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JOB ACT: l’apogeo di questa distruzione pianificata dei diritti sociali

par PCL Pavia

Publie le martedì 14 febbraio 2017 par PCL Pavia - Open-Publishing

Il conflitto di classe, lungi dall’essere sparito come ripetono le logore retoriche neoliberali, si è semplicemente trasformato in una nuova forma con cui dominanti stanno annientando letteralmente i dominati.

Sono dominati anche sul piano culturale e ideologico, non hanno capacità conflittuale né sul piano strutturale del conflitto né sul piano sovrastrutturale delle idee, sono del tutto dominati e subalterni.

La classe lavoratrice subisce in silenzio, vede rimossi, uno dietro l’altro, i diritti che aveva conquistato.

In questa luce il Jobs act ,con annessa rimozione dell’articolo 18, pronunciato naturalmente con l’inglese dei mercati che caratterizza ormai la nostra politica, il nostro mondo culturale, ebbene il Job act segna l’apogeo di questa distruzione pianificata dei diritti sociali, la vittoria del neoliberismo selvaggio dominante su tutto che ormai sta rimuovendo uno dopo l’altro tutti gli ostacoli e diritti sociali.

In questo quadro generale di crisi sociale, politica, istituzionale, è necessario battersi per una azione di classe indipendente del movimento operaio, per costruire uno sbocco e una prospettiva classista.

Questa azione politica, volta a sostenere ogni occasione di fronte unico, volta ad appellarsi alle principali organizzazioni della sinistra, è necessaria per una ripresa delle mobilitazioni.

Il fronte unico del lavoro, l’unità d’azione nell’avanguardia sociale e di classe, sono tutte linee d’intervento per la prossima primavera dirette a riprendere il conflitto sociale nel nostro paese.

In tutte queste iniziative, la nostra proposta deve esser quella di un governo dei lavoratori e delle lavoratrici, per dare una soluzione di classe e anticapitalistica alla crisi della Repubblica. Un programma transitorio che, partendo dalla coscienza diffusa, dalle contraddizioni e dai conflitti presenti, indica la necessità e la prospettiva della rivoluzione.

Questa prospettiva è e resta la nostra linea strategica di demarcazione dal resto della sinistra politica.