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> Un ricordo di Antonio, compagno di Acrobax

21 gennaio 2006, 23:17

Parlanno’e libertà..

Che dire Antò..perché non ci voglio credere, perché è impossibile, perché non posso..ti ho conosciuto qualche anno fa e da allora ogni tanto c’incontravamo, quasi sempre soli, e poco a poco quasi senza capire come, siamo diventati amici. Dopo un pò ci siamo voluti bene così, senza un motivo senza un fine.non ci vedevamo tutti i giorni, ma appena riuscivamo ad incontrarci partivano sorrisi abbracci e via..mi raccontavi la tua vita, i tuoi amori e disamori, i tuoi dolori e le tue follie, le tue varie scattanti passate e future passioni, di politica me ne parlavi poco forse perché iniziavo con le mie incomprensibili domande e finivi sempre a parlare d’altro. In giro, a roma, al mare e nei parchi con e senza Chiotti, nei laghi o nei cinema, con una birra, con un gelato in ospedale o con niente e solo sigarette. Le cose che pensavi di me le dicevi con semplicità e sincerità in faccia. Quelle poco carine e quelle belle. Mi hai raccontato di tua mamma, di certe canzoni, di tuo papà, di e cerca ’e me capi’, di quanto eri innamorato di Alice, di come era talmente bello allenarsi, di quanto avresti voluto una bambina,e tante altre millioni di cose, e ultimamente stavi meglio, più sereno.E quanto sei romantico Antò!e così attento ai dettagli inusuali, e così timido a volte..

E come cazzo è possibile allora..ci vediamo e ridiamo, ci siamo sempre presi in giro, ho pianto con e davanti a te, e proprio ultimamente ho pensato che la mia amicizia con te era così a sprazzi e fuori dal resto che ero stranamente certa che sarebbe durata a lungo. Era una finestra sul mare che ogni tanto aprivamo con altri, ogni tanto insieme. Non solo per vedere meglio l’orizzonte, ma per chiudere gli occhi e ascoltarne il rumore. per sentire il vento e immaginare una barca a vela. Per percepire il sale e appiccicarcelo addosso. Proprio il sale.Il sale, che s’incontra nelle lacrime e nel mare..

Antò, mi devi spiegare bene come devo mettere le dita della mano per dare quei pugni che non sono mai riuscita a dare.

Poi ti prometto che ti porto allo zoo a vedere il tuo caro amico gorilla che non c’è più. peccato che l’altra volta sono arrivata tardi, (come al solito e in tutto), e non facevano più entrare. Peccato. Tu sei arrivato sempre prima, non agli appuntamenti certo, ma in tutto il resto.
Vorrei abbracciarti forte Antò, e darti quella carica che mi hai dato a volte tu, ma non si può. Stavolta non si può.

Dove sei? dove cazzo sei?

ma stai sicuro che ti trovo Antò! perché quello che ti fa brillare gli occhi, la faccia e tutto quanto da qualche parte non so come non so dove ma c’è. Non posso non pensarlo.no. Forse continuerò a parlarti all’infinito, chissà. Basta che ogni tanto mi ascolti.Basta che mi dici come darli bene sti pugni,e se li do dove servono.e non ai lati delle cose.

Io non ti saluto Antò. magari domani ma adesso no. Ancora per qualche ora non ti lascio andare.

Ma hai visto quante persone ti vogliono bene veramente,è bellissimo vederlo.

Con la musica in testa Antò, con la musica in testa e il sorriso ovunque. Ricordalo e portalo energico a chi ne ha più bisogno, ma inutile che te lo dico!

Vorrei abbracciare e abbraccio fortissimo la mamma, il papà, e tutti quelli a cui manca.

e il mare il mare sta sempre llà..

e cammine’mmiezo’a via

parlanno’e libertà..

cèl