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> SEGNALI SINISTRI: da Indymedia

2 giugno 2006, 16:06

brav*
by i* Friday, Jun. 02, 2006 at 10:00 AM mail:

brav*, hai proprio ragione!
tutt* (*[l](*)) cos* che dici sono giust*; bravissim*!
un(*) ver* compagn* che si preoccupa di cos* seri(*)!


dubbio
by alessandro Friday, Jun. 02, 2006 at 10:12 AM mail:

Perchè non vi ponete qualche domanda? Magari la vera essenza della repubblica si esprime nella parata militare. Magarai rammentere le stragi che hanno contribuito al consolidameto della repubblica. Magari ricordare che TUTTI gli stati hanno eserciti e servizi segreti. Può aiutare a capire se è davvero il caso di difendere la repubblica, la costituzione, di arrabbiarsi per la parata ma non mettre in discussione l’essenza mortifera degli stati. Tutti nessuno escluso.


si
by politically correct Friday, Jun. 02, 2006 at 10:42 AM mail:

per me l’uso del * e’ una cacata pazzesca.

PS-scommetto che chi lo usa ha sempre la R moscia.


la pace e la guera...
by rafgano Friday, Jun. 02, 2006 at 11:18 AM mail:

"Si vis pacem, para bellum" Se vuoi la pace prepara la guerra, dicevano i romani,questo purtroppo è l’ossimoro che
sempre riferendoci ai romani "in secula seculorum" regge
tutte le prevaricazioni del mondo.Si mescola la parola pace con il suo contrario guerra, è tutto da ridere,come il "combattere per la pace" "competizione amichevole"
"convergenze parallele"-"copia originale"-"critica costruttiva"-"forza di pace"-"guerra civile"-"libertà condizionata"-"lucida follia"-"onorevole Previti"-"politicamente corretto"-"tolleranza religiosa"-"vacanza di
lavoro"-temporaneo aumento delle tasse"-E,presa per il culo finale: "rimborso delle tasse".Se ve sete fatta ’na risata,tanto de guadagnato pe’ la salute.Passo e chiudo.


*******..........
by Doriana Friday, Jun. 02, 2006 at 12:33 PM mail:

Puntini, asterischi, parentesi...ognuno ci mette quello che vuole. Anche a me non piace la parola PACE perchè è legata alla GUERRA. Preferisco tranquillità, serenità, vita.
Purtroppo ci viviamo in guerra, purtroppo ci viviamo in uno stato, questo non toglie che l’esposizione degli eserciti e delle armi che difendono(??) gli interessi economici di coloro che governano i cittadini del paese, debbano oscenamente con piroette verbali e tragica indifferenza, farlo il 2 giugno e non il 4 novembre.Lasciar fare,non tirar fuori in determinate "date" l’insoddisfazione e la rabbia dello straniamento di feste del popolo, non mi fa stare zitta oggi, domani e dopodomani.E sono una "buona" qualunque.I misfatti passati, anteriori e remoti sono, credo, sotto gli occhi di noi tutti, quotidianamente.


2 giugno, la sinistra si divide, Bertinotti sul palco, Prc in piazza
by CLAUDIA FUSANI Friday, Jun. 02, 2006 at 12:40 PM mail:

2 giugno, la sinistra...
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Il centrodestra: ennesima crepa interna all’Unione
Il sottosegretario Cento alla "peace-parade"
2 giugno, la sinistra si divide
Bertinotti sul palco, Prc in piazza
La "controparata" divide l’Unione, Cdl all’attacco

di CLAUDIA FUSANI

ROMA - Ci prova il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a richiamare il centro sinistra all’unità. Dice che "il 2 Giugno è il compleanno degli italiani" e che "siamo vicini ai nostri militari all’estero". Passaggi del discorso ufficiale sulla festa della Repubblica che però non bastano per zittire le polemiche nell’Unione divisa tra "parata militare sì" (Margherita, Rosa nel pugno e i Ds) perché "la difesa è un sacro dovere del cittadino e le forze armate sono parte dello spirito democratico della Repubblica".

Contrari alla parata la sinistra radicale e pacifista, Verdi, Rifondazione e Comunisti che con il cartello "Sbilanciamoci" daranno vita alla peace parade. "E’ legittimo boicottare una festa che è stata usurpata e strumentalizzata" dice l’onorevole-disobbediente Francesco Caruso. Una divisione che ieri ha fatto gioco al centro destra che da An a Forza Italia parla di "ennesima crepa interna alla sinistra" (Baldelli, Fi) e di "indegna cagnara" (Leone, Fi).

In realtà Palazzo Chigi e il ministero della Difesa hanno ridimensionato di parecchio la parata lungo i Fori imperiali: durerà poco più di mezz’ora e sfileranno settemila uomini anziché novemila, pochissimi aerei e poche decine di mezzi pesanti. Un po’ per questioni di soldi e di bilancio. Soprattutto per evitare certi eccessi marziali e dimostrare, spiegano a Palazzo Baracchini, "il legame indiscutibile tra la Repubblica e le sue forze armate". Significativa anche la scelta del titolo: "W l’Italia". E basta.

Ma per il popolo del ritiro immediato delle truppe dall’Iraq "che stanno violando l’articolo 11 della Costituzione", lo sforzo non basta. "Il prossimo anno dovremo cancellare la parata" sintetizza la senatrice dei verdi Loredana De Petris. Il sottosegretario Paolo Cento sarà in prima fila alla marcia pacifista che partirà intorno alle 11 e 30 da Castel Sant’Angelo e scorrerà nel Lungotevere. Con lui lo stato maggiore di Rifondazione comunista: il capogruppo al Senato Giovanni Russo Spena e il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore.

Il segretario Fausto Giordano è a Firenze per un altro impegno "altrimenti non c’è dubbio che sarei stato alla controparata". Per Rifondazione "il 2 giugno è una grande festa civile ed è contraddittorio festeggiarla con una parata militare". Siamo una Repubblica, scrive Elettra Deiena "ma non fondata sulle armi". Netta la condanna dei Comunisti italiani. Diliberto è a Cagliari per impegni elettorali ma Marco Rizzo sarà alla peace parade: "Non siamo contro i militari né contro la festa della Repubblica, chiediamo però di sospendere la parata fino al ritiro delle truppe dall’Iraq".

Un gruppetto cosiddetto "no war" promette "azioni di disturbo" lungo i Fori Imperiali. Assenti da entrambe le parate e tutti per precedenti impegni i ministri e i sottosegretari pacifisti, da Pecoraro Scanio a Giovanna Melandri, da Famiano Crucianelli a Alfonso Gianni. In prima fila, invece, nella tribuna autorità il presidente della Camera Fausto Bertinotti. Tirato per la giacca perché ascoltasse il cuore pacifista, l’ex segretario di Rifondazione risponderà, come ovvio, al dovere istituzionale. Anche se avrebbe preferito "una marcia di pace".

(2 giugno 2006

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