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CESARE BATTISTI: LETTERA APERTA AGLI ITALIANI E AI FRANCESI

Publie le venerdì 2 aprile 2004 par Open-Publishing
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Dazibao


di Cesare Battisti

Ci riprovo, per l’undicesima volta. Perché ho iniziato a scrivere questa lettera
già dieci volte, per rivolgermi a voi italiani, e anche a voi francesi. Ma l’emozione
e la tensione sono tali, le parole che mi accusano così violente, e ciò che accade è così enorme
e stupefacente che sono paralizzato da un senso di incredulità e di impotenza.
Come può farcela la mia sola voce d’uomo ad affrontare tutte le grida che si
sono riversate su di me? Come posso oppormi alle voci che mi assillano: “odioso
criminale”, “assassino”, “sicario” ... Quest’uomo, che non sono io, porta il
mio nome sui giornali, dappertutto. Quest’uomo, quest’omicida, io non lo riconosco.

Ma come farmi ascoltare? Come dividere e isolare le verità individuali dal più vasto
clima di emergenza e di conflitto sociale di un tempo, e dai numerosissimi processi
che ne seguirono, la cui natura fu necessariamente eccezionale? Che cosa dirvi,
e cosa donarvi? La mia sincerità. La mia verità. E’ tutto quello che possiedo
di fronte a tali assalti. Certo, ho fatto parte di un gruppo armato, come migliaia
di altri giovani di quell’epoca, e non sono stato il “capo” di nessuno. Avendo
perduto la fiducia nella giustizia del mio paese, sono evaso per cercare esilio
all’estero. Così mi hanno processato in mia assenza, senza alcuna possibilità di
difendermi, senza aver mai potuto parlare a un avvocato. In queste condizioni,
venni condannato all’ergastolo sulla base della parola dei “pentiti”, che così poterono
contrattare le loro pene detentive.

La mia verità. La “rivoluzione” mi ha afferrato per caso in una piazza in fermento,
sovrapponendosi a quel “sogno comunista” che udivo raccontare a casa mia, in
campagna, fin dall’infanzia. L’impegno politico che ne derivò devo riconoscerlo
per forza. Fa parte del mio passato, di quell’infatuazione dissolta, superata
dalla maturità, punita con l’esilio. E’ anche parte della storia del mio paese.
Questa storia tragica che ha provocato morti e lutti, morti che non possono né devono
essere dimenticati, vittime che assillano la nostra memoria collettiva.

Sono ormai anni che scrivo per capire e far capire, che vado ovunque in cerca
di giovani cui raccontare il mio percorso caotico, affinché il loro istinto ribelle
non li trascini verso itinerari drammatici quanto i miei. Questi brevi anni di
sbandamento che cerco di risparmiare loro, io li ho pagati con parecchi anni
di prigione e oltre vent’anni d’esilio. Informato della parola data dallo Stato
francese, che apriva le sue porte agli italiani, mi sono rifugiato in questa
terra quattordici anni fa, e la sua giustizia mi ha dichiarato non estradabile.
Ma oggi, senza che io riesca a capire né come né perché, l’estradizione mi minaccia
ancora, e con essa la reclusione perpetua. In questo inesplicabile incubo le
cui ragioni mi sfuggono completamente, non posso e non riesco a dirvi che una
cosa sola: se questo dovesse essere il mio destino, allora, veramente, giustizia
non sarà fatta.

01.04.2004
Collettivo Bellaciao

Messaggi

  • Cesare Battisti ha già pagato per i suoi errori giovanili. Ha pagato, non vivendo la sua giovinezza o vivendola male. Si è cacciato nei casini da solo. In quel tempo era in buona fede. Per lui l’azione rivoluzionaria non poteva essere diversamente. Anche a costo di uccidere. Povero ingenuo. Estremismo malattia infantile del comunismo, che in Battisti come in altri è diventato parossismo rivoluzionario, patologico . Ma va da se, anche da questo si può guarire, come già accaduto. E Battisti, è guarito. E’ diventato uomo.

    • Scrivo per esprimere la mia solidarietà a Cesare Battisti,dichiarato inestradabile dalla Corte di Cassazione di Parigi nel 1991,in quanto condannato in contumacia all’ergastolo,condanna ,che secondo la legge francese,prevede un nuovo processo per l’imputato.Ora,secondo la legge italiana ,questo nuovo processo non è riconosciuto a Battisti,ora,come nel 1991.Quindi,niente è cambiato nelle leggi dei due paesi che possa permettere l’estradizione di Cesare Battisti.Sarebbe quindi una mostruosa ingiustizia.E poi,perché lo Stato italiano assolve i terroristi neri di Piazza Fontana e va a cercare in Francia Cesare Battisti?Perchè solo ora,col governo di Berlusconi che sfugge da tutti i processi e col Ministro Castelli che fà mettere sotto inchiesta Ilda Boccassini,il pubblico Ministero che ha ottenuto la condanna di Cesare Previti?Questa è la negazione dello Stato di diritto:senza di esso il cittadino non è niente.I governanti di turno,che possono pure essere dei banditi,possono fare di lui tutto quello che vogliono.Patrizia

  • Il nostro destino è notoriamente baro. Pensare che alla fine c’è persino la morte. Il paradosso dei "rifugiati" in Francia è duplice. Ascolto persone invocare la pietà dovuta ai vinti. Non glie la concedo in quanto una guerra vera non c’era. Sono arrabbiato quanto le autentiche vittime . Il terrorismo italiano è stato o no? Se non c’è stato perché invocare la pietà dei vinti? Di chi devo avere pietà io? Ricompare l’individuo quando ci si scopre possibili vittime?
    Quello che potrebbe capitare a Cesare Battisti non è giusto per una quantità di ragioni che altri spiegano meglio di me. Tante sono le cose ingiuste contro cui lottare, tanti gli individui da difendere. A Cesare battisti auguro di continuare ad avere il coraggio dell’onestà che credo di riconoscere in lui, il che per me significa avere espiato (anche io ho fatto degli errori, non conosco quelli degli altri e certo non ne sono giudice!) - continuare dunque ad avere coraggio - che è non avere paura- è quel che auguro a Cesare Battisti: per potere lottare serenamente all’edificazione di un mondo migliore.

    fedepasta