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> Via Pomponazzi ..... in memoria del compagno Giorgio Tassara

18 luglio 2005, 10:00

Subject: Re: Via Pomponazzi, Trionfale, Roma, anni settanta ....

> Caro Dario, grazie per averci fatto dono di queste tue memorie "in presa
> diretta" che costituiscono, credo, un modo schietto e caldo per salutare
> un
> altro compagno della generazione di quegli anni che purtroppo ci lascia.

> Anch’io non frequentai molto Via Pomponazzi, ma quando sulla Cassia (dove
> abitavo ed ancora abito) c’erano problemi con i topi neri (e ce n’erano in
> continuazione!), quella via, insieme a Piazza Verdi, Ponte Milvio e
> Grottarossa, rappresentava la sponda sicura dove cercare operante
> immediata
> solidarietà per tutta la zona nord della capitale.

> Via Pomponazzi era uno di quei numerosissimi "luoghi" di aggregazione
> territoriale che allora costellavano l’intera metropoli capitolina,
> rappresentando in modo fisico ed inequivocabile l’esistenza forte e ben
> radicata di "un’altra Roma" rispetto a quella, da un lato, dei Palazzi
> istituzionali e delle unità motocorazzate intorno ad essi schierate (da De
> Lorenzo a Miceli, fra i sessanta e i settanta, almeno una dozzina di volte
> i
> motori di quei blindati furono fatti minacciosamente "ronfare" per lunghe
> notti "di allerta pregolpistica"!!!), dall’altro, delle più arroganti e
> feroci squadracce fasciste di Almirante, Caradonna ed accoliti vari!

> Erano anni duri, ma dura sapeva anche essere la capacità di lotta, di
> radicamento e pure di vigilanza antifascista da parte di un "sociale" che
> il
> decennio rosso 68/77 vide protagonista di un entusiasmante ciclo di lotte
> sul crinale dello scontro diretto lavoro/capitale.

> E la graduale inevitabile uscita di scena della generazione che ne fu
> coinvolta lascia oggi un sapore vieppiù amaro perchè, a fronte di tale
> perdita, si stenta ancora ad individuare un virtuale passaggio del
> testimone: quegli attori sociali sono stati travolti - e non solo in
> Italia!!! - in una delle sconfitte di classe più pesanti e brutali che la
> storia ricordi (quella degli ottanta!) ed ha pagato un prezzo altissimo in
> vite spezzate e/o vendute, ma molti uomini e donne formatisi in quegli
> anni
> hanno saputo trovare la forza di andare avanti lungo il crinale di una
> scelta che non fu solo politica, ma anche di vita.

Essi ancora oggi
> perseverano nel ruolo a suo tempo prescelto di "agenti di contaminazione"
> dentro il groviglio di contraddizioni materiali che Monsieur le Capital è
> andato via via esasperando, in un delirio necrogeno di onnipotenza, al
> contempo rendendo sempre più vacillante il proprio stesso dominio.

> Ma il filo spezzato della memoria non si è ancora riusciti a rinsaldarlo,
> nè
> ancora si è riusciti a metter mano alla ricostruzione di un immaginario
> collettivo che sappia nuovamente conferire senso strategico al pur
> quotidiano irrompere di sempre nuovi fronti di conflitto di classe. La
> domanda che incombe ormai in modo sempre più angosciante è "chi sarà in
> grado di afferrare il testimone" dalle mani di quella generazione, ormai
> inevitabilmente in via di estinguersi, che seppe fra tremare i potenti
> della
> terra, al di là dei pur tanti, tragici errori e dilemmi mai davvero
> risolti,
> sotto il cui peso l’intera esperienza del comunismo novecentesco è
> tragicamente e vergognosamente crollata ?!?

> Per ciascuno di noi che se ne va, più pesante diventa il fardello per chi
> resta ...

> Un abbraccione davvero fraterno, stante la comune memoria di quegli anni a
> Roma ;-)

> Marco Melotti