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Giuliana Sgrena: nuove rivelazioni sull’attacco costato la vita a Nicola Calipari

Publie le martedì 29 marzo 2005 par Open-Publishing

Dazibao Guerre-Conflitti USA

di Mike Whitney

Il giorno dopo il mancato omicidio di Giuliana Sgrena, Margaret Warner, conduttrice della PBS [Public Broadcasting Service, la televisione pubblica statunitense, ndt] rivelò un dettaglio che è passato quasi inosservato. Warner affermò che il checkpoint da cui si sparò a Giuliana Sgrena era stato installato solo 45 minuti prima del passaggio del veicolo in cui viaggiava. Quaranta cinque minuti prima? Perché? Anche il posizionamento del checkpoint è degno di sospetto, subito dopo una curva senza visuale a soli 700 metri dall’aeroporto, in un punto dove nessun posto di blocco era mai stato collocato prima.

Giuliana Sgrena disse inizialmente che circa 300 colpi erano stati esplosi, ma il veicolo mostra soltanto pochi fori di proiettili ben mirati.

I fori trovati nel veicolo non furono esplosi contro il motore, come affermato, né rassomigliavano alla raffica casuale che ci si aspetterebbe da un soldato nervoso. Invece, sembra quasi che i colpi dovessero provenire da assassini di professione che avessero preso di mira dei punti precisi del veicolo per arrecare il massimo danno: due proiettili ai pneumatici anteriori (per bloccare il veicolo), due attraverso il deflettore anteriore dal lato dell’autista (per uccidere quest’ultimo) e colpi attraverso il lunotto con una inclinazione tale da uccidere chi sedesse al centro del sedile posteriore. (Le immagini del veicolo sono state rese disponibili sul sito uruknet.info).

Questi non sono gli spari che uno si aspetterebbe da soldati ad un posto di blocco.

Il checkpoint e i trecento colpi sparati in aria erano probabilmente soltanto una messinscena per cecchini professionisti che hanno condotto a termine la loro opera da una posizione non nota. Pazzesco? Questa teoria è ulteriormente avvalorata dal racconto di Giuliana Sgrena del momento in cui i soldati aprirono la portiera posteriore e si sorpresero di trovare Nicola Calipari morto. "Oh, merda!", esclamò uno dei soldati (secondo Sgrena). È chiaro che non si fossero resi conto di cosa era successo, ma credevano di aver colpito per sbaglio l’auto.

L’insabbiamento

Fino ad ora praticamente tutta la ricostruzione dell’esercito Usa è stata dimostrata falsa. Il veicolo non andava veloce e l’autista non fu messo in guardia né da "segnali con le braccia" né da "luci bianche intermittenti". Il veicolo viaggiava lentamente e si fermò immediatamente al checkpoint, quando la sparatoria ebbe inizio.

L’agente speciale italiano Nicola Calipari, aveva notificato alle autorità competenti che stava dirigensosi all’aeroporto; questo significa che tutti i checkpoint devono aver ricevuto notificazione secondo il protocollo usuale. "Comunque, i quotidiani italiani La Repubblica e Il Corriere della sera riportarono il venerdì che le autorità Usa in Iraq sapevano della presenza di Calipari e di un collega ma non era stato rivelato che la missione era liberare Giuliana Sgrena". (Al Jazeera)

Perciò, perché mai un professionista come Calipari avrebbe dovuto cercare di far uscire Sgrena dall’Iraq senza dirlo agli americani?

La sola spiegazione possibile è che Nicola Calipari credeva che Giuliana Sgrena sarebbe stata in pericolo se i militari avessero saputo che stava cercando di abbandonare l’Iraq. Il comportamento di Calipari rafforza le accuse che aveva fatto solo qualche settimana fa Eason Jordan della Cnn dicendo che gli Usa prendono di mira specificamente i giornalisti. Avevano una ragione speciale per far tacere Giuliana Sgrena, che aveva esperienza diretta dei crimini di guerra commessi a Falluja.

Non è chiaro il modo in cui gli americani abbiano determinato che Giuliana Sgrena viaggiava con Nicola Calipari, ma Wayne Madsen, giornalista d’investigazione, osserva che "i funzionari dei servizi segreti italiani credono che gli americani abbiano identificato il veicolo italiano perché i sistemi della National Security Agency (Agenzia di sicurezza nazionale) avevano intercettato il cellulare di Calipari e triangolato la sua posizione".

Una volta che gli ufficiali Usa avevano scoperto chi fosse nell’auto, si misero in moto e realizzarono il loro piano. Che funzionò quasi, eccetto per il fatto che Calipari si piegò in avanti e prese il proiettile destinato a Giuliana Sgrena.

L’improvviso cambio d’idea di Berlusconi

Improvvisamente, il primo ministro italiano, Berlusconi, ha annunciato che l’Italia stava pianificando il ritiro delle truppe dall’Iraq. Forse Berlusconi, "lealista" verso Bush, ha scoperto qualcosa sull’attacco contro Giuliana Sgrena e Nicola Calipari che lo ha forzato ad agire d’anticipo ordinando un ritiro anticipato? Dovremo seguire le notizie dall’Italia per capire cosa possa aver messo il primo ministro italiano contro la guerra di Bush.

Un saggio avviso

Secondo Giuliana Sgrena, i ribelli che l’avevano rapita la misero in guardia dai militari americani, che avrebbero cercato di assassinarla. Sgrena pensava che fossero semplicemente "ideologizzati", ma, come si è visto, la loro parola è stata molto più affidabile di quella di chiunque altro al Pentagono o alla Casa bianca.

Mike Whitney

Fonte:SmirkingChimp.com

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