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Fecondazione. una legge non emendabile

Publie le lunedì 19 luglio 2004 par Open-Publishing

Donne Referendum Elettra Deiana

La raccolta delle firme per il referendum abrogativo della legge sulla procreazione medicalmente assistita rappresenta una grande occasione per sviluppare su larga scala la campagna di informazione e coinvolgimento dell’opinione pubblica e attivare in questo modo un nuovo e più allargato impegno contro la legge. Le ragioni per dire "no" alla legge 40 e per appoggiare il referendum che ne chiede l’abrogazione totale sono tante e ne abbiamo più volte parlato. Vogliamo ricordarle una volta di più, perché è proprio a partire da queste ragioni che può apparire con incontrovertibile chiarezza la necessità del massimo impegno per cancellare la legge. Sono in primo luogo le donne a essere colpite: nel loro corpo, nella loro dignità, nella loro soggettività di cittadine.

L’embrione viene riconosciuto come soggetto portatore di diritti, soggetto altro e diverso rispetto alla madre, in contrapposizione a lei. La legge 194 è messa così radicalmente in discussione, il corpo delle donne torna a essere un inerte contenitore di genealogie maschili, sotto il controllo e i diktat dello Stato. E lo Stato si arroga poteri insopportabili e inconciliabili con l’ispirazione laica, oltre che democratica, che dovrebbe guidarne le decisioni. La legge stabilisce infatti, con occhiuta rigidità, i comportamenti sessuali, i modelli familiari, i criteri della vita privata in base ai quali è reso possibile l’accesso alle tecniche di procreazione assistita. La famiglia biologica e quella giuridica, per il legislatore ossessionato dalla sua claustrofobica ossessione eticizzante, devono coincidere. La realtà sociale di questa nostra contemporaneità, così diversificata al suo interno, così articolata e complessa, è letteralmente messa nell’angolo. Ancora: diritto alla salute e possibilità della ricerca vengono sacrificati sull’altare delle convenienze ideologiche.

Non è una legge emendabile. In nessun modo. Abrogarne questa o quella parte con i cosiddetti "quesiti mirati", che sono stati depositati in Cassazione in questi giorni, rischia di lasciare in vigore il peggio della legge. Per questo noi abbiamo deciso di appoggiare il referendum totalmente abrogativo e di contribuire a costruire intorno ad esso, a cominciare dall’impegno per la raccolta delle firme, la massima mobilitazione, la massima assunzione di responsabilità pubblica da parte di quanti e quante hanno a cuore le grandi conquiste di civiltà delle relazioni umane - quelle tra donne e uomini, tra culture diverse, tra Stato e cittadini - che hanno così fortemente contrassegnato la storia del nostro Paese.

http://www.liberazione.it/giornale/040717/LB12D6C9.asp