Home > Chianciano Terme: Anche le altre mozioni dichiarano guerra alle destre

Chianciano Terme: Anche le altre mozioni dichiarano guerra alle destre

Publie le venerdì 25 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Discontinuità, radicalità e rifondazione dal basso. Anche le altre mozioni dichiarano guerra alle destre

Chianciano Terme

Nell’ordine decrescente deciso per presentare le 5 mozioni al congresso del Prc di Chianciano, dopo gli interventi di Nichi Vendola e di Maurizio Acerbo è stata la volta di Gianluigi Pegolo, rappresentate della mozione numero 3 "Rifondare un partito comunista per rilanciare la sinistra, l’opposizione ed il conflitto sociale". Nel suo discorso, Pegolo ha messo bene in chiaro come per i delegati che rappresenta ci siano due esigenze: la prima è quella di individuare degli interlocutori che non siano il Pd o comunque «nessun governismo» perchè «chi ha proposto quella linea non ha ricevuto la maggioranza delle preferenze nei congressi». La seconda esigenza riguarda invece la«ridislocazione del partito nella società» per ricreare una seria opposizione «contro le destre».

Seguendo questo discorso, Pegolo - fra gli applausi - ha evidenziato i rischi del «bipartitismo» che si sta verificando in Parlamento nella discussione intorno alle riforme costituzionali e al federalismo fiscale. Di conseguenza, ha lanciato l’idea di una nuova manifestazione nazionale in autunno «di tutte le forze di sinistra antagonista» aperta anche a «tutti coloro che non hanno partecipato all’appuntamento dell’ottobre scorso». La mozione 3 punta quindi a «unire le forze comuniste su un programma comune».

Tutto questo però, dopo un «rilancio del partito» affossato da un «calo di militanza» e da «preoccupanti segnali di disamore» da parte del suo popolo: «Non c’è alternativa alla rifondazione di un partito comunista con una base di massa». Pegolo ha fatto anche un accenno alle polemiche che hanno segnato il percorso congressuale: «Esprimiamo ferma contrarietà ai metodi del tesseramento 2008», metodi che «ci dovrebbero essere estranei perché erano volti a una sorta di elezioni primarie del leader come in America». E, tanto per essere chiari: «Secondo noi va contrastato il cumulo di cariche».

Dopo Pegolo è stata la volta di Claudio Bellotti, che ha illustrato il programma della mozione 4 "Una svolta operaia". Il delegato ha esordito facendo un salto indietro nel tempo, all’ultimo congresso del partito, a Venezia nel 2006: «In quell’occasione il partito ha fatto un volo pindarico il cui atterraggio è avvenuto il 14 aprile. Questo ci deve insegnare a stare più con i piedi per terra».

Secondo Bellotti e i compagni della mozione 4 «le responsabilità sono tutte politiche e adesso c’è un piano programmatico da ricostruire». Per questo Bellotti si rivolge ai delegati presenti in rappresentanza delle altre mozioni: «Cosa proponete voi per ripartire? Verso quale direzione?». Non manca nemmeno un riferimento all’esperienza di governo con Prodi: «Con Prodi non siamo riusciti a cambiare la politica e il Paese. Adesso il Pd ha fatto scelta di autosufficienza, ma l’onere della nostra prova spetta a noi».

Infine, Mercedes Frias, in rappresentanza della mozione 5 "Disarmiamoci: per un congresso di discontinuità e radicalità" che ha puntato il dito contro «la mancanza di coerenza delle nostre idee. Parliamo tanto di rappresentanza femminile che manca e poi le liste delle nostre mozioni le hanno tenute fuori. Così come abbiamo avuto un rapporto intermittente con i movimenti. Bisogna ripartire da là e dai nostri giovani».