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OGGI ALLE 12.30 E’ MORTO IL COMPAGNO GIOVANNI PESCE

Publie le venerdì 27 luglio 2007 par Open-Publishing

Dazibao Partito della Rifondazione Comunista Parigi Storia

"Senza Tregua é un insegnamento che gli uomini, i giovani che furono impegnati in drammatiche battaglie, hanno consegnato ad altri uomini, ad altri giovani, oggi impegnati nel lavoro o nello studio, perché sappiano lottare per le libere istituzioni, la giustizia, la libertà, la democrazia?tocca ai giovani continuare sulla strada maestra, ai giovani continuare la Resistenza."

Giovanni Pesce, dall’introduzione di "Senza tregua. La guerra dei Gap", Feltrinelli, 1967

Giovanni Pesce è morto oggi, alle ore 12,30, a Milano, per le conseguenzedi un ictus che lo aveva colpito la settimana scorsa.
Giovanni era stato quasi sul punto di riprendersi, dimostrando di avere
ancora la pelle dura del combattente, come fu nella guerra di Spagna, nella Resistenza, nei Gap di Torino e Milano. Questa volta, però, di fronte all’ultima battaglia, dinanzi a un nemico molto più forte dei repubblichini che era riuscito a sconfiggere, il "comandante Visone" si è dovuto arrendere.

Giovanni Pesce aveva 89 anni, ma la mente e il cuore ancora forti. Non aveva mai smesso di impegnarsi, era stato sempre in prima fila nel
dibattito di Rifondazione Comunista, nella lotta politica per la difesa
della memoria e dei valori della Resistenza, la vicenda che lo aveva
formato come uomo e come comunista. Autore di diversi libri -"Soldati
senza uniforme" (1950), Un garibaldino in Spagna (1955) e Senza tregua -
La guerra dei GAP (1967) - Giovanni è stato uno dei più fedeli
interpreti della grande stagione della liberazione dal nazifascismo, e
ne impersonava i valori più alti e profondi e l’impegno per continuarne
l’opera, nell’aspirazione a una più compiuta democrazia, all’eguaglianza
e alla giustizia sociale.

Tutte le compagne e i compagni del Partito della Rifondazione Comunista
si stringono intorno al dolore di sua moglie, Nori Brambilla Pesce, staffetta partigiana. E lo salutano col pugno chiuso e le lacrime agli occhi.

Ciao Giovanni. Nel nostro lavoro politico quotidiano sentiremo sempre
la tua assenza, e seguiremo la tua strada e il tuo insegnamento.

E De Gasperi disse:

"La medaglia d’oro ad ardito e instancabile partigiano"
«Valoroso combattente garibaldino, lottò strenuamente in Spagna per la
causa della libertà e della democrazia riportando tre gravi ferite. Il
movimento di ribellione alla tirannide nazi-fascista lo trovò ancora,
ardito ed instancabile partigiano, alla testa dei Gap, al suo posto di
lotta e di onore. Tra innumerevoli rischi, alla testa dei suoi valorosi
G.A.P. organizzava e conduceva audacissime azioni armate, facendo sempre
rifulgere il valore personale e l’epica virtù dell’italica gente.

di Alcide De Gasperi, motivazioni per la concessione della medaglia
d’oro a Giovanni Pesce, 23 aprile 1947