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DIRITTO-DOVERE

Publie le giovedì 9 giugno 2005 par Open-Publishing

Dazibao Democrazia Referendum

di Viviana Vivarelli

Andare a votare e’ un diritto-dovere. Il che vuol dire un obbligo, anche se non c’e’ una pena per la sua inosservanza. Se si rovescia un diritto-dovere si puo’ avere una possibilita’, una scelta, un diversivo, ma non si avra’ mai un diritto.

Non votare forse non e’ illegale ma non sara’ mai legittimo, e non potra’ mai essere un atto che ci qualifica come buoni cittadini, in quanto e’ una violazione dei principi stessi della democrazia che non e’ solo usufruire di diritti ma partecipare. Se le massime cariche dello stato non riescono a capire questo, vuol dire che sono molto lontane dall’essere dei modelli democratici.

Come ogni diritto puo’ decadere per inadempienza mostrando che non ne siamo degni, cosi’ la democrazia va esercitata o un giorno ci verra’ tolta.

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Se la democrazia ha le sue leggi e i suoi principi, cosi’ anche le religione. La religione non puo’ essere usata come strumento di potere.

Nel momento in cui cio’ avvenga, essa perde ogni valore e viene delegittimata. Infatti la religione dovrebbe unire mentre il potere divide. La religione dovrebbe impegnarsi a favore dell’uomo, il potere si applica contro l’uomo. Quando i due campi coincidono abbiamo un ibrido mostruoso che ovunque ha portato a eventi negativi.

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Nella fecondazione assistita, come nel trapianto, abbiamo un dono e un’accoglienza, due atti profondamente umani, che nobilitano l’uomo e sono esercitati per difendere la vita.

Se ne’ la politica ne’ la religione riescono a comprendere qusto, vuol dire che sono molto lontane dall’uomo vero.