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Intervista a Marcial Cabrera, sindacalista della Parmalat Nicaragua dopo il viaggio in Italia

Publie le domenica 28 novembre 2004 par Open-Publishing

Sindacati America Latina

di Giorgio Trucchi

Durante il mese di novembre, il dirigente sindacale del settore Alimentari del Nicaragua e rappresentante della Uniòn Internacional de los Trabajadores de la Alimentaciòn per il Centroamerica (UITA), Marcial Cabrera, é stato invitato in Italia dalla Associazione Italia-Nicaragua e dalla UITA per poter incontrare, parlare e scambiare informazioni con sindacati e organizzazioni che stanno lavorando assiduamente sul caso Parmalat.

Come già riportato ampiamente in precedenza, l’enorme crisi della Parmalat non ha coinvolto solo i risparmiatori italiani, ma ha avuto pesanti ripercussioni anche sui lavoratori, sia italiani che stranieri che lavorano nelle filiali sparse per il mondo.
Nel caso della Parmalat Nicaragua, si sono verificati vari casi di violazione dei diritti sindacali riconosciuti dalla Costituzione e dal Codice del lavoro locale e dalla stessa Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT), arrivando al licenziamento di tre dirigenti appena eletti nella rappresentanza sindacale.

Per questo motivo la Associazione Italia-Nicaragua e la UITA hanno lanciato una enorme campagna di pressione sulla Parmalat per il riconoscimento della rappresentanza sindacale e per il reintegro delle persone licenziate, nonché per una futura discussione su un Contratto Collettivo interno all’impresa.
Proprio per questo motivo e di fronte alle continue resistenze da parte della dirigenza della Parmalat Nicaragua, si é deciso di invitare Marcial Cabrera in Italia, in modo di far conoscere quanto stava accadendo e soprattutto per prendere contatti con i sindacati locali e con i partiti politici sensibili a questa situazione di violazione dei diritti elementari dei lavoratori e lavoratrici nicaraguensi.

Al ritorno abbiamo parlato con Marcial per sapere i risultati di questa fitta serie di incontri e le prospettive per il futuro.

"Prima di tutto mi sembra importante ringraziare tutte le persone e soprattutto l’Associazione Italia-Nicaragua per l’organizzazione e la serietà dimostrata in questa esperienza in cui ho potuto incontrare molte persone impegnate sul fronte politico e sindacale.

I primi incontri sono stati a Roma con il Senatore Luigi Malabarba, che ho ringraziato a nome di tutti i lavoratori per l’appoggio che ci ha dato in questa campagna di pressione alla Parmalat e poi con Giancarlo Battistelli, segretario generale della Federazione Italiana dei Lavoratori degli Alimenti (FLAI - CGIL).
Un altro incontro importante é stato con Marco Consolo del settore cooperazione internazionale del partito della Rifondazione Comunista con il quale abbiamo conversato per conoscere a fondo quanto é successo in Italia con il Gruppo Parmalat. E’ anche nata l’idea di un lavoro a livello internazionale, per poter riunire tutti i sindacati presenti nelle varie filiali della Parmalat a livello latinoamericano con i sindacati italiani ed elaborare una strategia sindacale comune di fronte alle future manovre della multinazionale italiana.

Questa riunione potrebbe avvenire durante il prossimo Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre che si svolgerà nel 2005. Questa idea é per ora già condivisa dalla FLAI, dal sindacato Parmalat di Parma e dalla stessa UITA.

Sarebbe uno strumento importantissimo dato che il Commissario Straordinario Enrico Bondi sta elaborando un Piano Industriale che dovrà presentare in dicembre. All’interno di questo Piano é già stato firmato un Protocollo d’Intesa tra il Governo italiano, la Parmalat e le tre Centrali sindacali italiane. in questo accordo si stipula che all’interno del Piano industriale si dovranno prendere in considerazione i sindacati e questo non solo a livello italiano, ma anche nelle filiali straniere. Per noi questo é fondamentale perché ci da gli strumenti per cominciare una negoziazione con la Parmalat Nicaragua.

Cia siamo anche riuniti con la gente della FLAI di Milano all’interno di una conferenza stampa con la presenza dei mezzi d’informazione e con il sindacato di Parma dove c’é la sede centrale della Parmalat.

Le nostre esposizioni vertevano sempre sul bisogno primario del rispetto dei diritti sindacali della Parmalat Nicaragua e il reintegro dei lavoratori licenziati.
L’appoggio da parte della gente incontrata é stato totale e sono iniziate una serie di comunicazioni che abbiamo l’intenzione di mantenere in modo costante per poter informare su quanto accade in Nicaragua con la lotta dei lavoratori della Parmalat.
Ci hanno anche dato la garanzia che nel caso di qualsiasi problema saranno pronti per mobilitarsi chiedendo il rispetto dei diritti dei lavoratori.

Abbiamo anche chiesto ai sindacati italiani che ci aiutino con il finanziamento di corsi di formazione sindacale per i lavoratori che si stanno iscrivendo alla nostra organizzazione sindacale interna all’impresa Parmalat dato che la maggior parte é la prima volta che stanno affrontando questa esperienza. Se andrà in porto il Piano industriale di Enrico Bondi, la Parmalat tornerà in mano ai privati e quindi dobbiamo essere pronti e ben formati per poter affrontare il futuro e le negoziazioni con l’impresa.

Per esempio nel protoccolo firmato si prevede che con la ristrutturazione dell’impresa ci potranno essere diminuzioni di personale e il protocollo prevede tutta una serie di norme per garantire una buona uscita ai lavoratori licenziati. Dobbiamo essere pronti per far valere questi diritti firmati in Italia, ma validi per tutte le filiali a livello mondiale.

Abbiamo anche incontrato il Responsabile del Personale della Parmalat, Dott. Paolo Aceto, con il quale ho avuto modo di parlare e confrontarmi per circa due ore di intenso dibattito.

Dopo un inizio molto teso la conversazione é migliorata e alla fine siamo riusciti a strappare la sua disponibilità a comunicarsi con la dirigenza della Parmalat Nicaragua per rivedere la posizione circa le persone licenziate.

Alla fine é stata un’opportunità molto importante per tutti i lavoratori della Parmalat Nicaragua ed é risultato evidente che la Campagna lanciata dalla UITA e dall’Associazione Italia-Nicaragua ha colpito nel segno. Sono stati migliaia i messaggi arrivati alla Parmalat, sia in Italia che in Nicaragua e questo ha creato timore perché veniva toccata pesantemente l’immagine dell’impresa in un momento già molto delicato per il suo futuro.

Voglio quindi ringraziare anche le migliaia di persone che hanno inviato i messaggi e che grazie anche a loro, siamo riusciti ad avere una rappresentanza sindacale all’interno della Parmalat Nicaragua che ci permetterà di difendere i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Tutto ciò ci ha anche permesso di arrivare fino in Italia e stabilire contatti concreti con il mondo sindacale e politico italiano e riunirci con la dirigenza della Parmalat.

I primi risultati di questo viaggio sono già evidenti.

Il 23 novembre ci siamo riuniti con la Responsabile del Personale della Parmalat Nicaragua, la signora Norma Medina, che era già al corrente del mio viaggio ed abbiamo richiesto nuovamente il reintegro dei lavoratori licenziati, dando anche la nostra disponibilità a firmare un accordo in cui fissare i termini per il reintegro al loro posto di lavoro. Quello che vogliamo é
che si rispetti il diritto alla libertà sindacale riconosciuta dalla Costituzione, dal Codice del lavoro e dai Trattati internazionali.

Se la cosa andrà in porto ci impegneremo a convocare una conferenza stampa in cui manterremo un profilo basso, senza eccedere in trionfalismi ma dando risalto al fatto che, alla fine, é stata fatta giustizia. Il 30 novembre avremo una nuova riunione in cui l’impresa darà una risposta alle nostre richieste. Fino a quella data si continuerà la Campagna e se la risposta fosse negativa, organizzeremo nuove iniziative con l’aiuto della solidarietà internazionale fino ad ottenere i risultati che ci proponiamo.

Attualmente sono in corso due tipi di denuncia per i licenziamenti illegali effettuati dalla Parmalat Nicaragua. La prima é di tipo amministrativo ed é stata presentata al Ministero del lavoro e per la quale stiamo entrando nel periodo di presentazione delle prove, mentre la seconda denuncia é di tipo giudiziale ed é stata presentata per gli stessi motivi presso il Tribunale del Lavoro. Entrambe le denunce hanno tempi lunghi e quindi speriamo che la situazione si risolva attraverso altri canali senza dover arrivare a una sentenza giudiziale ed amministrativa, anche perché le persone licenziate sono già quasi tre mesi che non lavorano e con la situazione difficile che si vive in Nicaragua diventa problematico poter sopravvivere senza un salario.

All’interno dell’impresa la nostra rappresentanza sindacale continua con il suo lavoro e nei prossimi giorni avremo una riunione con l’impresa proprio per definire una serie di aspetti che riguardano la relazione tra impresa e sindacato e i meccanismi di comunicazione tra le due parti, fissando riunioni periodiche di valutazione e confronto sui vari aspetti che riguardano la relazione tra impresa e lavoratori.

E’ evidente che la nascita e il riconoscimento della rappresentanza sindacale é un boccone che l’impresa fa ancora fatica a digerire, ma sembra che la situazione si sia calmata e che comincino ad accettare la nuova situazione.

L’impresa ha emesso nei giorni scorsi un comunicato nel quale informa che concederà una serie di benefici tra cui aumenti di stipendio in vari reparti, la revisione della struttura posto di lavoro-salario, il riconoscimento del 50% delle spese quotidiane per l’alimentazione dei lavoratori, la celebrazione dei compleanni dei lavoratori e alcune altre cose. E’ chiaro che l’intento della Parmalat é di dimostrare a chi non é ancora affiliato al sindacato che non c’é bisogno di organizzarsi sindacalmente perché l’impresa sta concedendo benefici senza il bisogno di una contrattazione.

Da parte nostra stiamo invece cercando di spiegare che se l’impresa sta facendo questo é proprio perché esiste ora una rappresentanza sindacale che avrà tutti gli strumenti per fare richieste e contrattare maggiori benefici per i lavoratori stessi.
E’ stato fatto un buon lavoro per cercare di affiliare sempre più gente ed attualmente sono circa 200 i lavoratori e lavoratrici che si sono iscritti di 570 esistenti in tutto il paese.

In conclusione, i prossimi passi da fare saranno la preparazione della bozza di Contratto Collettivo da sottoporre all’impresa all’inizio del nuovo anno, iniziare un’intensa campagna di formazione sindacale per i nostri iscritti e soprattutto per coloro che sono all’interno della Direttiva sindacale. All’interno di questi corsi prepareremo la gente su temi come Diritto del Lavoro, Tecniche e Strategie di negoziazione, Comunicazione sindacale, Amministrazione sindacale e Sindacalismo. Questo sarà fondamentale per i nuovi quadri per potersi confrontare in modo serio con l’amministrazione dell’impresa. Un terzo punto fondamentale sarà quello di ottenere il reintegro dei lavoratori licenziati e avviare un rapporto positivo con l’impresa per il rispetto dei diritti dei lavoratori e lavoratrici.

Per tutto questo sarà fondamentale mantenere i rapporti con la gente in Italia e con i sindacati italiani con cui mi sono impegnato a mantenere una comunicazione fluida e continua.

Se nel mondo di oggi ormai tutto si é globalizzato, abbiamo però la dimostrazione che anche la solidarietà si sta globalizzando e questo é uno strumento fondamentale per tutti noi. Strumenti come il computer e internet, che originariamente erano stati inventati per i ricchi, per il capitale e per la borghesia mondiale, stanno ora diventando fondamentali anche per le persone povere, per i lavoratori e per i sindacati proprio in vista di questa globalizzazione della solidarietà e la Campagna della UITA e dell’Associazione Italia-Nicaragua ne é una dimostrazione chiara per i risultati che ha dato".