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Prc, un dibattito alto ma resta lo scontro sul segretario

Publie le sabato 26 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

di Alessandro Cardulli (inviato a Chianciano

CHIANCIANO - Suona un’orchestrina, canzoni anni sessanta, motivetti popolari,qualcuno balla. Sono soprattutto anziani , seduti a semicerchio nel grande giardino delle terme di Cianciano.Poco più in là, sotto un grande tendone bianco, un incrocio fra un dirigibile e una moderna cupola, i delegati del Congresso del Prc stanno già discutendo delle cose del mondo, dell’Europa, dell’Italia, con appendice uno sguardo al partito.

Due spaccati di una realtà del nostro paese che non si incontrano, non entrano in sintonia. Eppure ci sarà un modo,ci deve essere, per ritrovare un rapporto fra una forza politica popolare e una società che sta vivendo un periodo travagliato, una società che, come è stato detto da Giovanni Russo Spena, ex capogruppo del Prc al Senato, presenta gravi tratti di una inciviltà crescente. E’ questo il rovello di tanti interventi che vanno al di là delle cinque mozioni che si confrontano. Ma, anche su questo terreno sono presenti due realtà, due mondi. Chi sale sul palco e prende la parola parla della sconfitta subita, guarda alle grandi problematiche di questo mondo pieno di paure, di angoscie, analizza questa fase di globalizzazione come ha fatto Alfonso Gianni,poi passa al nostro paese, al governo Berlusconi, all’opposizione che non c’è, al Pd che abbandona di fatto il campo della sinistra, agli attacchi alla democrazia, al bavaglio messo alla magistratura, all’informazione, l’ambiente,E’ su tutto il lavoro e il salario, la questione centrale, il precariato, la ricerca del rapporto fra il sociale e il politico.

Un discorso a parte la “questione comunista”. Ne parlano tutti, ma ognuno tira la parola comunista là dove più gli conviene. Per Alfonso Gianni essere comunisti oggi vuol dire essere capaci di ricostruire la sinistra e dar vita “ad una cosa nuova”. Va anche oltre la “ costituente della sinistra” di cui Vendola ha preferito non parlare ma che in numerosi interventi di delegati della mozione due è tornata in primo piano. La pensa diversamente Russo Spena “ più convinto che mai che la causa della liberazione umana ha bisogno del comunismo “ tanto che “lo spettro dell’anticapitalismo si aggirerà ancora nel mondo”. Un terreno alto di discussione, di discussione,confronto, delineato anche da tante citazioni, da tanti nomi, da Marx a Gramsci a Guevara, passando per politici,storici, economisti di diverse tendenze. Non mancano venature poetiche,immagini, qualche tratto di lirismo.

Franco Giordano, l’ex segretario del partito,forse è quello che meglio unifica poesia e concretezza quando parla di ricerca di un nuovo spazio critico e di una “geografia delle felicità possibile” guardando ad una nuova società, al cambiamento, alla trasformazione per cui si deve battere una forza come Rifondazione. Ma c’è anche l’altro volto del dibattito, protagonisti gli stessi delegati che affrontano i grandi temi della vita del mondo,quello che guarda alla elezione del segretario, la vera questione di questo congresso. Franco Russo, firmatario della mozione cinque che dopo l’assise di Cianciano si scioglierà, sottolinea che “è stato Vendola a volere un plebiscito. Gli iscritti con il voto hanno decretato la sconfitta di questo tentativo. Di questo si deve prendere atto.
Per questo i delegati della nostra mozione non voteranno per Vendola. Per evitare il nostro suicidio politico dobbiamo trovare una soluzione diversa, con senso di equilibrio e di responsabilità”.

Anche Russo Spena respinge il tentativo di “democrazia plebiscitaria” e chiede a Vendola di prendere atto che lo sfondamento non c’è stato. “ Bisogna sostituire al “plebiscitarismo, la democrazia organizzata che significa partecipazione, cooperazione sociale. La politica senza società non ha senso” Dalla mozione due arriva , come risposta, la conferma della necessità di dar vita alla “costituente hanno fatto della sinistra”. Sono in particolare delegati che hanno fatto di questa proposta la battaglia centrale nei congressi dei circoli e che non vogliono sacrificare questa scelta a possibili accordi per l’elezione del segretario che troverebbero orecchie sensibili in parte della prima mozione, i cosiddetti “grassiani” dal nome del leader di “Essere comunisti” . Ne parlano i giornali ,del resto, quando accennano a rotture nella prima mozione visto che le dee aree che lacompongono ieri si sono riunite separatamente.

Risponde Paolo Ferrero ricordando che stasera vi sarà la riunione dell’intera mozione. “ Leggendo i giornali-dice- si nota la grande differenza tra la realtà e quello che viene riportato”. La costituente della sinistra, insomma, resta un nodo, il nodo di questo congresso.Russo Spena,in alternativa,vede il processo unitario come “una confederalità che si costruisce dal basso” e Alfio Nicotra rivolge a Vendola una precisa domanda. “Cosa andrà a dire –afferma- alla assemblea della sinistra che si terrà a Firenze convocata da Claudio Fava. Affermerà che questa proposta non c’è più?.Non scherziamo.

dazebao