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> BERLUSCONI PARANORMALE

17 gennaio 2005, 16:04

Le parole di Berlusconi sono un’autentica minaccia per lo Stato democratico:non sono uno scherzo.
Basta pensare al messaggio che ha inviato dalla Bulgaria e subito eseguito dai suoi sicari.
Mi riferisco all’allucinante,incredibile licenziamento di Santoro e Biagi,poi seguito da quello di tutti gli altri ,alla censura e all’autocensura che subito si è stabilita nell’informazione.
Non sono io l’unica a vedere una pericolosa minaccia nelle parole di Berlusconi.Grazie alla P2 Berlusconi ha realizzato un golpe silenzioso in Italia,con l’appoggio dei media e della Rai occupata.
Mi pare che l’articolo di Furio Colombo non fà che confermare le mie paure.
Berlusconi non lascerà il potere come in una normale alternanza,ma userà ogni mezzo illecito per conservarlo,a mio parere.Rischia troppo se lascia Palazzo Chigi:

Un messaggio pericoloso

Le parole “terrore e morte” non fanno parte degli argomenti di una campagna elettorale o di un confronto politico. Eppure, parlando a coloro che lo seguono e gli credono, ieri il presidente del Consiglio italiano ha detto che se lui perdesse le elezioni il suo avversario, il centrosinistra, seminerebbe in Italia “terrore e morte”.
Impossibile ridurre la dichiarazione a uno dei suoi colpi di teatro o definirla - con quel tanto di sarcasmo che spesso si dedica alle parole sregolate di Berlusconi - una “follia”. Silvio Berlusconi è il presidente del Consiglio in carica, firma i trattati, le leggi, i decreti, rappresenta il Paese, comanda e controlla l’Esecutivo.

Non è realistico immaginare che un uomo caricato di tanta responsabilità, per quanto incline al protagonismo televisivo e teatrale, non dia peso e seguito alle sue stesse parole. Berlusconi, dopo aver annunciato la sua convinzione che una certa parte politica - in caso di vittoria elettorale - porterà nel Paese terrore e morte, dovrà per forza agire - finché è in tempo - per proteggere il Paese. Ma se anche il presidente avesse parlato solo per fare colpo, resta il fatto che al suo ufficio e alle sue parole credono - per dovere e per efficienza - le polizie e i servizi segreti italiani.
La frase infatti non è generica. Evoca, e anzi annuncia, un pericolo serio che richiede a chi di dovere di mobilitarsi per tempo. Non sarebbe ragionevole, in nome della salvezza del Paese, schedare, pedinare, sorvegliare, intercettare chi si appresta a portare in Italia terrore e morte? È possibile, infatti, che quelle parole di denuncia e di allarme da parte di un primo ministro siano interpretate come un segnale per cominciare a occuparsi della materia da parte di chi ha senso del dovere, finché il Paese è al sicuro, nelle mani di Berlusconi.Le domande sono gravi. Sembra inevitabile che tocchi alle più alte istituzioni del Paese chiedere al presidente del Consiglio di confermare o negare