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CORRISPONDENZE DAL CHIAPAS (1) : Una questione di tempi

Publie le martedì 6 settembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Movimenti America Latina Luca Martinelli

di Luca Martinelli da San Cristobal de Las Casas (19 luglio - 22 agosto 2005)

É una questione di tempi, e il tempo, si sa, scorre differente nelle montagne del Sudest messicano, nelle comunità abitate da indigeni tzotziles, tzeltales, choles, tojolabales basi d’appoggio dell’Esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln), nella Selva Lacandona, dov’è acquartierata, da oltre vent’anni, la Comandancia general dell’Ezln.

Così, a pochi giorni dalla Sexta declaración de la Selva Lacandona, e a due anni dalla nascita delle Juntas de Buen Gobierno, le giunte regionali autonome, è possibile lasciarsi andare a quello che rappresenta un salto temporale, almeno nella nostra mente marcatamente occidentale, e provare a pensare che tutto il processo di riorganizzazione dell’Autonomia che ha fatto seguito alla festa di Oventik dell’8, 9 e 10 agosto del 2003, con l’annuncio della morte delle Aguascalientes e della nascita dei Caracoles di La Realidad, Oventik, La Garrucha, Morelia e Roberto Barrios, sia in realtà un continuum.

Un ‘progetto’ che si ritrova nella parole dei Comandanti scesi a San Cristobal de Las
Casas il primo gennaio del 2003, a interrompere un silenzio che durava ormai da quasi due anni, e nei punti del Plan La Realidad-Tijuana, che il comandante Bruce Lee aveva letto a Oventik, nell’agosto di due anni fa. Un Piano forse passato in secondo piano, agli occhi della società civile internazionale, di fronte allo svolgersi quotidiano dell’Autonomia nelle nuove strutture, create per rispondere in modo piú attento alle esigenze delle migliaia di indigeni zapatisti e non zapatisti del Chiapas.

Appare oggi evidente che il cammino disegnato dall’Ezln per ottenere un cambiamento nelle relazioni sociali e di potere, e un miglioramento nelle condizioni degli ultimi, gli indigeni e gli emarginati, in Chiapas e in tutto il Messico, passasse - dopo il tradimento rappresentato dell’approvazione di una Ley indigena iniqua, dopo la Marcia della dignità del 2001 - per un rafforzamento interno, a partire dal quale tornare a posizionarsi come attore centrale del panorama politico nazionale.

Sono stati, questi ultimi, due anni di lavoro intenso, verso l’interno e verso l’esterno del Movimento, volto a organizzare l’Autonomia e i processi di partecipazione all’interno dei Municipi Autonomi, a costruire relazioni nuove e dirette con la galassia eterogenea della solidarietà nazionale e internazionale, quella società civile che é oggi chiamata a partecipare in modo diretto a “La Otra campaña” lanciata con la Sexta delcración de la Selva Lacandona.

I risultati di questo rafforzamento si vedono, affacciandosi ai cancelli dei Caracoles, e
visitando i Municipi Autonomi in resistenza e le comunitá zapatiste, dove si sono aperte cliniche, scuole, cooperative, centri di commercio, ma soprattutto spazi di governo partecipato e di condivisione tra le basi d’appoggio del Movimento e i Consigli autonomi, perché questo sono - tra le altre cose - le Juntas de Buen Gobierno e le Commissioni di vigilanza e informazione presenti all’interno dei Caracoles. L’8 e il 9 agosto, cosí, si torna ballare: nei cinque Caracoles, in una quarantina di Municipi Autonomi ribelli zapatisti, in migliaia di comunità nelle Zona Altos, Selva, Norte e Fronteriza dello Stato si celebra il secondo anniversario della morte delle Aguascalientes e della nascita delle Juntas de Buen Gobierno.

Gli zapatisti sono ormai pronti ad uscire dal guscio dei Caracoles, dove hanno potuto
preparare al meglio questa nuova tappa della lotta per un Messico nuovo, con dignità,
giustizia e libertà per tutti. E il tempo é dalla loro, dalla parte di coloro che sanno
attendere, e lavorare pazientemente, perché un progetto così grande richiede
tempo, e spesso noi lo dimentichiamo.