio niente per discostarsi dal governo Berlusconi, solo piccole sfumature; in cosa è "pesata" Rifondazione? Sono state aumentatele spese militari del 13%, mentre si era promesso di ridurle, missioni in Libano, Afghanistan, ora si farà la tav, Dal Molin, si modificano i coefficienti delle pensioni, non si parla più di abolire la legge Biagi, conflitto di interessi ecc.
    Chi coerentemente e seguendo il mandato per cui è stato eletto come Franco Turigliatto vota contro viene espulso dal partito.
    Non voterò mai più PRC e come me tanti altri, solo i movimenti sono la speranza per cambiare qualcosa.

    Matteo

  • passatemi la battuta... il problema NON è "dire qualcosa di sinistra" (come suggeriva Moretti a Dalema)... ma FARE qualcosa di sinistra... :-(
    E’ possibile fare qualcosa di sinistra in un governo vincolato da tutto ciò che "deve rispettare" per non uscire dai parametri imposti dal FMI /Banca Mondiale/Unione Europea?! Ed a farlo insieme al resto della compagine è possibile? Qui si pone un problmea davvero nodale... anche senza andare a rispolverare questioni astratte: con un max 15-20% della popolazinoe italiana che vorrebbe che qualcosa di sinistra fosse fatto... è possibile farlo?! Se i rapporti di forza parlamentari sono questi...

    • Credo che la storia del movimento comunista è segnata dal duello riformismo-rivoluzione. Ora il problema non è convincere qualcuno a cambiare campo, ma ha spiegare chiaramente quali sono stati in questi anni le conquiste dei riformisti.
      Bene qualcuno dei riformisti si faccia avanti. Io ritengo possibile essere rivoluzionari anche quando non vi è una guerra civile dispiegata. Turigliatto è rivoluzionario perchè ha cozzato contro i limiti del riformismo, ha dimostrato che il sistema si involve inevitabilmente, è un’organismo putrescente.

      Il capitalismo non si riforma, ti strozza, ti ingloba, ti rende dipendente dal sistema fino all’ultimo neurone. Un partito come il PRC rigetta i nueroni che non accettano la via riformista al ...
      Al che cosa è un’altra risposta che deve darci il riformatore, da parte mia io credo che il socialismo ha ancora da dire la sua!!!

      Oppure questo è il mondo migliore possibile!!!

      Io non lo credo.

      Giuseppe da Novate

  • Cari Compagni,
    condivido appieno la vostra analisi, il partito non solo sta sacrificando la sua politica in nome della governabilità ma in nome della salvaguardia delle posizioni acquisite ( sopratutto dai giovani leoni) e a causa dell’incapacità a gestire la crisi a trovato la via più facile per salvare la faccia davanti all’opinione pubblica: il capo espiatorio, Franco Turigliatto.
    Premetto di non essere mai stato vicino alle posizioni di "sinistra critica" in 13 anni di militanza, ma oggi devo ammettere che la scelta del partito di "allontanare" per 2 anni (come se poi uno ritorna) il compagno Turigliatto sia una scelta sbagliata, in antitesi con l’idea che io ho di un partito, come credevo fosse il partito della Rifondazione Comunista. Purtroppo sono costretto a ricredermi e penso che non solo non rinnovero’ la tessera ma che non mi rechero’ a votare alle prossime amministrative se la decisione non verrà revocata. Invito i compagni di Parigi, che conoscono bene le difficoltà che purtroppo si incontrano in questo partito per chi vuole fare veramente Politica, ha fare una seria riflessione su questa storia e attraverso questo sito promuovere una campagna per il reintegro del compagno Turigliatto.
    Un ’abbraccio e a presto.
    Francesco "Ciccio" Alparone e famiglia.

  • Credo che Turigliatto dovrebbe rendersi conto che con il suo voto contrario non ha certo aiutato coloro che hanno votato per Rifondazione per dare un voto contro la guerra. La caduta del governo ha agevolato le spinte atlantiste all’interno della coalizione. Anche se forse partorito da grandi motivazioni ideali, il gesto di Turigliatto si è rivelasto controprudecente e di aiuto nei confronti di coloro cntro i quali era primariamente rivolto.

  • Una domanda, che di solito si sfugge.
    In un sistema democratico, dove aderisco ad un partito che rappresenta diciamo meno del 20% della popolazione. Ma questo partito è al governo, nell’esecutivo, e dunque in qualche modo deve rappresentare tutti, diffendere i diritti e le aspirazioni di tutti gli elettori. anche le aspirazioni, nella situazione attuale, del 50% con le quali ha quasi nessun affinità.
    Deve inoltre prendersi a carico anche gli impegni statali pre-esistenti.

    Dunque in un sistema democratico è giusto che una minoranza, piccola minoranza, abbia il potere di mettere in crisi tuto un sistema paese?

    Non sarebbe più corretto che questa minoranza, pur diffendendo le sue idee, riucisse a far capire ai suoi elttori le necessità etiche, di alta responsabilità politica, che sono dietro al fatto che si sostiene certe scelte esecutive dolorose, certamente, ma che sono il frutto del essenza democratica?

    Non sarebbe fattore di crescita sociale dell’ideale stesso di questo gruppo di persone?

    Perchè una permanente posizione di opposizione in fondo é troppo facile, inoltre non crea la dinamica della necessità di composizione con l’altro, che sarebbe l’essenza della democrazia.

    Non sarebbe una tale posizione più vicina alla realtà della vita quotidiana di tutti noi "costretti" per esempio a vivere con la coscienza di essere sfruttatori del terzo mondo per la sempice ragione di essere in un paese occidentale, pur avendo delle difficoltà a chiudere il mese, di essere degli inquinatori, ma non si può vivere perennemente frustrati limitando un consumo per la sola ragione di essere un individuo occidentale. Per cui nessuno di noi riesce ad essere totalmente in fase con la coscienza dei problemi del mondo, e tutti siamo inconseguenti.
    Chiedere una conseguenza di pura teoria ad un partito che partecipa all’esecuttivo, é un vero distaccamento della realtà, che al lungo andare alontana, la gente abituata al quotidiano a dover comporrre in un sistema democratico. Quello non vuol dire non avere ideali, al contrario, vuol dire saper spiegare che cos’é una democrazia, è come perseguo il mio ideale cosciente che non è condiviso da una maggioranza, ma comunque diffeso e rispettato.

    Mariolo

    • Okei, se uno ha "una permanente opposizione di fondo a tutto quello che fa un Governo" è meglio che ne esca. Che cosa ci sta a fare? A prendersi pesci in faccia?
      Ed e’ giusto anche dire che qualunque Governo ormai nasce con tanti di quei vincoli che una vera politica di sinistra a 360° non è proprio possibile. Ma, Cielo, in Spagna "qualcosa" è stato fatto. Non si può almeno fare "un pochino di più" di cose di sinistra? Ma davvero si pensa che le ridicole liberalizzazioni di Bersani esauriscano tutto il problema? E che un Partito Democratico a guida Prodi sia il massimo di sinistra che questo Governo può esprimere? Ora poi che i DS si uniranno alla Margherita insieme a Casini, entrando poi nel PPE, si immagina, e che Di Pietro pensa di unirsi a Rotondi e ad altri brutti ceffi, e Bertinotti ha tutta la supponenza del potere e vota ormai anche il lui il rafforzamento militare di questo povero paese rimangiandosi tutte le ideologie avanzate, che cosa dobbiamo sperare?
      viviana

  • COMPRENDO BENE IL IL PROBLEMA DI FRANCO CHE E’ANCHE IL NOSTRO,PERO’ PRIMA DI ACCETTASRE DI CANDIDARSI A SENATORE,SAPENDO CHE LE MISSIONI DOVEVANO ESSERE RINNOVATE,COMPRESO IL RITIRO DELLE TRUPPE DALL’IRAK,DOVEVA PENSARCI PRIMA.IL GOVERNO PRODI NON E’ DI SINISTRA,PRONLEMI DI CONVIVENZA CI SONO E IL FUTURO LO VEDO MOLTO INCERTO.SPERIAMO BENE,UN SALUTO DA UN ANZIANO COMPAGNO.PAOLO NOCCIOLI.

    • A parte il fatto che fu Bertinotti a pretendere che tutti i personaggi più significativi della minoranze interne al Prc si candidassero ( era stato candidato al Senato persino Ferrando che poi fu "cassato" per le note dichiarazioni, forse fatte a bella posta per evitare la trappola) mi sembra una bella contraddizione il considerare il governo Prodi "per niente di sinistra" e poi pretendere fedeltà assoluta allo stesso governo Prodi da parte di deputati e senatori comunisti ....

      Tra l’altro, vorrei ricordare per l’ennesima volta che il non voto di Rossi e Turigliatto ( uno stalinista/ tardo togliattiano ed un trotzkista, nessuno dei due francamente in cima alla hit parade delle simpatie politiche di un inguaribile movimentista come il sottoscritto ) non fu affato determinante per la momentanea caduta del governo.

      Se avessero votato, per il complesso regolamento del Senato, si sarebbe alzato il quorum ed il governo sarebbe comunque andato sotto ...come riconobbe Luciano Violante a "Ballarò" la sera stessa del "fattaccio" ....

      Semplicemente, sono stati eletti, dalla stampa, dalla politica politicante e dallo stesso Prc ad utili "untori" e "capri espiatori" di una contraddizione interna al centrosinistra che continua ad esistere e finirà fatalmente per risultare lacerante .....

      K.