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> Bob Geldof: l’uomo che tradì i poveri

15 settembre 2005, 19:30

La povertà non può attendere
di Bob Geldof

Appena dieci settimane fa l’elite politica del mondo – spinta, persuasa e poi oggetto di una imboscata da parte di una “lobby” pubblica autenticamente di massa e da alcuni ostinati negoziati politici - ha raggiunto un accordo che, nel caso fosse stato rispettato, avrebbe salvato la vita a milioni di persone altrimenti destinate a morire.
Violando la tradizione gli otto membri del club più esclusivo del mondo hanno apposto la loro firma in calce all’accordo raggiunto.

Così facendo hanno allargato gli orizzonti precedentemente limitati del G8 in ordine alle persone più povere del mondo, la maggior parte delle quali vivono in Africa, un continente che nel punto più vicino dista dall’Europa appena otto miglia.

Gleaneagles ha accettato di attuare 50 delle 90 raccomandazioni della Commissione per l’Africa istituita da Tony Blair per analizzare una via di uscita dal malessere africano. A Gleneagles il G8 ha proposto sulla cancellazione del debito e sugli aiuti (con un ulteriore stanziamento annuale per l’Africa di 25 miliardi di dollari) accordi assai più significativi di quanto ci si sarebbe potuto aspettare fino ad un anno fa.

Sebbene gli scambi commerciali non facciano normalmente parte dell’agenda del G8 – se ne parla in sede di colloqui commerciali mondiali con il prossimo appuntamento fissato per il mese di dicembre a Hong Kong – a Gleneagles il G8 ha riconosciuto, per la prima volta, che le nazioni ricche non debbono imporre le ricette economiche ai Paesi poveri e ha preso l’importante impegno di costruire in Africa le infrastrutture e la capacità necessarie per il commercio – un problema che secondo la Commissione rappresenta per l’Africa un impedimento grave quanto le barriere commerciali delle nazioni ricche. Malauguratamente, malgrado le pressioni dell’ultimo momento, il G8 non ha raggiunto l’accordo da noi auspicato e inteso a porre fine al modo in cui i paesi ricchi sovvenzionano le esportazioni agricole e quindi danneggiano gli agricoltori dei Paesi poveri. Per questa ed altre battaglie dobbiamo aspettare il mese di dicembre a Hong Kong.

Ma il compito più immediato consiste nel rimettere in moto i progressi in vista del dimezzamento della povertà nel mondo entro il 2015 – come convenuto al vertice Onu del 2000 e ribadito dagli Obiettivi di Sviluppo del Millennio. Sulla base delle attuali tendenze l’obiettivo per la riduzione della mortalità infantile fissato per il 2015 verrà raggiunto solamente nel 2115. Ecco quale livello di tragico cinismo può nascondersi dietro le parole solenni e “vincolanti” di così tanti documenti politici.

Il pacchetto proposto dalla Commissione e sostenuto a Gleneagles indicava il modo per far ripartire gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, in particolare per quanto concerne l’Africa. Ma ora deve essere realizzato con decisione se vogliamo che tenga fede alle sue implicazioni storiche.

Quanti di noi hanno preso parte alla Commissione per l’Africa, a Live 8 e al vertice di Gleneagles hanno sempre saputo che sarebbe stato un processo lungo e graduale. La Commissione ha completato i suoi lavori, Live 8 è stato realizzato e il vertice di Gleneagles si è concluso con una firma. Ma ora dobbiamo cercare di fare in modo che l’odierno vertice Onu collochi il problema della povertà in cima alla lista delle priorità. Il blocco africano in seno alle Nazioni Unite ha in questo senso un ruolo critico da svolgere.

Altre questioni non possono distrarci da quello che consideriamo il problema mondiale più importante di tutti. È essenziale che gli impegni presi a Gleneagles vengano ribaditi tramite le Nazioni Unite e attivati, finanziati e realizzati nella loro interezza.

La Commissione per l’Africa ha auspicato l’istituzione di un piccolo gruppo di monitoraggio con il compito di riferire in ordine ai progressi del processo di realizzazione. Prima della pausa estiva ho parlato con il primo ministro che si è detto d’accordo su questa necessità. Mi auguro che un piccolo gruppo credibile – destinato ad operare magari per cinque anni in rappresentanza sia dell’Africa che del mondo sviluppato e dotato di forza politica, autonomia e poteri – possa essere istituito al più presto per assolvere questo compito.

C’é molto da fare per strappare alle loro miserabili condizioni i poveri, i malati, gli inermi e le persone prive di istruzione. Mi piacerebbe che gli aiuti previsti dalla Commissione vengano distribuiti nel 2008 e non nel 2010, vale a dire alla data più remota indicata nell’accordo. Olandesi e belgi debbono smetterla di cercare di smantellare l’accordo sul debito che non va prorogato oltre le riunioni della prossima settimana del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale né va usato come mezzo improprio per imporre condizioni sempre più gravose.

Il mondo è diventato oltremodo dickensiano. Non portiamo più il cappello a cilindro e non usiamo più il bastone da passeggio, ma in mezzo all’abbondanza ci aggiriamo ancora tra i corpi dei malati e dei moribondi. Tutto quanto è accaduto nell’ultimo anno – la Commissione per l’Africa, Make Povertà History, Live 8, il vertice del G8 a Gleneagles e ora il vertice dell’Onu – è stato concepito per tentare di colmare il divario tra questi due mondi. È stato, nell’ambito dei nostri limitati termini di riferimento, un successo, ma è tutt’altro che sufficiente. Il compito che attende coloro che sono impegnati nella lotta globale alla povertà è di fare in modo che i nostri governi si assumano le loro responsabilità e rispondano dei loro comportamenti, accelerino i tempi di realizzazione e sostengano i miglioramenti, specialmente nel settore degli scambi commerciali. Nel caso in cui il G8 dovesse venire meno agli impegni solenni presi nei confronti dei poveri, tale mancanza deve essere sanzionata.

Non dobbiamo lasciarci distrarre dall’aggressiva proposizione di argomentazioni collaterali o dalle polemiche interne. Sono quasi spaventato dall’urgenza di questo compito.

© The Independent
Traduzione di
Carlo Antonio Biscotto

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=EDITO&TOPIC_TIPO=E&TOPIC_ID=44628