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Vendola e i suoi annunciano che non entreranno in segreteria

Publie le domenica 27 luglio 2008 par Open-Publishing

Rifondazione: VII congresso

Congresso PRC. Vince il cartello di tutte le minoranze

Vendola e i suoi annunciano che non entreranno in segreteria

Il rilancio con una grande manifestazione d’area a settembre

Rottura totale nella notte malgrado le aperture di Grassi da un lato e di Vendola dall’altro. Il documento del cartello ottiene la maggioranza dopo una lunghissima votazione per appello nominale: 342 contro 304. Si chiede l’uscita da giunte, coalizioni, nomine, si allarga il Cpn, si radicalizza ogni posizione. Bellotti esulta: «La continuità è finita, finalmente questa è la svolta globale a sinistra». Nel tardo pomeriggio la prima riunione del Comitato Politico Nazionale.

C’era una volta Rifondazione. L’ultima notte del 7° congresso ha sancito la spaccatura totale tra la mozione maggioritaria, guidata da Nichi Vendola e appoggiata dall’autorità morale di Fausto Bertinotti, e le altre quattro mozioni, cinque di fatto considerando il doppio leader della mozione uno. Si realizza quindi il cartello di tutte le minoranze, dai moderati di Grassi, agli autocratici di Ferrero, agli identitari di Pegolo, ai radicali di Bellotti, fino a quelli che si proclamavano unitari raggruppati in numero minimo atto a De Cesaris. Si è andati alle votazioni ormai nel primo pomeriggio con due documenti e l’esito ha riprodotto esattamente le percentuali in campo: 342 voti contro 304.

Era un’eventualità che Claudio Grassi aveva escluso in un’ intervista registrata venerdì pomeriggio. Aveva ancora fatto un’apertura nel suo intervento di sabato, precisando peraltro che si sarebbe attenuto alle decisioni prese dalla sua mozione, e con quella si è arrivati all’incontro notturno tra i due schieramenti, seguito a una turbolenta seduta globale dedicata alle modifiche statutarie (nessuna di rilievo) ma tesa e nervosa come quella del pomeriggio che aveva registrato prima delle aperture di Grassi le chiusure di Ferrero, per non parlare degli altri leader oltranzisti.

I leader della mozione di maggioranza relativa si sono presentati con una bozza di documento che apriva agli avversari, riconoscendo una sorta di situazione comune, rinunciando al proprio successo numerico e dando come premessa il giudizio: non ha vinto nessuno. Dalla parte opposta si è immediatamente precisato che il documento da esaminare non toccava a loro ed era già stato preparato fra le componenti della “nuova maggioranza”.

Il documento del cartello ha cercato di conciliare le grandi differenze fra le diverse aree, registrando un ritiro su posizioni autarchiche, l’uscita da tutte le istituzioni, sia per le cariche elettive che per quelle di amministrazione, la denuncia di ogni accordo sulle nomine nelle aziende partecipate, si allarga il Cpn, si radicalizza ogni posizione e si è allargato il numero dei membri del Cpn (Comitato Politico Nazionale) da 240 a 280, sia per accontentare numericamente tutte le componenti la maggioranza delle minoranze, sia per avere meno difficoltà ad assicurarsi la fedeltà di tutti i membri eletti.

Nella riunione di mozione 2 convocata alle 8 di mattina, Vendola insieme con Francesco Ferrara ha socializzato quanto era avvenuto nella notte ed ha confermato che la mozione 2 prosegue sul proprio cammino. La parola “scissione” non è mai stata pronunciata ma era nell’aria, perché come ha detto un delegato della Puglia ovviamente nell’anonimato è stata aperta da chi «… ha portato Rifondazione fuori dalla sua storia e dalla sua identità». E Fausto Bertinotti, sereno, ha provocato una triste ilarità percorrendo la sala della riunione di corrente per annunciare: «Io vado avanti, fino in fondo e a sinistra»

Ancora tensioni in sala per l’esposizione dei due documenti e poi la durissima conferenza stampa di Vendola, Giordano e Migliore. Il presidente della Puglia ha detto: «Il collante che tiene insieme questa assurda maggioranza è l’ambiguità. La nostra maggioranza ricordo che è stata del 47,3% e ci hanno annullato i 1.300 voti regolari con una deformazione burocratico/autoritaria, che ci avrebbero permesso di andare oltre il 50%. Hanno deviato il corso del partito e a dimostrarlo basta vedere che per loro l’avversario è il governo ombra del Pd, mentre per noi rimane il governo Berlusconi. Per parte nostra non c’è abbandono, scissione o cos’altro. L’area politico culturale di Rifondazione per la Sinistra rilancia a settembre con una grande manifestazione e invita tutti coloro che l’hanno appoggiata a far proseliti, a portare nuovi iscritti per combattere questa deriva leghista che si è insinuata anche tra di noi».

«Non entreremo in segreteria ed eviteremo ogni coinvolgimento negli organismi esecutivi - ha poi aggiunto Migliore - perchè non c’è alcun spazio di collaborazione sulla linea da loro tracciata».

Ha chiuso Giordano dicendo con molta durezza: «Se sarà Ferrero il nuovo segretario verrà meno la condivisione delle responsabilità che avevamo tutti accettato. Io mi sono preso tutte le colpe, me le tengo e non ritorno come dirigente, ma l’unico ministro del governo Prodi sale sul trono».

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