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Francia : Nicolas Narkozy accentua il suo discorso di destra per attirare l’elettorato del FN

Publie le martedì 28 giugno 2005 par Open-Publishing

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Jean Marie Sarkozy

di Phillipe Ridet tradotto dal francese da karl&rosa

Tre settimane dopo il suo insediamento al ministero degli interni, Nicolas Sarkozy ha provocato la reazione di una parte della sinistra, di associazioni e di magistrati dichiarando, lunedi’ 20 giugno, all’indomani dell’assassinio di un bambino di 11 anni a La Courneuve (Seine Saint-Denis): "I mascalzoni spariranno, impegnero’ le forze necessarie ma il quartiere dei 4000 verrà ripulito." Ancora più radicale, il ministro ha promesso, davanti alla famiglia della vittima ed a un giornalista di Le Monde (vedere la nostra edizione del 22 giugno), di "ripulire con il Karcher" (impianto per il lavaggio delle macchine a getto d’acqua violentissimo, NdT) il quartiere.

Una parola di troppo, un atteggiamento intempestivo o una sterzata netta a destra? I propositi marziali del numero due del governo si aggiungono, in effetti, a una serie di dichiarazioni del presidente dell’UMP, nelle quali i suoi avversari vogliono vedere una maniera di cercare gli elettori fino alla porta del Fronte nazionale ed anche oltre. "Vado a prendere l’UMP dalla destra per portarla al centro" diceva Sarkozy prima di assumere la direzione dell’ex partito di Chirac. Si deve constatare che il ministro segue alla lettera la prima tendenza della sua strategia. "Non sono alla testa del secondo partito socialista di Francia", ha detto il 15 giugno rivolgendosi ai quadri del suo movimento che ancora ne dubitano.

In effetti quel giorno, due settimane dopo la vittoria del no al trattato costituzionale europeo, Sarkozy aveva voluto "far tesoro" del referendum. Contrariamente ad una parte della destra, per la quale il voto é l’espressione di un rifiuto dell’economia liberale, Sarkozy ha condannato "l’egualitarismo, il livellamento e l’assistenzialismo", considerando "naturale" che coloro che "lavorano più degli altri guadagnino di più". "Smettiamo di colpevolizzare la Francia che si alza presto", ha ribadito. Dunque, stimando che "i Francesi della classe media" devono essere il "soggetto di cui deve costantemente preoccuparsi" il suo partito, il presidente dell’UMP aveva spiegato che "la nostra politica sociale non puo’ ridursi alla sola questione degli esclusi".

E’ all’interno di questo ragionamento che chiama dal governo "a distinguere fra una conquista sociale e il prodotto di un’abitudine, di una viltà, di una dimenticanza". E cosi’ ha avuto parole dure per la differenza troppo piccola fra i redditi da lavoro e quelli assistenziali; preteso "un’attività come contropartita" per "poter godere di un minimo sociale"; denunciato "l’aiuto medico d’urgenza più favorevole per gli stranieri in situazione illegale che per il percettore del salario minimo che paga i contributi". "Per me é chiaro, aveva concluso davanti ai quadri dell’UMP, non puo’ esservi espressione della solidarietà nazionale senza che chi ne usufruisce faccia un minimo di sforzo per meritarla. Siamo generosi, deve continuare, ma lo siamo con le tasse dei Francesi che lavorano".

Quest’accentuazione del discorso di destra di Sarkozy produce un primo effetto, agli occhi dei responsabili del partito. Una nota del 20 giugno, redatta da Alain Marleix, segretario nazionale alle elezioni, sottolinea "il regresso dell’estrema destra alle elezioni locali parziali fin dal 28 novembre 2004", data alla quale Sarkozy é diventato presidente dell’UMP. Sulle 24 consultazioni analizzate, il Fronte Nazionale - che non ha mai brillato al di fuori delle consultazioni nazionali - é stato in grado di presentare solo 18 candidati, nessuno dei quali é riuscito a migliorare il risultato del partito. Al contrario, il partito di Jean-Marie Le Pen cala in modo vistoso nei cantoni di Nizza 7 (22,9% nel 2004, 10,2% nel 2005), di Pont-Saint-Esprit, nella Drôme (17,2% nel 2004, 6,2% nel 2005) o a Saint-Florentin nell’Yonne (22% nel 2004, 4,4% nel 2005).

"DESTRA DURA"

Per Manuel Aeschlimann, deputato degli Hauts-de-Seine e presidente della commissione "opinione pubblica" dell’UMP, questi risultati dimostrano che l’ex partito di Chirac "puo’ sottrarre voti alla destra dura". "Ormai, spiega, l’elettore decide in base agli eventi e non più soltanto in funzione della sua appartenenza ideologica. Cosi’, all’interno dell’elettorato frontista, si valuta che un 1O% puo’ votare Sarkozy, per esempio perché da la priorità alla questione della sicurezza."

Anche se non provoca ancora un dibattito in seno all’UMP, dove Sarkozy associa pochissimi deputati alle sue riflessioni politiche, queste prese di posizione preoccupano. Il segretario generale del partito, Pierre Méhaignerie, vuol credere che i vecchi centristi dell’UMP "sapranno fargli cambiare idea". Riconoscendo una sorta di "stigmatizzazione dei disoccupati", si limita ad osservare che "Sarkozy deve semplificare al massimo, se vuole farsi capire, sull’argomento dei limiti dello stato assistenziale. Ma la sua fermezza é sempre accompagnata da una preoccupazione di giustizia. In Francia, non siamo abituati a questo libertà di toni. E’ un discorso alla Tony Blair o alla Gerhard Schröder."

Rifiutando ossessivamente di adottare un discorso che sarebbe il punto di equilibrio fra l’ala sociale e quella liberale del partito, Sarkozy non desidera, per ora, deviare dalla sua linea, considerando che "il linguaggio codificato, le perifrasi inutili, l’eterno politichese contribuiscono all’esasperazione dei Francesi". Il presidente dell’UMP sembra dunque più disposto a tenere distinti i discorsi che a confonderli. Patrick Devedjian, uno dei suoi consiglieri politici, pensa che presto verrà il momento di "fare delle offerte che corrispondano alla sensibilità dell’opposizione, precisamente in materia di uguaglianza delle opportunità". Dopo aver recuperato l’elettorato di destra, sostiene, occorrerà in seguito applicarsi a scoraggiare la sinistra".

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