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> IO NON CE LA FACCIO L’8 MARZO...

6 marzo 2006, 12:23

LETTERA APERTA ALLE “ELEGGIBILI” E GLI “ELEGGIBILI”
DELL’UNIONE:

“USCITE VOI DAL SILENZIO”

La manifestazione di Milano del 14 gennaio 2006 è nata
sotto la spinta di un’insofferenza che andava molto
oltre la difesa della legge 194, della laicità dello
stato e di altre essenziali libertà individuali.
I due slogan più gridati nel corso della
manifestazione del 14 gennaio – “nessuno decida più
per noi” e “siamo uscite dal silenzio”, hanno indicato
quali sono i punti irrinunciabili di un soggetto
politico che realizza oggi un nuovo incontro, ma certo
non nasce oggi alla vita pubblica e nemmeno alla
parola, un soggetto formato da una molteplicità di
singole, ma anche da gruppi e associazioni, che ha
dietro di sé più di un secolo di storia e di fronte
una comunità di uomini tenacemente aggrappati ai loro
poteri, ai loro pregiudizi, alla loro maschera, sempre
più traballante, di neutralità.
Fondamentale per noi diventa perciò che venga
ripensata alla radice la collocazione che la politica
maschile da sempre ha riservato alla donna: soggetto
esterno/estraneo al contratto sociale, vincolata al
suo stato biologico e alla funzione riproduttiva,
individualità imperfetta e perciò costretta a vivere
della relazione con l’altro: moglie di, madre di,
figlia di; questa stessa ottica colloca adesso la
donna, arrivata ultima alla scena pubblica,
nell’elenco dei gruppi sociali considerati soggetti
deboli, svantaggiati, da proteggere e tutelare.
La nostra critica al programma dell’Unione parte da
qui, ovvero dall’assoluta continuità che dimostra con
la logica della donna soggetto debole, rifiutando di
vedere ciò che invece noi vediamo e abbiamo mostrato
nelle piazze di questi mesi, e cioè che le donne sono
la metà del mondo che sceglie liberamente ed esercita
responsabilità e non possono certo essere ridotte a
“questione femminile”.
Il programma dell’Unione ci ha innanzitutto stupefatto
per il tradimento dell’impegno già assunto sui Pacs,
che ci allontana dall’Europa laica e ignora quanto la
libertà delle persone si sia fatta strada, quanto i
soggetti diano importanza all’amore e
all’autodeterminazione anche quando ciò non rientra
nelle convenzioni e negli istituti sociali previsti.
Ma anche la frammentarietà sui temi del lavoro e
l’accento familista sulle politiche sociali motivano
la nostra critica.
E’ uno schema che non vede che le donne, quando
parlano di lavoro, dicono delle condizioni
dell’esistenza e rivendicano il nesso necessario tra
libertà di scegliere e libertà di essere; così quando
parlano di salute riproduttiva non difendono solo la
legge 194, ma partono dalla consapevolezza che la
libertà di disporre del proprio corpo è alla base di
tutte le libertà e della libertà di tutti.
Le donne giudicano oggi punto irrinunciabile e
preliminare un’effettiva eguaglianza di statuto tra
uomini e donne nella sfera politica, istituzionale e
sociale e ritengono inderogabile l’impegno ad adottare
misure immediate per il conseguimento della pari
presenza in tutti i campi decisionali a partire dal
governo del Paese.
Su questo orizzonte le donne che hanno manifestato a
Milano, a Roma e a Napoli hanno detto chiaramente che
dagli uomini non vogliono solidarietà, ma l’impegno a
volgere lo sguardo su di sé, a interrogare la propria
storia, a riconoscere i nessi tra logiche di guerra,
modi della politica, modelli di produzione e consumo.
Qualcuno lo ha fatto, in una relazione di condivisione
e corresponsabilità che – insieme alla forte presa di
parola delle donne più giovani e delle donne straniere
– è uno dei segni di novità delle piazze di questi
mesi.
Su tutto questo l’assemblea delle donne Usciamo dal
silenzio vuole confrontarsi con le “eleggibili” e gli
“eleggibili” dell’Unione: forma questa imposta da una
pessima legge elettorale che espropria gli elettori,
che delega ai soli partiti la definizione del
Parlamento, che ha visto, nella formazione delle
liste, una miserevole rappresentazione della presenza
di genere.
Vi chiediamo perciò di uscire dal silenzio, a partire
dalla prima, fondamentale domanda sul significato che
per ciascuna e ciascuno di voi hanno avuto le
manifestazioni del 14 gennaio e dell’11 febbraio.
Vi invitiamo anche a collegare questo quesito con
l’agenda proposta dall’elaborazione dei gruppi di
lavoro che l’assemblea Usciamo dal Silenzio si è data,
per meglio riflettere su alcune delle questioni chiave
emerse negli incontri di questi mesi e dalla piazza
del 14 gennaio.
E’ questo il primo passo di un impegno che noi
esigiamo: e cioè il confronto costante con gruppi e
movimenti esistenti, partendo dal presupposto che si
tratta di pratiche politiche che vanno riconosciute,
sostenute e considerate. E che giudicheranno, passo
passo e in piena autonomia di giudizio, le scelte che
voi compirete.
L’ASSEMBLEA DELLE DONNE USCIAMO DAL SILENZIO, 22
febbraio 2006

****
8 marzo giorno di lotta contro padroni, governo,
attacchi della Chiesa

MA SOPRATTUTTO SCIOPERO DELLE OPERAIE, DELLE
LAVORATRICI, DELLE
PRECARIE,DELLE DONNE PIU’ SFRUTTATE E OPPRESSE che
subiscono non una ma
tutte le "catene" di questo moderno medioevo.

Da Palermo a Milano il movimento femminista
proletario rivoluzionario sta
preparando iniziative di scioperi e di lotte

CHIAMIAMO LE COMPAGNE, LE LAVORATRICI, I COBAS E GLI
ORGANISMI DI BASE, LE
DELEGATE RSU DELLE ALTRE CITTA’ E POSTI DI LAVORO che
dopo le grandi
manifestazioni di Milano e Napoli non vogliono
ridurre l’8 marzo ad appelli
e incontri con i candidati del centrosinistra, a
organizzare scioperi e
mobilitazioni l’8 marzo.

Riportiamo alcune iniziative in preparazione:

A PALERMO, le lavoratrici del mfpr hanno già indetto
sciopero nei posti d=
i
lavoro, in particolare: CALL CENTER,
ALL’ITALTEL-CARINI, AL POLICLINICO,
inviando anche una lettera appello ai sindacati e
alle RSU - la fiom ha gi=
à
risposto.

Per la mattina dell’8 marzo, le lavoratrici in
sciopero e le precarie,
disoccupate faranno un presidio alla prefettura.

Inoltre, in occasione della giornata di lotta dell’ 8
Marzo proporranno all=
e
donne di un quartiere molto popolare di iniziare
anche una lotta per
riaprire uno spazio verde chiuso da anni (richiesta
fatta durante il giro d=
i
denuncia nel quartiere per le scritte).

A TARANTO, si prepara sciopero, corteo e presidio
alla prefettura, delle
lavoratrici delle Ditte di pulizia, in lotta contro
padroni e governo che
vogliono lasciarle, anche con il nuovo contratto, a
salari di fame e poche
ore,
delle lavoratrici delle ditte metalmeccaniche
Tecnogest e Servizi globali,
delle lavoratrici della Ditta Ladisa, contro la
precarietà del lavoro, e
delle lavoratrici dell’Ecopolis contro le
discriminazioni sul lavoro.

A RAVENNA in questi giorni le compagne e le
lavoratrici del mfpr stanno
facendo un’inchiesta, con presenza sul luogo, verso
le fabbriche della zona
di Fusignano, piccole fabbriche tessili e
calzaturificie, con prevalenza
quasi totale di giovani operaie e lavoratrici, e
davanti ai cancelli della
agritech, fabbrica alle porte di Ravenna, anche qui
con prevalenza di
lavoratrici.
Lanceranno l’appello allo sciopero alla SICIS dove le
lavoratrici sono
costrette a subire un pesante clima di oppressione e
di negazione dei più
elementari diritti sindacali.

La piattaforma dello sciopero viene mandata a tutte
le organizzazioni
sindacali, con l’invito ad aderire allo sciopero.

A MILANO è soprattutto verso le operaie della Sit
Siemens e dell’INT che =
si
sta preparando la giornata di lotta per l’8 marzo.

A BERGAMO con volantinaggi si sta portando la
proposta di sciopero alle
fabbriche Brembo e alla Candy-Donora, mentre si sta
preparando una
iniziativa verso l’Unione Industriali.

LA PIATTAFORMA DELLO SCIOPERO DELL’8 MARZO:

Contro:

- l’attacco di governo, Chiesa e forze
clerico-fasciste al diritto d’aborto=
;
- la trasformazione dei consultori in centri
confessionali di
controllo/repressione della scelta delle donne;
- la Legge 30, la negazione del lavoro, le
discriminazioni, i licenziamenti
per maternità, lo sfruttamento in lavori neri,
precari, part time,
sottopagati;
- le molestie sessuali sui posti di lavoro, il
mobbing di padroni e capi;
- la schiavizzazione delle donne immigrate,
supersfruttate o prostituite e
poi cacciate da leggi razziste;
- il carovita , la malasanità con il nuovo attacco
alla salute a alla ste=
ssa
vita delle donne, la mancanza di servizi sociali,
tagliati, privatizzati;
- la legge 40 per cui la vita delle donne vale meno
di un embrione.
- l’elemosina del bonus per fare più figli, di stampo
fascista;
- i maltrattamenti, le violenze sessuali, fino agli
assassinii sempre più
frequenti, proprio nella ’sacra famiglia’.

Per:

- la difesa del diritto d’aborto, per la gratuità e
ampliamento delle
strutture ospedaliere, consultori;
- la difesa strenua dei diritti e dignità delle
lavoratrici sul lavoro,
attuazione di leggi e contratti non applicati, per la
parità normativa e
salariale, considerando reato ogni indagine sullo
stato matrimoniale e di
maternità per assunzioni o licenziamenti;
- la cancellazione della Legge 30, la trasformazione
a tempo indeterminato =
e
pieno di tutti i contratti precari, part time, per un
lavoro vero;
- parità di diritti per le immigrate;
- aumenti salariali dignitosi, blocco dei prezzi
contro il carovita, diritt=
o
al lavoro e salario garantito per tutte le
disoccupate e le casalinghe;
- la gratuità degli asili e della scuola, sanità,
servizi sociali;
- la cancellazione della Legge 40;
- per centri gestiti dalle donne, di denuncia, lotta,
assistenza contro le
violazioni dei diritti, la violenza sessuale e
familiare.

Organizziamo scioperi, iniziative di lotta, assemblee
sui posti di lavoro,
mobilitazione delle lavoratrici precarie.

Coordiniamo e facciamo circolare le iniziative.

LAVORATRICI DEL MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO
RIVOLUZIONARIO

per comunicazioni e contatti: 347/5301704 -
mfpr@libero.it

**************=
Dalle Donne dello Sri Lanka
8 MARZO
GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA DELLA DONNA

We have to denounce for the 8th of March the
exploitation and
precariousness conditions in which italian and
immigrant women live.
We have to relaunch the fight to affirm our rights,
all together with
Iraqi and Palestinian women, which fight every day
against imperialism.

- Against the attack to the 194 law;
- Against the precariousness of job;
- Against robbery wars;
- Against the dominant social system which oppress,
exploit and divide
workers;
- Against the Bossi-Fini law.

Nous voulons faire de l’8 de mars une journée de
denunciation des
conditions d’exploitement et de précarité dans
lesquelles les femmes
italiennes et immigrées vivent.
Nous devons relancer la lutte pour l’affirmation de
notre droits,
ensemble aux femmes de l’Irak et de la Palestine, qui
luttent contre
l’impérialisme.

- Contre l’attaque à la loi 194 sur l’avortement;
- Contre la précarité du travail;
- Contre les guerres de vol;
- Contre la domination d’un système qui nous opprime,
exploite et divise;
- Contre la loi Bossi-Fini.