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LA PACE NELLA BARA

Publie le sabato 5 marzo 2005 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti USA medio-oriente

di Viviana Vivarelli

Dunque i servizi segreti liberano un ostaggio e i cari alleati cercano di far fuori ostaggio e liberatori. Ma lo sanno gli americani che siamo loro alleati? O siamo i loro puliscipiedi? Ma c’e’ qualcosa che l’esercito, i servizi italiani e i comandi americani concordano insieme? o rapporti: zero, salvo Bush che ci presenta come alleati per darsi ragione?

Strategia: zero. Collaborazione dei comandi: zero. Considerazione per un alleato: zero. Ma per chi ci prendono?

Un’amica di Giuliana dice che quella strada è considerata pericolosissima dagli americani che temono le autobombe e dunque sparano a tutto quel che si muove. E poi l’auto andava troppo forte e i soldati dicono di aver fatto luci e segnali di arresto che non sono stati obbediti. Ed è per motivi di velocità che hanno sparato 400 colpi?

Naturalmente, se vuoi solo fermare un’auto, se sei una persona normale spari alle ruote o al motore, se invece sei fuso di testa, pieno di droga e in uno stato di esaltazione folle, spari a raffica ad altezza uomo, ma loro parlano di ’tragica fatalita’’ (come per il Cermis?), anzi dicono addirittura che l’auto è capottata e che l’autista è morto per questo, non trafitto dai colpi, ma vah? Si suppone che la perizia, su quanti colpi abbiano colpito l’auto e dove, la facciano i marines non l’esercito italiano, ma poi in tempo di guerra che fa? Tutto fa brodo, e tutto è pastone.

I giornalisti sono già stati allontanati cosi’ non rompono con informazioni non embedded e il capo italiano ha gia’ provato a minacciarli con 7 anni di carcere e presto ci riprovera’. Si sa di che è fatta una comunicazione fascista: insulti facili e dati reali niente. Come in guerra. Ah gia’, dimenticavo, che la guerra è finita un anno fa con gloriosa dichiarazione di Bush da portaerei, o con duro rimbrotto di Berlusconi alla sinistra per le elezioni irachene: "Ma proprio ora che c’è l’ordine e la democrazia parlate di ritirare le truppe"!? Proprio ora?! E infatti. Così prima sparano poi inventano spiegazioni d’ufficio. Anche questa volta la discordanza tra dichiarazioni embedded e fatti è lampante. Il caro George mostra ’vivo rammarico’.

Io la penso come Pier Scolari: "Ci troviamo di fronte alla follia più assoluta e siamo nella mani di pazzi. Hanno messo a rischio la vita di tutti. Non possiamo rimanere lì un minuto di più". Ma vogliamo scommettere che chi ci governa non avrà il minimo imbarazzo? Sull’agente morto il sindaco di Reggio Calabria ripete la solita solfa: "Un figlio di questa città morto per la pace", ma basta!!! Tutta questa gente è morta PER LA GUERRA, non PER LA PACE! Se ci fosse stata la pace, tutti questi morti sarebbero vivi e farebbero qualcosa di meglio che giacere in una bara! Il compianto dei morti fa il paio con l’ipocrisia di chi la guerra la perpetua.

Pier Scolari dice che l’agente massacrato dagli americani era un uomo straordinario e la Simora Parri è andata a trovare la sua famiglia. Ma noi vorremmo un mondo dove gli uomini straordinari, i giornalisti, i civili, i giovani lavorassero per cose costruttive e felici, non per dare o ricevere morte.