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Nicaragua: altri settori sociali stanno protestando contro la politica del governo

Publie le sabato 19 giugno 2004 par Open-Publishing

Dazibao

Intanto, come era prevedibile, altri due settori della società si stanno aggiungendo alle proteste contro le politiche di governo..

La reazione dei lavoratori della canna da zucchero (cañeros), che da quasi due mesi sono appostati davanti al parlamento (nello stesso posto dove per 42 giorni i bananeros hanno portato avanti la loro lotta), é stata furibonda a conseguenza della decisione dei deputati di approvare il veto presidenziale alla Legge di Aggiunta dei Rischi e Malattie Professionali che avrebbe dovuto integrare il Codice del
Lavoro.

Questa legge avrebbe risolto parte degli enormi problemi che vivono migliaia di cañeros, che si sono ammalati di insufficienza renale grave presumibilmente a causa del contatto con pesticidi utilizzati nelle piantagioni di canna da zucchero. Come per il Nemagòn, anche qui sono ormai centinaia i morti.

La legge, approvata lo scorso anno e subito vetata da Bolaños, permetteva di riconoscere l’insufficienza renale grave come malattia professionale e questo avrebbe permesso ai lavoratori e lavoratrici l’accesso a cure mediche e anche a una pensione d’invalidità.

Il presidente della repubblica é immediatamente corso in soccorso della famiglia più potente del Nicaragua (Pellas) che detiene il monopolio dello zucchero e del rhum Flor de Caña e che si é sempre rifiutata di accettare che le proprie piantagioni fossero la causa di tanti morti e malati cronici.

Dopo molte pressioni i deputati sono tornati sui loro passi, probabilmente anche con fini elettorali visto l’avvicinarsi delle elezioni municipali, e il Partido Liberal Constitucionalista, i Camino Cristiano e gli Azul y Blanco hanno votato a favore del veto presidenziale, lasciando i cañeros nella disperazione e allo sbando.
47 voti sono bastati per avere il 50% più uno.

I cañeros hanno invaso il Parlamento (vedi foto) e hanno annunciato "se i deputati non rifiutano il veto e vogliono sangue, sangue é quello che avranno e se ce ne sarà bisogno occuperemo il parlamento. Con questa manovra impediscono che la Previdenza Sociale ci dia la pensione, sia per gli anni che abbiamo lavorato, sia per le malattie renali di cui soffriamo a causa del nostro lavoro nell’Ingenio San Antonio"

Anche il settore sanitario é in subbuglio.

Gustavo Porras, segretario generale della Federación de Trabajadores de la Salud (Fetsalud), ha assicurato che il prossimo 24 giugno ci sarà un primo sciopero parziale in tutte le strutture sanitarie del paese.
"Il Ministero della Sanità non ha mai concesso nulla e quello che abbiamo ottenuto é stato solo attraverso la lotta e la protesta, perché é l’unica forma che capiscono".
L’imminente sciopero ha l’obiettivo di far includere all’interno della riforma del Bilancio Generale della Repubblica del prossimo anno un incremento del 100% dei salari dei lavoratori e lavoratrici che attualmente é estremamente basso (tra gli 80 e i 110 dollari).
Il Ministro della Sanità ha ribadito che questo aumento é impossibile, ma ha invitato il sindacato a un dialogo costruttivo.

Successo nel 6%

Durante la giornata di ieri, 17 giugno, gli studenti universitari hanno spiegato nuovamente le loro forze e si sono presentati davanti al Parlamento dove i deputati stavano approvando le modifiche al Bilancio Generale della Repubblica che avrebbe garantito finalmente il 6% alle università. La marcia e il presidio é stato molto partecipato, con la presenza di migliaia di studenti che hanno accolto con entusiasmo la votazione dei deputati come segno di vittoria per una lotta lunga 14 anni e hanno ricordato le persone che per questa lotta hanno perso la vita. A loro é stato dedicato questo successo. (prossimamente il testo completo dell’accordo).

CAFTA

Le varie forze della Società Civile si stanno mobilitando in previsione di una futura votazione del Parlamento per ratificare la firma del Trattato di libero commercio tra Stati Uniti e Centroamerica (CAFTA) che lo convertirà in legge nazionale.
I continui incontri serviranno anche alla preparazione del Social Forum Centroamericano che si svolgerà in Salvador a fine luglio e dove si tratterà proprio l’argomento dell’opposizione al CAFTA.
A livello nicaraguense, il Movimiento Social Nicaraguense "Otro Mundo es Posible", insieme ad altre organizzazioni come il Centro de Estudios Internacionales (CEI), il Centro Humboldt e la Union de Agricultores y Ganaderos (UNAG), hanno iniziato una riflessione sui passi da fare. Contemporaneamente il Parlamento ha votato una modifica dell’articolo 138 della Costituzione, con la quale si lascia tempo indefinito alla votazione sulla ratifica di Trattati internazionali firmati dal governo (precedentemente il tempo limite era di 60 giorni dopo la firma. Scaduto questo periodo il trattato entrava immediatamente in vigore anche senza l’approvazione del parlamento).

I movimenti della società civile stanno ora discutendo su tre possibilità: inoltrare immediatamente un Recurso de Amparo presso la Corte Suprema de Justicia (forma giuridica per bloccare un processo in atto quando si pensa che possa violare i diritti di qualcuno) in quanto il CAFTA é lesivo nei confronti della popolazione; organizzare un referendum popolare affinché la gente si esprima su questo trattato (misura messa in dubbio da molte organizzazioni in quanto il governo avrebbe tutti gli strumenti economici, pubblicitari e politici per garantirsi la vittoria); aspettare l’entrata in vigore del CAFTA e introdurre un ricorso di incostituzionalità (vedi articolo uscito su Nicarahuac numero 74 sull’intervento di Jeannette Chàvez del CEI al forum informativo sul CAFTA).

Un elemento di discussione é quello di verificare il coinvolgimento nelle proteste dei principali sindacati e dello stesso FSLN che, per il momento, si sono espressi contro il CAFTA, ma in modo ancora poco chiaro e soprattutto, senza nessun tipo di presa di posizione ufficiale e definitiva.

Intanto alcune espressioni della società civile si stanno mobilitando per informare i settori in cui operano sugli effetti del CAFTA sul paese e sull’economia nazionale).