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LA PAURA e le ultime NEWS, BAGHDAD : PIU DI MILLE I MORTI NELLA CALCA DOPO FALSO ALLARME

Publie le mercoledì 31 agosto 2005 par Open-Publishing
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Dazibao Guerre-Conflitti medio-oriente Doriana Goracci

di Doriana Goracci

Scelli ha salvato le 2 Simone, malgrado gli amici e il fuoco amico.

Scelli ha salvato sè stesso e il suo futuro lavorativo, Spero che i nostri soldati 2500(!) a Nassirya possano dare una mano, anzichè presidiare il "nostro" futuro energetico, ora subito nel luogo del massacro.

Mortai amici, mortai nemici, kamikaze reali e presunti, ....PAURA.

Quale sicurezza ci toglie la paura della guerra, generatrice di terrorismo?

Schiacciate oggi centinaia di persone dalla paura: niente problemi ci siamo noi e gli amici americani ed inglesi a portare sicurezza democrazia e amicizia. E noi italiani abbiamo paura?

Grido in silenzio FUORI LA GUERRA DALLA STORIA


BAGHDAD, PIU DI MILLE I MORTI NELLA CALCA DOPO FALSO ALLARME

Sono quasi mille i morti a Baghdad fra i pellegrini sciiti che sono stati travolti dalla folla allarmata da un allarme “kamikaze” mentre stavano attraversando il ponte sul Tigri. L’allarme ha gettato il panico tra la folla, provocando una tragica ressa che ha travolto molte donne e bambini, e in tanti, dopo essersi gettati dal ponte, hanno perso la vita nelle acque del grande fiume che attraversa la capitale irachena. Come si è diffuso il panico? Il ministro Jabor non ha dubbi, e indica una precisa strategia terroristica. Le persone che stavano partecipando alla celebrazione del martirio di Musa Al-Kadhim (una figura religiosa venerata dagli sciiti) erano circa un milione. Nel governo iracheno, che ha proclamato tre giorni di lutto nazionale, è scontro aperto fra le diverse fazioni: il ministro della sanità Abdel Muttaleb Mohammed Ali, vicino al leader estremista sciita Moqtada Sadr, chiede le dimissioni dei colleghi titolari dell’interno e della difesa, indicandoli come responsabili della strage.

Il Consorzio Italiano di Solidarietà esprime il proprio dolore per la assurda tragedia di questa mattina, presso la moschea di al-Kadhimiyah, che ha colpito ancora una volta in modo drammatico il popolo iracheno e ulteriormente allontanato le speranze di pace e stabilizzazione del paese. Quindi una condanna ferma rispetto al ricorso alla violenza da parte dei gruppi terroristici e il coinvolgimento diretto della popolazione civile con attentati dinamitardi di vaste dimensioni e negli scontri armati contro l’esercito governativo e le truppe USA. Secondo l’organizzazione umanitaria, che è presente in Iraq dal marzo 2003 e continua ancora oggi a realizzare interventi di assistenza nelle zone centrali del paese, la situazione di sicurezza è drasticamente peggiorata nel corso delle ultime settimane.

Decine di persone sono morte nel corso di tre raid lanciati dall’esercito americano nei pressi della frontiera siriana con l’Iraq. Una fonte irachena dice che "almeno" 56 persone sono morte nel corso di questi raid, senza precisare se si tratti di civili o di "presunti terroristi". L’esercito americano ha annunciato che l’attacco è stato diretto verso il gruppo di uno dei capi di Al Qaeda, Abu Islam, che sarebbe morto nel corso dei bombardamenti. Nella città di Al Qaim, Iraq occidentale, già teatro di un furioso bombardamento lo scorso aprile, non sono mai cessate le operazioni militari. L’ospedale della città, che raccoglie anche i pazienti delle zone circostanti, non è più in grado di sostenere il carico di lavoro, stretto com’è sotto continuo assedio.

"Doctors for Iraq" ha ricevuto un report dal personale medico nel quale si afferma che un ospedale da campo nel villaggio di Al Karabila è stato bombardato. Due membri del personale medico sono stati feriti nell’attacco all’ospedale. Lo staff dell’ospedale e testimoni oculari parlano di molte vittime nell’operazione militare nella città di Al Qaim. I rapporti parlano di almeno 50 morti tra i quali anche donne e bambini. "Doctors for Iraq" sta cercando di verificare queste informazioni, ma farlo è difficile perché l’attacco è ancora in corso. Lo staff medico di Al Qaim comunica anche che è stata tagliata l’elettricità all’ospedale. I medici non possono muoversi all’interno della zona a causa delle operazioni militari in corso. Il responsabile dell’ospedale generale di Al Qaim ha scelto di chiudere temporaneamente la struttura a causa della mancanza di condizioni di sicurezza. "Doctors for Iraq" chiede la fine immediata degli attacchi e delle azioni che colpiscono civili e personale medico e invita le organizzazioni umanitarie internazionali ad organizzare interventi urgenti nella zona. [AT]

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