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Bellaciao : la resistenza continua

9 maggio 2007, 20:05

Non posso certo dire di essere una militante e non faccio politica attiva da molto tempo (o forse, in effetti, non l’ho mai fatta); sono uno dei tanti cani sciolti della sinistra (extraparlamentare un tempo, poi democratica-proletaria, ora rifondarola), un po’ dispersa e sempre più rivoltata. Sarko, come già Berlusconi ma in qualche senso pure peggio, va al di là di quanto sono disposta a sopportare.
Per questo mi piacerebbe potermi consacrare a una piccolissima (e al tempo stesso enorme) battaglia: il suffragio secondo la residenza e non secondo la nazionalità. Diritto da acquisire, su richiesta, dopo almeno cinque anni di residenza in un paese. Riguarda me in prima persona, certo, ma anche il muratore senegalese, il cameriere filippino etc. etc.
Prendiamo il caso mio, comunque, visto che è quello che conosco meglio: pago tasse e contributi sociali in Francia, usufruisco del sistema sociale e sanitario francese, calpesto suolo francese, prendo autobus francesi, non ho figli, ma, se ne avessi, andrebbero a scuola qui, seguirebbero programmi francesi e aggiungete pure quel che vi pare. Però non ho diritto di votare e di eleggere quel Parlamento che voterà le leggi cui io dovrò obbedire. Viceversa voto per quello italiano, decidendo pure per chi in Italia vive. Non voglio diventare francese, non ci penso neppure a cambiare nazionalità, voglio solo poter esprimere la mia opinione e contribuire a eleggere chi prenderà le decisioni che riguardano il paese in cui vivo. Mi sembra una richiesta legittima ed estremamente logica.
Che nessuno avanza. In Francia il voto ai residenti stranieri era presente in un solo programma elettorale: quello di Marie-Georges Buffet, candidata alla presidenza del Partito Comunista Francese, che, come sapete, ha raggranellato al primo turno più o meno il 2% dei suffragi. In Italia una proposta così "altamente rivoluzionaria" (sto parlando di elezioni politiche, non amministrative) non l’ha avanzata proprio nessuno. Correggetemi, per cortesia, se sbaglio. Non dico che si potrebbe parlarne in Europa, ma, insomma, si potrebbe almeno aprire un fronte franco-italiano. Per votare, tutti, secondo la residenza, alle politiche come alle amministrative.
paola vallatta