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Nessuno colpevole per Piazza Fontana. E i parenti pagheranno pure le spese

Publie le mercoledì 4 maggio 2005 par Open-Publishing
3 commenti

Dazibao Giustizia Estrema destra Attentati-Terrorismo Governi

di red

La strage di Piazza Fontana resta senza un colpevole dichiarato. E c’è anche la beffa. La seconda sezione penale della Cassazione, infatti, ha respinto il ricorso della Procura generale di Milano e delle parti civili, confermando pienamente la sentenza assolutoria per i tre neofascisti, Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi e Giancarlo Rognoni, assolti il 12 marzo 2004 dalla corte d’assise d’appello di Milano. È maturata la prescrizione invece per Stefano Tringali, colpevole di favoreggiamento nei confronti di Zorzi, la cui pena in appello era stata ridotta da tre anni a un anno. Per l’effetto del rigetto dei ricorsi della Procura e delle parti civili, la seconda sezione penale ha condannato alle spese processuali gli stessi familiari delle vittime che si erano costituite parti civili.

«La sentenza è una vera botta per i famigliari delle vittime della strage di Piazza Fontana», ha commentato amaramente Massimo Giannuzzi, avvocato di Stato, l’unico legale presente alla lettura in tribunale. La Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla procura di Milano e dalle parti civili contro le assoluzioni dei tre

Diverso il commento dall’altra parte. «L’unica cosa che posso dire è che questa è una Corte di legittimità. Ha agito secondo diritto», ha detto il procuratore generale della Cassazione, Enrico Delehaye. Alla richiesta di fornire un suo giudizio, come cittadino e non come rappresentante dell’accusa, il pg ha risposto: «Ho detto quello che potevo, forse più di quanto ci si aspettasse».

«Una sentenza che non rende giustizia», hanno detto sconsolati alcuni dei famigliari delle vittime della strage di Piazza Fontana. A farsi portavoce del loro stato d’animo è uno dei loro legali l’avvocato Federico Finicato. «Siamo davanti ad una sentenza che non rende giustizia- ribadisce il legale- un processo che ha portato tantissimi elementi ma le prove non si sono volute leggere». Amaro il suo commento: «È un altro pezzo di storia che resta coperto dal mistero».

http://www.unita.it/index.asp?SEZIO...

Messaggi

  • Ma che bello! Lo stato mette una bomba in una banca per fare passare i comunisti per terroristi, dopo dodici gradi di giudizio non trova colpevole ne sè ne eventuali capri espiatori ne i neofascisti coinvolti: paghino dunque le spese processuali i parenti delle vittime - paghino ancora per la mancata identificazione delle parti "deviate" dello stato che gli hanno accoppato un parente.
    Mah!
    Fedebleah...

    • L’avvocato delle parti civili Federico Sinicato ha ribadito l’amarezza dei famigliari delle vittime e il giudizio severo nei confronti della Corte. "C’è stato poco coraggio da parte dei giudici - dice Sinicato -. Volendo le prove erano negli atti. Il giorno dopo, il giudizio sulla sentenza non può che essere negativo.
      La verità è che il sistema giudiziario italiano non è capace di affrontare grandi eventi o grandi fatti delittuosi. Così è stato per piazza Fontana e così è stato per Ustica, Bologna o per i grandi processi di mafia o di corruzione. Su questi fatti ci sono pochissime certezze e mi chiedo come un cittadino si possa riconoscere in questo sistema".

    • Appello per una mobilitazione generale
      Contro l’assoluzione degli stragisti fascisti

      A tutte le realtà milanesi, ai partiti, ai sindacati, alle associazioni ai centri sociali, ai sinceri democratici, ai lavoratori

      Prologo. Il 12 dicembre del ’69 una bomba nella banca nazionale dell’agricoltura provoca 17 morti e 85 feriti. Si inaugura così la stagione della “strategia della tensione”, la stagione delle stragi, del terrorismo, si inaugura così la guerra che la borghesia e il suo Stato ingaggiano contro il movimento operaio, popolare, studentesco che dilaga in tutto il paese. Inizia così il sodalizio implicito che stringe lo Stato borghese ai neofascisti riciclati, protetti, foraggiati e coccolati che dal 1945 hanno goduto di coperture, agibilità, favoreggiamenti e collusioni in chiave apertamente anticomunista e antipopolare.

      Il dramma in più atti continua, continuano le bombe, continuano le stragi, continuano gli insabbiamenti e i depistaggi, la criminalizzazione per le frange del movimento popolare. Compagni in carcere e fascisti all’azione, i morti nelle piazze. Gli stragisti impuniti continuano a tramare e a mestare nel torbido con i servizi segreti dello Stato. Brescia, Italicus, stragi sventate e colpi di Stato abortiti, stazione di Bologna.
      Alla polizia e ai carabinieri che nelle strade uccidono compagni e militanti, si affiancano Avanguardia Nazionale, Ordine Nuovo, Rosa dei Venti, NAR e chissà quanti altri sotto la protezione dei “difensori della Democrazia italiana” che avevano tutti interessi e implicazioni con Gladio, P2, CIA.

      Epilogo. L’atto finale è una delle vergogne più raccapriccianti che si possano concepire. Fascisti impuniti, anzi protetti, “ASSOLUZIONE” è la sentenza che porta l’Italia a fare i conti con ciò che per 36 anni è stata una verità malcelata. “ASSOLUZIONE” e la condanna al pagamento delle spese processuali per i famigliari delle vittime che si sono costituiti parte civile al processo. ASSOLUZIONE per i colpevoli, ASSOLUZIONE per i fascisti, assassini, stragisti. L’epilogo è il senso compiuto della giustizia di questo Stato che premia ognuno dei suoi servitori indefessi, li premia, li protegge, li difende. Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Giancarlo Rognoni, sono solo alcuni dei nomi di coloro che hanno goduto di tutti i favori della magistratura italiana. Un altro nome è Angelo Izzo, il porco della strage del Circeo, che torna a violentare e uccidere donne pur essendo in libertà vigilata concessagli perché… fascista.

      La morale. La morale di questa storia ha il sapore amaro dell’ingiustizia, il dolore per chi è stato ucciso, per il danno, la rabbia per chi rimane impunito e per chi da vittima diventa colpevole di aver preteso giustizia, la beffa. Ma a questa morale non ci rassegniamo.
      Nelle piazze si grida che il 25 aprile non è una ricorrenza. Non possiamo far passare sotto silenzio questa schifezza.

      Rompere il silenzio;
      portare in strada il dolore, l’indignazione, la rabbia, la memoria.

      Dal 1969 in Italia sono morte per mano fascista centinaia di persone, migliaia di compagni, comunisti, anarchici, antifascisti hanno pagato con la vita o con il carcere duro la loro militanza.
      Oggi il silenzio di fronte a questa vergogna ha il sapore della complicità, della rassegnazione, della normalizzazione.

      Ma, oggi, l’unica normalità che riusciamo a concepire è quella che vede scendere in piazza tutti i compagni, tutti i sinceri democratici, tutti i cittadini che non si sono rassegnati allo schifo e alla vergogna a cui vogliono costringerci.

      Per tutti coloro che hanno combattuto contro il fascismo, per tutti coloro che lo hanno subito, per tutti coloro che hanno pagato la scelta di lottare per un mondo migliore, per tutti coloro che sono morti senza colpe, senza responsabilità, senza motivo.

      Presidio militante
      Venerdi, 6 maggio - ore 18:30
      da P.zza Fontana al Palazzo di giustizia

      In tanti o in pochi che saremo, è una presenza necessaria per tenere alta la bandiera dell’antifascismo e infondere il coraggio necessario alle nuove generazioni che combattono il fascismo e lo combatteranno cacciandolo per sempre nella fogne della storia.

      www.carc.it
      carcmi@tiscali.it