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> No alla modifica della Costituzione

13 giugno 2006, 19:55

Referendum, intellettuali milanesi firmano per il No

Guido Rossi, commissario straordinario della Figc, ha firmato l’appello del Comitato della arti, della scienza e delle professioni per il no al referendum sulla riforma costituzionale. L’appello è stato firmato da molti intellettuali, tra i quali Maurizio Pollini che per sostenere il no ha organizzato per il 23 giugno un concerto straordinario nella sala Verdi del Conservatorio di Milano. Tra i firmatari, oltre a Stefano Passigli, che ha anche redatto l’appello, figurano Claudio Abbado, Salvatore Accardo, Rosellina Archinto, Gae Aulenti, Enzo Biagi, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Vittorio Gregotti, Rita Levi Montalcini, Claudio Magris, Dacia Maraini, Francesco Micheli, Renzo Piano, Mario Pirani, Elvira Sellerio e Umberto Veronesi. ’’La Costituzione del 48 - sostengono nell’appello - può essere migliorata ma senza alterare l’equilibrio tra poteri e senza rinunciare alle garanzie offerte dalla Corte Costituzionale e dalla Presidenza della Repubblica così come oggi sono configurate’’. ’’Soprattutto - sostengono - senza consegnare tutto il potere nelle mani di un governo dominato da un primo ministro onnipotente, sottoposto ogni cinque anni al voto popolare ma nel frattempo padrone assoluto di tutte le istituzioni senza alcun reale contrappeso e, al tempo stesso, sottoposto ai veti e ai ricatti delle sue componenti e, quindi, scarsamente capace di rispondere con azioni pronte ed efficaci ai bisogni del nostro Paese’’.(Ansa)

Intellettuali milanesi uniti contro la riforma della costituzione varata nella scorsa legislatura. Un ’’appello delle arti, della scienza e delle professioni’’ per il no al referendum confermativo del 25 e 26 giugno è stato infatti sottoscritto oggi da molte personalita’ di primo piano della società milanese. Tra i firmatari figura anche Guido Rossi, commissario straordinario della Figc. Insieme a lui hanno siglato l’appello per il no alla riforma costituzionale anche Maurizio Pollini, Stefano Passigli, Claudio Abbado, Salvatore Accardo, Rosellina Archinto, Gae Aulenti, Enzo Biagi, Umberto Eco, Inge Feltrinelli, Vittorio Gregotti, Rita Levi Montalcini, Claudio Magris, Dacia Maraini, Francesco Micheli, Renzo Piano, Mario Pirani, Elvira Sellerio e Umberto Veronesi. La convinzione comune e’ che ’’la Costituzione del ’48 può essere migliorata ma senza alterare l’equilibrio tra poteri e senza rinunciare alle garanzie offerte dalla Corte Costituzionale e dalla Presidenza della Repubblica così come oggi sono configurate. E soprattutto - si legge nell’appello - senza consegnare tutto il potere nelle mani di un governo dominato da un primo ministro onnipotente, sottoposto ogni cinque anni al voto popolare ma nel frattempo padrone assoluto di tutte le istituzioni senza alcun reale contrappeso e, al tempo stesso, sottoposto ai veti e ai ricatti delle sue componenti e, quindi, scarsamente capace di rispondere con azioni pronte ed efficaci ai bisogni del nostro Paese’’. Insomma, i firmatari dell’appello non hanno dubbi: ’’La proposta di modifica della Costituzione è una grave minaccia per la democrazia’’. Soprattutto perché ’’alcuni diritti fondamentali, da tempo acquisiti, sono oggi in pericolo’’. Nel mirino soprattutto la devolution che ’’mette a rischio l’universalità e l’uguaglianza dei diritti in settori fondamentali per il benessere dei cittadini come la sanità, l’istruzione, la cultura e la sicurezza. Se la riforma verrà approvata - si legge ancora - avremo venti sistemi sanitari diversi e venti scuole diverse. Ai cittadini verranno offerte opportunità diverse a una diversa qualità della vita a seconda del luogo di nascita o di residenza’’. Secondo i sottoscrittori dell’appello, eventuali riforme costituzionali dovranno d’ora in poi essere il ’’frutto di un ampio dibattito, e non imposte a colpi di maggioranza da chi rappresenta al massimo la metà degli elettori e che così facendo darebbe alla nuova costituzione una base di legittimità debole e precaria. Non vogliamo una costituzione di parte - conclude l’appello - ma una costituzione che, come quella del 1948, possa essere largamente condivisa dagli italiani’’. Ancora più duro il tono degli interventi di Stefano Passigli e di Maurizio Pollini, che questa mattina hanno presentato l’iniziativa alla stampa nel corso di una conferenza che si è tenuta nella sede della provincia di Milano. Per Stefano Passigli, il relatore dell’appello, quella approvata dal governo Berlusconi ’’non e’ una riforma federale, ma e’ una riforma fatta da incopetenti per ragioni esclusivamente politiche che va contro il principio stesso di federalismo’’. E Maurizio Pollini si è spinto addirittura più in là, perlando di un concreto ’’pericolo di dittatura’’, rappresentato a suo avviso dal ’’premierato forte e dalla grande diminuzione dei poteri di garanzia del presidete della Repubblica’’. E a sancire il suo impegno per il no al referendum, il pianista ha annunciato un suo concerto dove suonerà diverse arie di Beethoven e Chopin. L’appuntamento e’ per la vigilia del referendum, venerdi’ 23 giugno, al Conservatorio di Milano. Prezzo decisamente popolare: basteranno 15 euro per il posto unico, non numerato. Gli interessati dovranno affrettarsi, perché sono già stati venduti parecchi dei 1.800 posti disponibili. (Asca)

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