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Ieri e oggi ho partecipato ai lavori del seminario nazionale dei "fori sociali" a Bologna...

Publie le martedì 10 febbraio 2004 par Open-Publishing

Forum Sociale

Ieri e oggi ho partecipato ai lavori del seminario nazionale dei "fori
sociali" che si è tenuto a Bologna.

Con questa mail non vi faccio un vero e proprio rapporto, che sarebbe
molto
difficile alla plenaria di oggi c’era anche Lisa, che è dovuta partire nel partire
nel
pomeriggio ad assemblea ancora in corso, ma con la quale mi sono
confrontato, pur brevemente, visto che le posizioni, a quel momento si
erano
esplicitate in tutta evidenza i punti più ravvicinati fra quelli che hanno più focalizzato gli
interventi
e le posizioni rispettive sono stati:

- l’ormai imminente processo, a Genova, a 24 fra i dimostranti delle
giornate del contro G8, imputati di "devastazioni e saccheggio"

- la piattaforma e le modalità di preparazione e convocazione del 20
marzo,
a Roma

Su Genova:

c’era stato un intervento fra i primi dope le relazioni, ieri mattina in
plenaria, di Lorenzo Guadagnucci, del Comitato Verità e giustizia.
Guadagnucci aveva illustrato ciò che è in programma nel week.end che
precede
l’apertura del processo
e aveva sottolienato la necessità di "evitare di cadere nella trappola
giuridica di difendere tutti quali gli imputati come vittime, parimenti,
della montatura politico-giudiziaria che vuole riscrivere i fatti rendendo
le vittime (il movimento) aggressori, e la polizia aggredita" spiegando questo rischio Guadagnucci ha detto che la loro valutazione è
che
gli imputati sono stati scelti "ad arte", infilando fra essi quattro
persone
i cui atti sono indifendibili (assalto a una caserma a Marassi, se non ho
capito male) e nulla avevano a che fare con le azioni e i propositi
concordati dal Genoa social forum.

Al momento del suo intervento, Guadagnucci non era stato contestato, e
anzi
la sua preoccupazione veniva poco dopo fortemente ripresa da un
intervento,
abbastanza corposo e molto seguito, di Agnoletto.

Il giorno dopo -oggi- numerosi interventi, ma soprattutto prima Casarini,
e
poi Wilma Mazza, tornavano sull’argomento Genova, e ignorando le cose
dette
da Guadagnucci affermavano, come cosa naturale e coerente per tutti e per
tutto il movimento, la difesa indifferenziata di tutti gli imputati, e
l’assunzione come propria di tutto il movimento, di tutte la forme di
"resistenza" messe in atto a Genova il 21 e il 22

- un intervento di Anna Pizzo, di Carta, che precisava fra l’altro che la
posizione comune del Genoa Social forum era di "assediare" la zona rossa,
e
non di invaderla o violarla, veniva ripetutamente interrotto con urla e
fischi
questo dà un’idea del clima, su cui dirò due cose più avanti su Genova si è rimasti

 su proposta di Alesandra Mecozzi, della FIOM- che
un
gruppetto a tre, Casarini, Raffaella Bolini (ARCI), e Luciano Muhlbauer,
avrebbe scritto sulla base dell’assemblea un rapporto con le proposte dei
Fori sociali al movimento, con l’invito a partecipare alle iniziatve in
programma a Genova e sostenere l’azione di chi là è impegnato (comitato
verità e giustizia, Genoa legal forum, ecc)

sul 20 marzo:

l’intervento di Casarini è stato di rivendicare la legittimità di tutte le
"azioni" di resistenza, boicottaggio, disobbedianza, che hanno messo in
atto
in questi anni in varie occasioni, dai danneggiamenti ai bancomat, alle
pompe di benzina, a tutto il resto -a una battuta dalle prime file di
sedie
(credo, di Andreina Albani, dell’ARCI), che chiedeva se per caso voleva
rivendicare e difendere anche ciò che hanno fatto a Roma il 4 ottobre,
Casarini senza fare una piega diceva che anche sul 4 ottobre non avevano
nulla per cui rimettersi in discussione

qualche altro elemento:

nelle plenarie hanno parlato quasi solo i "leader" soliti e comunque
persone
fortemente connotate come aree ben precise (soprattutto: disobbedienti,
cobas, rifondazione). Ogni tanto qualche intervento rimarcava le assenze,
le
parti di movimento non coinvolte, non presenti, ma questa non emergeva
come
preoccupazione prevalente
del resto, tutto era coerente con il punto più basso delle peggiori
abitudini assemblearistiche e di sottocultura che conosciamo:

- ambiente presto irrespirabile per il fumo,

- nessuna moderazione degli interventi (stare attorno ai 15 min. o più, e
vagando su qualsiasi argomento, era la norma),

- nessuna tempistica e nessun ordine per argomenti e decisioni (alle 17
metà
delle persone erano ripartite e - solo uno dei punti, Genova, aveva visto
una decisione presa)

- alcuni (i "leader", guarda un po’) sono intervenuti ripetutamente...

Io sono intervenuto ieri sera, nel gruppo di lavoro sulla guerra, quando
ancora una volontà unitaria non sembrava impossibile da trovare
ma anche la gestione di quel gruppo di lavoro non era molto
all’altezza -la
discussione si è presto collocata sulla mediazione per il 20 marzo e sulla
bozza che ha prodotto
per dare un’idea, Cannavò (Attac e Rifondazione), visto che c’erano state
delle critiche, interviene per dire fra l’altro che "la bozza di
mediazione
è un documento molto buono che è costato molto lavoro, e la riunione
dovrebbe solo dire -bene, bravi!- e sostenere il lavoro fatto e la fase
finale della discussione, che ci sarà lunedì"

...tutto questo, mentre solo pochi dei presenti (ci saranno state una
trentina di persone) avevano conoscenza della bozza di mediazione
c’è stato bisogno di un mio intervento, mozione d’ordine, perchè Cannavò,
Mulbauer e Maestri promettessero che l’indomani avrebbero reso accessibile
per tutti, fotocopiandolo, il documento (cosa che poi è stata fatta)

in generale

L’immagine di questa due giorni a mio parere è di una residualità, una
chiusura già consumata
se vogliamo parlare di base sociale, di aree, culturali, d’impegno, ecc.,
rappresentate ieri e oggi a Bologna, siamo al punto più basso che io abbia
mai visto da Genova ad oggi
il movimento delle alternative di vita nel quotidiano non era lì -chi
c’era
se n’è andato, come hanno fatto alcuni del nodo di Bologna, e alcuni
ragazzi
di Scansano che erano venuti con molte aspettative
dell’area cattolica non c’era nulla e nessuno
della FIOM sono intervenuti alcuni dirigenti, dell’ARCI c’era la Albano

Volevo fare una comunicazione breve, e ho già scritto un papiro, scusate la mia opinione è che non ci sono le condizioni per lavorare unitariamente
con serenità ho trasmesso queste valutazioni al subnodo, e a Riccardo, che domani andrà
alla riunione con tutte le altre componenti, alla CGIL, per verificare il
consenso o meno sul 20 marzo

Che altro dire?

Senza precise ed esplicite decisioni e condizioni su cosa si intende fare
pubblicamente, nelle azioni, da qui al 20, e soprattutto nella giornata
del
20, non credo che possiamo dare il nostro assenso ad alcun documento
firmato
con i Disobbedienti e ad alcuna chiamata comune a mobilitarsi questo riapre una serie di altre questioni, per noi, ma ora la cosa
urgente
secondo me è fare chiarezza

Questa è la mia convinzione, alla luce di ciò che ho visto e sentito oggi
per ora è tutto