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16 marzo 2006, 10:55

Tra i "sorvegliati" anche un ultrà laziale in lista con la Mussolini
Un disguido tra Roma e Milano "regala" la libertà a un altro degli inquisiti
Gli spioni della politica
indagato il portavoce di Storace
Uno dei detective arrestati: "Spiavo Marrazzo perché volevo scrivere un libro"
Nicolò Accame aveva già subìto una perquisizione.

ROMA - Nello spy-gate del Lazio è indagato Nicolò Accame, portavoce di Francesco Storace. Il suo nome è finito nell’inchiesta sul presunto spionaggio durante la campagna elettorale delle regionali 2005. Nei giorni scorsi era stato lo stesso ex ministro della Salute a confermare che il suo collaboratore "è stato oggetto di una perquisizione", spiegando che Accame si era limitato "a commissionare una bonifica all’agenzia investigativa di Pierpaolo Pasqua (uno degli 007 privati finiti in cella-ndr). L’incarico fu pagato con i soldi della lista Storace e non della Regione Lazio". Accame, difeso dall’avvocato Paolo Colosimo, ha già chiesto ai magistrati di essere sentito: "Voglio chiarire che sono estraneo alla vicenda".

Il sospetto dei pm milanesi che hanno ordinato la perquisizione è che il portavoce dell’ex ministro si sia avvalso dei detective privati al di là dell’operazione-bonifica. "Fu tutta una mia iniziativa. Ma Accame sapeva che controllavo Marrazzo, poi mi ha stoppato" ha dichiarato Pasqua nel primo interrogatorio davanti ai magistrati romani che indagano in tandem con i colleghi di Milano.

Gli 007 rubavano elenchi, tabulati, immagini dai comitati elettorali. Non si documentavano soltanto sui politici di professione. Lo facevano anche su persone vicine al candidato della sinistra e ad Alessandra Mussolini, leader di Alternativa sociale. Controllavano tra gli altri un ultrà della Lazio, ora in corsa alla Camera con la Mussolini: si tratta di Paolo Arcivieri, uno dei capi della curva laziale all’Olimpico, che da una radio privata parlava contro le scelte politiche dell’ex governatore Storace.

Durante le "operazioni" Pasqua e il suo socio Gaspare Gallo - intercettati dai carabinieri su ordine dei pm - parlano dei controlli sull’ultrà. I due, scrivono i magistrati nell’ordinanza di custodia cautelare, "su Arcivieri raccoglievano informazioni a pagamento".

Pasqua, titolare della società Ssi, durante il secondo interrogatorio ha dovuto rispondere su molte telefonate. In una di queste, Gallo gli dice: "I dati su Arcivieri ce li ho già". Poi parlano di somme in entrata su un conto corrente presso un’agenzia della Cassa di Rimini.

La voce di Arcivieri è notissima tra i tifosi biancocelesti, seguitissima la sua trasmissione a Radio Flash. Non è difficile intuire che durante la campagna elettorale le sue opinioni potessero orientare scelte politiche degli ascoltatori.

Intanto a casa di Pasqua gli investigatori hanno sequestrato il dossier Marrazzo, una decina di pagine con tutte le abitudini del giornalista poi diventato governatore del Lazio. "Volevo venderlo - si è giustificato Pasqua - per decine di migliaia di euro allo staff di Storace. Ma non lo hanno voluto". Ieri a Regina Coeli il detective, assistito dall’avvocato Francesco Scacchi, ha poi offerto un’ulteriore versione difensiva: "Volevo scrivere un romanzo. Fotografavo e spiavo Marrazzo e la Mussolini perché volevo scrivere una spy story".

Sull’altro fronte di indagine, quello delle firme false nella lista di Alternativa sociale, i carabinieri hanno acquisito l’elenco degli iscritti al circolo di An che Pasqua aveva fondato nel Viterbese. I pm Italo Ormanni, Achille Toro e il pm Francesco Ciardi verificheranno se quei nominativi sono finiti nel blocco dei "falsi" sotto accusa.

C’è da registrare anche un "incidente di percorso". Per decorrenza dei termini è stato scarcerato uno degli investigatori privati arrestati l’8 marzo dai pm di Milano. Marco Vinicio Amati, accusato di associazione per delinquere, rivelazione segreto d’ufficio e altri reati minori, non è stato chiamato per tempo a rispondere all’interrogatorio di garanzia. Un disguido nell’esecuzione della rogatoria tra i tribunali di Roma e Milano, che gli ha "regalato" la libertà. Oggi i pm milanesi Fabio Napoleone e Stefano Civardi saranno a Roma ad affiancare i colleghi che indagano sulle incursioni informatiche all’anagrafe comunale. Tra gli altri sarà sentito Mirko Maceri, ex direttore tecnico di Laziomatica.

(16 marzo 2006) www.repubblica.it