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Gli autisti della Roma TPL si riprendono la dignità. Ma la lotta deve continuare

par Clash City Workers

Publie le mercoledì 2 dicembre 2015 par Clash City Workers - Open-Publishing
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02 Dicembre 2015

Si è concluso dopo 8 otto giorni intensissimi lo sciopero selvaggio dei lavoratori della Roma TPL.

Sono stati giorni difficili e duri, con i lavoratori che hanno resistito alla criminalizzazione dell’azienda, alle minacce del garante degli scioperi (sempre più garante delle aziende!) ed alla ostilità di molti utenti esasperati, anche per via della disinformazione alimentata dalle istituzioni. Ma sono stati anche giorni entusiasmanti, in cui compatti e uniti 1800 lavoratori hanno strappato con la lotta la dignità che l’azienda gli sta negando da due mesi, innanzitutto non pagandogli lo stipendio dovuto.

Questa degli stipendi è infatti una tarantella che va avanti da 4 anni, in cui puntualmente la TPL non paga e costringe i lavoratori ad azioni anche eclatanti per reclamare ciò che gli spetta. Un teatrino che va di pari passi con il progressivo taglio di una serie di voci ed indennità. Prima i 306 € annuali concordati con la Regione che avrebbero dovuto alleviare la differenza salariale con gli altri lavoratori del trasporto pubblico, poi l’indennità giornaliera ed infine il Pdr che gli garantiva un misero buono pasto di meno di 5 euro. L’azienda si è ripresa poco a poco tutto, tanto da far passare apparentemente in secondo piano le condizioni di lavoro spesso e volentieri fuori dal Contratto nazionale (turni 40 minuti più lunghi dei colleghi dell’Atac, assenza di area sosta, fino ad arrivare alla richiesta di doppi turni continuativi). Una situazione di peggioramento delle condizioni di lavoro che ha visto i maggiori sindacati assistere conniventi o impotenti. Fino ad oggi l’unica via di scampo sembrava essere il rapporto particolare con l’azienda tramite “i buoni uffici” di questo o quel sindacalista.

Per questo è stato tanto fondamentale quanto straordinario il protagonismo mostrato dai lavoratori in prima persona, che hanno saltato a piè pari organizzazioni di cui hanno smesso di fidarsi, costrette per una volta a seguirli e rappresentarli davvero. Superate le divisioni e le recriminazioni reciproche e rispediti al mittente gli inviti alla calma in una situazione che meritava tutta la rabbia del mondo, gli autisti della TPL si sono organizzati e hanno costruito un presidio permanente nei due depositi principali, dove hanno invitato la cittadinanza a conoscere le loro ragioni e hanno ricevuto la solidarietà di tantissimi singoli ed organizzazioni... smontando così anche la solita campagna infamante nei loro confronti. Si sono aggiunti anche alcuni loro colleghi dell’ATAC, che hanno avviato una colletta per pagare le spese legali.
Alla fine Lunedì sera dal Prefetto è stata siglata un’intesa che obbliga l’azienda al pagamento degli stipendi (che paiono essere stati già trasmessi), segna la fine della infame trattenuta in busta paga che l’azienda motivava con l’illegittimità e la mancata copertura finanziaria dell’accordo che garantiva l’indennità regionale, tale da costringere l’azienda a “riprendersi” le mensilità già erogate. L’accordo –firmato da tutti i sindacati- , impegna ufficialmente la prefettura a monitorare la situazione (in particolare la trasmissione del salario) e segna l’apertura di un tavolo di trattativa per scongiurare i 143 licenziamenti annunciati dall’azienda. In cambio le associazioni sindacali si impegnano a far cessare lo sciopero, cosa puntualmente avvenuta.
Poco rispetto a quanto chiedono e necessitano i lavoratori. Tanto rispetto alla gravissima situazione in cui versavano e che sono riusciti a cambiare con la lotta.

Una lotta che ha pagato, quindi, ma che non può che andare avanti: se il Prefetto si impegna a monitorare, ancor di più lo dovranno fare i lavoratori e noi solidali. Non stupisce il fatto che di fronte all’imminente Giubileo la macchina amministrativa abbia accelerato i suoi tempi e mostrato tutto il suo impegno a venire incontro a dei lavoratori così determinati. Ricordiamoci però che quello che hanno in mente sono sempre soluzioni temporanee e dettate dall’eccezionalità e che sono pronti a tutto e al contrario di tutto per trovarle: lo stesso appalto alla Roma TPL nacque dall’esigenza di linee aggiuntive per rispondere alle esigenze dello scorso Giubileo del 2000, dentro un quadro di presunta liberalizzazione del servizio ancora oggi rivendicato dagli attori politici che lo hanno messo in atto nonostante i disastri. All’epoca evidentemente non interessò il fatto che così veniva aperta la strade alla privatizzazione del servizio pubblico e che le condizioni dei lavoratori in appalto fossero pesantemente discriminanti. Anzi! Da lì in poi è solo aumentata l’estensione dell’appalto, che ha interessato sempre più linee, alcune delle quali date a loro volta in subappalto! Si è determinata così una giungla di inquadramenti contrattuali, di cui le aziende hanno potuto approfittare per trattare in maniera differenziata lavoratori che eseguivano le stesse mansioni, a seconda della loro convenienza. Hanno anche potuto dividere un possibile fronte comune di rivendicazione, usando le condizioni di lavoro più gravi come leva per peggiorare quelle dei relativi “privilegiati”, spesso col tacito consenso dei sindacati. In tutto questo il servizio non solo non è migliorato, ma è addirittura peggiorato, registrando numerosi guasti e mancanza di mezzi e carburanti.

Per questo è importante continuare la lotta, avendo come primo obiettivo quello che si è sentito spesso ai picchetti: a parità di mansione, parità di trattamento.
Anche perché il rischio è che se non lo facciamo noi, lo facciano loro... al ribasso! Qualche mese fa è infatti passato un accordo peggiorativo nei confronti dei colleghi dell’ATAC, che subiranno il taglio di numerose indennità e malattie, accordo contro il quale una serie di sindacati di base stanno provando a costruire una campagna di abrogazione via referendum. E intanto da mesi si parla proprio della possibile privatizzazione dell’azienda municipalizzata come soluzione alla crisi delle finanze comunali.
Per questo, aggiungiamo noi, è possibile e necessario allargare il fronte di lotta, in primis coinvolgendo gli autisti ATAC che già in tanti hanno mostrato solidarietà e sostenendo la loro campagna. E poi nella direzione dell’internalizzazione di tutti quegli appalti scandalosi gestiti con una logica mafiosa e di rapina anche quando mancano i procuratori a dirlo.
L’ingrediente principale perché questo possa riuscire è la determinazione a lottare, anche oltre la gabbia della regolamentazione dello sciopero nel servizio pubblico. Lo hanno dimostrato gli autisti della TPL, col loro spirito e la loro unità.

http://clashcityworkers.org/lotte/cosa-si-muove/2167-roma-tpl-sciopero-selvaggio.html

Senti anche l’intervista andata in onda su Corrispondenze Operaie:

http://www.ondarossa.info/newstrasmissioni/sciopero-tpl-scarl-trasporto-pubblico-locale-romano

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